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sabato 19 dicembre 2015

Lola Stonecracker

LOLA STONECRACKER – Doomsday Breakdown
This Is Core Records
Genere: Post Grunge - Hard Rock
Supporto: cd – 2015


Come sta l’Hard Rock in Italia? Ha sempre proseliti oppure naviga in acque torbide? Per quanto non sia mai stato un genere che ha fatto alta classifica, è comunque sempre costantemente vivo e vegeto. I seguaci appassionati gli relegano affetto e un forte “credo”, quello che ad esempio ha sempre unito anche il popolo “metallaro” in senso generale. Inutile sottolineare che esso è anche per chi lo suona uno stile di vita. In definitiva, nel nostro paese l’Hard Rock è presente e seguito, le molteplici band che si formano alacremente sono li a dimostrarlo.
E andiamo allora a conoscerne una ruspante…stradaiola nell’andamento, libera di uscire fuori allo scoperto e di affrontare la vita di tutti i giorni: i Lola  Stonecracker. Si formano nel bolognese nel 2009 e il loro amore per l’Hard Rock e per il Grunge è il propellente su cui far viaggiare i testi. La carica che riescono a trasmettere dalle canzoni è contagiosa, essa scaturisce anche da una forte esperienza live maturata dalla collaborazione con differenti gruppi, ad esempio dal 2011 al 2013 hanno suonato assieme a Gilby Clarcke (ex Guns ‘N Roses), Reckless Love, Adler’s Appetite e John Corabi. Questa esperienza amalgama la formazione composta da Alex Fabbri (voce), Lorenzo Zagni (chitarra), Giovanni Taddia (chitarra), Diego Quarantotto (basso) e Christian Cesari (batteria). Pier Mazzini (tastiere), Roberto Priori (chitarra) e Ace Von Johnson (chitarra) invece compaiono come ospiti speciali nella registrazione di questo album d’esordio dal titolo “Doomsday Breakdown”.
Il cd  si presenta con una buona grafica (Elton Fernandes) ed un libretto di accompagnamento esaustivo, peccato solo per la scritta dei testi molto piccola, probabilmente imputabile alla mia veneranda età e al problema annesso di diottrie. Le fotografie sono di Ely Garbo.
Il cd è composto da quindici brani diretti, senza inutili orpelli, diretti e ben registrati. Si bada all’essenza e alla giusta armonia, canzoni che si ascoltano piacevolmente e che in alcuni casi restano anche facilmente memorizzati.
“Jigsaw” è un pezzo che sicuramente in sede live “spacca” di brutto, la voce di Fabbri mi ricorda in alcuni frangenti quella di Zachary Stevens (Savatage). La versatilità vocale di Fabbri la si può constatare anche in “Generation On Surface”. La sezione ritmica è efficace, cosi la chitarra in alcuni frangenti degli assolo, seppur brevi. Le tastiere molto spesso fanno da tappeto riempiendo il suono rendendolo più maestoso.
I Lola Stonecracker sono godibili anche nei frangenti più intimistici, come nel caso di “Secret For A Universe”, “All This Time” e “Shine”.
Ma l’adrenalina scorre a profusione durante le altre canzoni, da ascoltare anche in macchina ad alto volume.

Band intelligente, capace di unire giuste armonie orecchiabili con lo spirito degli anni ’70 e l’impatto Grunge degli anni ’90, cosa non semplice e dal risultato quantomeno spettacolare. Bravi, bravi. MS

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