LOLA
STONECRACKER – Doomsday Breakdown
This
Is Core Records
Genere: Post Grunge - Hard Rock
Supporto: cd – 2015
Come
sta l’Hard Rock in Italia? Ha sempre proseliti oppure naviga in acque torbide?
Per quanto non sia mai stato un genere che ha fatto alta classifica, è comunque
sempre costantemente vivo e vegeto. I seguaci appassionati gli relegano affetto
e un forte “credo”, quello che ad esempio ha sempre unito anche il popolo
“metallaro” in senso generale. Inutile sottolineare che esso è anche per chi lo
suona uno stile di vita. In definitiva, nel nostro paese l’Hard Rock è presente
e seguito, le molteplici band che si formano alacremente sono li a dimostrarlo.
E
andiamo allora a conoscerne una ruspante…stradaiola nell’andamento, libera di
uscire fuori allo scoperto e di affrontare la vita di tutti i giorni: i
Lola Stonecracker. Si formano nel
bolognese nel 2009 e il loro amore per l’Hard Rock e per il Grunge è il
propellente su cui far viaggiare i testi. La carica che riescono a trasmettere
dalle canzoni è contagiosa, essa scaturisce anche da una forte esperienza live
maturata dalla collaborazione con differenti gruppi, ad esempio dal 2011 al
2013 hanno suonato assieme a Gilby Clarcke (ex Guns ‘N Roses), Reckless Love,
Adler’s Appetite e John Corabi. Questa esperienza amalgama la formazione
composta da Alex Fabbri (voce), Lorenzo Zagni (chitarra), Giovanni Taddia
(chitarra), Diego Quarantotto (basso) e Christian Cesari (batteria). Pier
Mazzini (tastiere), Roberto Priori (chitarra) e Ace Von Johnson (chitarra)
invece compaiono come ospiti speciali nella registrazione di questo album
d’esordio dal titolo “Doomsday Breakdown”.
Il
cd si presenta con una buona grafica (Elton
Fernandes) ed un libretto di accompagnamento esaustivo, peccato solo per la
scritta dei testi molto piccola, probabilmente imputabile alla mia veneranda
età e al problema annesso di diottrie. Le fotografie sono di Ely Garbo.
Il
cd è composto da quindici brani diretti, senza inutili orpelli, diretti e ben
registrati. Si bada all’essenza e alla giusta armonia, canzoni che si ascoltano
piacevolmente e che in alcuni casi restano anche facilmente memorizzati.
“Jigsaw”
è un pezzo che sicuramente in sede live “spacca” di brutto, la voce di Fabbri
mi ricorda in alcuni frangenti quella di Zachary Stevens (Savatage). La
versatilità vocale di Fabbri la si può constatare anche in “Generation On
Surface”. La sezione ritmica è efficace, cosi la chitarra in alcuni frangenti
degli assolo, seppur brevi. Le tastiere molto spesso fanno da tappeto
riempiendo il suono rendendolo più maestoso.
I
Lola Stonecracker sono godibili anche nei frangenti più intimistici, come nel
caso di “Secret For A Universe”, “All This Time” e “Shine”.
Ma
l’adrenalina scorre a profusione durante le altre canzoni, da ascoltare anche
in macchina ad alto volume.
Band
intelligente, capace di unire giuste armonie orecchiabili con lo spirito degli
anni ’70 e l’impatto Grunge degli anni ’90, cosa non semplice e dal risultato
quantomeno spettacolare. Bravi, bravi. MS
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