AERODYNE
– Breaking Free
Burning
Minds/Street Symphonies
Distribuzione:
Sound Trek
Genere:
Heavy Metal
Supporto: cd – 2017
Anche
nel 2017 l’Heavy Metal classico continua imperterrito il proprio cammino, senza
compromessi ed alterazioni di sorta. La personalità è forte e alla faccia di
chi negli anni ’80 lo ha dato per nato e finito, trova anche nei paesi
scandinavi un punto importante dove proliferare. Questi paesi sono di mentalità
aperta e l’Heavy Metal ben si adegua alle loro oscure vedute.
Aerodyne
sono un gruppo che si forma recentemente nel 2016 dalla fusione di due band a Göteborg
ed è formato da Daniel Almqvist (voce,
chitarra), Johan Bergman (chitarra), Timmy Kan (basso) e da Christoffer
Almqvist (batteria).
“Breaking
Free” è composto da dieci canzoni ad iniziare da “As Above, So Below”. L’Heavy
Metal è questo, pochi ingredienti per una massima riuscita. Suono massiccio ed
elettrico che spesso viene paragonato ad un muro, riff efficaci e ritornelli
dalla facile memorizzazione, per cantare soprattutto con loro in sede live. Il
pezzo che apre ne ha tutte le caratteristiche comprese le coralità da parte
della band, e aggiungo io un buon solo di chitarra che fa acquistare al brano
una marcia in più.
In
definitiva possiamo chiamarlo semplicemente Rock, perché in fondo la base è
questa, “Comin’ For You” mi riporta ai tempi dei Saxon ed è solo che una gran
bella sensazione.
Segue la title track “Breaking Free”, speed and
massive! Quando l’Heavy Metal si esprime con semplicità ha
sempre una buona riuscita.
“Aerodynamic”
racconta ancora una volta un percorso impolverato e saggio proveniente dalla
passata NWOBHM, acronimo di New Wave of British Heavy Metal. All’ascolto il
piede parte da solo, così il ciondolare del capo. “Pedal To The Floor” è fra i
miei preferiti, per l’attitudine che dimostra fra schiaffo e bacio, una formula
che sempre mi ha intrigato. Spenderei anche due parole per la voce di Daniel
Almqvist che mai cerca di strafare, anche se riesce in alcuni tratti ad andare
in alte quote, conosce i propri limiti e per questo saggiamente riesce a
gestire con padronanza e professionalità.
“We
All Live A Lie” scivola come un bicchiere d’acqua nello stomaco, con freschezza
e velocemente, comunque dissetando, mentre la breve “Until You’re Gone” mostra
i muscoli della band. “Setting, Hell On Fire” nel titolo ha già il contenuto
sonoro. “Run Away” nuovamente va a parare nel calderone del Metal puro dei
tempi che furono, con rispetto e
professionalità, specie nelle coralità. L’album si chiude con “Back To
Back”, un arpeggio che mi rimanda alla memoria i migliori Queensryche lo inizia,
per poi svolgersi in differenti carature di stati d’animo.
Un
disco che va ascoltato felicemente anche in auto, specialmente quando si
percorrono lunghi chilometri, per restare svegli e cantare ad alta voce. Up the
Metal. MS
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