CORPO- I & II
Lizard Records
Genere: Rock Psichedelico
Supporto: cd 1979/2016
Non
si finisce mai di scavare nella musica
Rock italiana degli anni ’70. Un continuo scoprire e stupire. Molte realtà sono
state ignorate, e non sono qui per cercarne i motivi che potrebbero essere
molteplici, ma per godere con voi di questi ritrovamenti. Molto spesso sono gli
artisti stessi nel tempo a fuoriuscire con delle registrazioni mai edite, come
nel caso dei Corpo, band salentina dei fratelli Calignano, Francesco e Biagio.
I
nastri che compongono “I & II” sono rimasti celati in una soffitta per ben
35 anni, ma hanno visto la luce grazie all’interessamento e all’incoraggiamento
di Giuseppe Calignano. Loris Furlan della Lizard Records ha fatto il suo,
stampando in cd queste registrazioni del 1979 che ovviamente non possono essere
di alta fedeltà essendo dei demo, tuttavia ancora passabili.
Ma
cosa suonavano i Corpo? In realtà tendevano l’attenzione verso una Psichedelìa
cara ad un certo Kraut Rock, ma ascoltando i demo le sorprese, vi giuro, non
sono poche.
Fra
le note si estrapolano divagazioni Folk ma soprattutto Kraut Rock, tuttavia
essendo il periodo a cavallo con gli anni ’80, in certe situazioni si possono
scorgere tentazioni New Wave. Musica di facile assimilazione, che ben presto
stampa la sua melodia nella mente dell’ascoltatore. I brani sono tutti
strumentali.
Personalmente
mi piacciono le acide fughe di chitarra, come ad esempio accade in “C#2” o ne
“Il Giorno Della Mia Morte”. Ci sono brani a cavallo fra ingenuità e
ricercatezza, apparentemente semplici come “C#3” ma che vogliono comunicare
qualcosa di “spazioso” e questo grazie soprattutto all’uso
dell’elettronica. Le tastiere di Biagio
a volte giocano un ruolo che non ti aspetti, piccoli tappeti sonori che saranno
la base di li a poco per il New Prog negli anni ’80, ecco le sorprese a cui mi
riferivo. Brevi cavalcate alla Can non possono mancare, visto il genere
suonato, come nella breve “C#5”.
“Messapia”
è un ibrido a cavallo fra Wave e Rock basato soprattutto sulle tastiere, a
dimostrazione che il periodo sonoro ’70 sta mutando definitivamente. “SM De
Finemunnu” è invece un pezzo tirato fra Rock e Jazz, aperto, libero e in
qualche modo Psichedelico, il lato più interessante a mio avviso dei Corpo.
Batteria in evidenza nella conclusiva “Tympanon” con il suo gradevole assolo.
Certe
operazioni aiutano a conoscere meglio un determinato momento della nostra
storia, una ulteriore testimonianza, un altro tassello a favore di questa
nazione che di artisti ne ha avuti tanti e che continua a proporli, sta
solamente alla nostra voglia di sapere e di godere di musica fare il resto. MS
...molto bello, mi ricorda parecchio alcune cose dei Faust!!!
RispondiEliminaIn effetti si.
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