ACCAUNO – Distacco
Autoproduzione
Genere: Eclectic Prog
Supporto: Digital / CD – 2025
All’estero,
il nostro Progressive Rock è tenuto in grande considerazione, soprattutto
grazie alle melodie spesso incastonate nella formula canzone, fra passaggi
solari e tecnicismi mai fini a se stessi. Abbiamo nel nostro DNA il buon gusto,
la storia e la cultura; tutto questo fa sì che l’arte ci risulti una musa
amica, soprattutto spontanea.
I
milanesi Accauno sono un'altra tessera dell’immenso puzzle Prog italico,
artisti che amano la musica fatta con la testa e con il cuore, senza secondi
fini.
Si
formano nel 2010 per proporre brani originali in bilico fra Pop Rock, il
cantautorato e il Progressive Rock. Amano cantare in italiano, e anche questo
fa capire che non interessa loro strizzare l’occhio al mercato straniero;
piuttosto, è importante essere se stessi per fare ciò che si ama.
Gli
Accauno sono un trio formato da Mattia Paneroni (basso, cori), Giuseppe 'Beppe'
Pianese (batteria, cori), e Andrea Tosini (chitarra, voce).
Rilasciano
nel 2012 l’album “Virus”, nel 2014 “Quelu”, nel 2018 “Scatti Rapidi” e nel 2021
“Punto Di Fuga”, tutti album che mettono in evidenza l’amore per il Prog
inglese degli anni ’70 miscelato con il Rock indipendente italiano degli anni
Novanta.
Oggi
è la volta di “Distacco”, un disco che (lo dico subito) si fa ascoltare con
piacere e composto di otto nuovi brani, a partire da “Disperso”.
Gradevoli
i testi, l’uso del voice phone, la Psichedelia di fondo e il giro di basso, per
un brano facile da memorizzare e cantare. Spesso basta molto poco per attirare
l’attenzione dell’ascoltatore, e l’esperienza degli Accauno insegna.
Con
“Falena” subentra l’elettronica e l’effettistica, un movimento Rock quasi in
stile Ozric Tentacles, sorprendente e vivace. Non manca il classico cambio
umorale che approda la band nel porto veneziano delle Orme.
La
title track punta sulla salvezza del genere umano attraverso la musica; qui le
chitarre elettriche a tratti sottolineano con acidità i testi, e molto
probabilmente una band straniera che accomuna i tre musicisti sono i King
Crimson.
I
sei minuti abbondanti di “La Madre” hanno una ritmica maggiormente ricercata, forse
la canzone più Prog dell’album, grazie anche all’effettistica situata nella
metà della durata. Un arpeggio di chitarra in stile “Another Brick In The Wall”
inizia “Essere Voi”, coesa e calda nell’incedere, un esempio di come sono oggi
gli Accauno. Il brano più lungo s’intitola “Il Labirinto”, grazie ai quasi nove
minuti di durata. Qui la band tira fuori tutte le armi a sua disposizione,
accompagnando l’ascoltatore in un limbo che divide la pacatezza dalla ricerca.
Piccole schegge Jazz e buoni frangenti strumentali.
Gioviale
“Arido”, un tuffo negli anni ’70 che non ti aspetti, per giungere poi alla
conclusiva “Un Angelo”, molto vicina al cantautorato italiano.
La
verità è che l’album è volato via in un batter d’occhio, sinonimo di eterogeneità
mai ridondante su se stessa e questo ultimamente lo riscontro sempre più
raramente, soprattutto se è un disco a cavallo fra Prog e formula canzone.
Interessante.
MS
Versione Inglese:

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