LIIR BU FER - 3Juno
Zeit Interference / Lizard
Genere: Sperimentale
Supporto: cd - 2010
Questa dei veronesi Liir Bu Fer possiamo chiamarla una
sfida, altrimenti resta difficile comprendere come un lavoro profondo e
sperimentale come “3Juno” possa coinvolgere un grande pubblico. Il trio si
forma nel 2008 grazie all’intuizione di Nicola De Bortoli ed Andrea Tumicelli
(anche Vortex, Meraviglia e Velcro). Nel 2009 si aggiunge Marco Tuppo
(NemaNiko, Raven Sed e Sciarada).
La musica di “3Juno” è fisica, presente, in quanto riesce a
coinvolgere l’ascoltatore , magari mettendolo spesso anche a disagio, perché ciò
che si sente è poco strumentale e molto ricercato.
Elettronica in evidenza per cui i movimenti si basano su
loop ed è molto minimale. Si vive di essenze, gocce sonore come quelle di
profumo, gradevoli ma non per tutti hanno la stessa fragranza. Chi non ama
suoni acri resterà quantomeno spiazzato, mentre chi associa l’arte sonora alle
immagini troverà questo “3Juno” un lavoro quantomeno interessante. “1994” rappresenta la mia
descrizione, sensazioni che si sovrappongono sopra suoni molto succinti e
perfino malinconici, fanno del tutto un quadro mutevole ed affascinante.
Una domanda viene spontanea nella mente di chi ascolta, ma la
musica dei Liir Bu Fer, è improvvisata? Io penso di no, perché di base una
struttura esiste. Rumoristica fa da contorno a molti passaggi, oppure la bella
voce dell’ospite Claudio Milano (Nichelodeon) ben si sposa con la ricerca
sonora, come in “Red Submarine”.
Questa musica vive di sensazioni, siano loro disagiate che
solari, per cui non si incontrano ritornelli, strofe o quanto un brano deve
avere per essere considerato tale.
“Maestrale” fa pensare e qui mi riallaccio alla fisicità
della musica, che pur risultando eterea nella sonorità, riesce a far venire
alla mente immagini, grazie anche alle voci e ai suoni che la completano.
Si può considerare “3Juno” una colonna sonora della
quotidianità. “Es” insiste sull’elettronica, in esso c’è malessere, suggestioni
disagiate create soprattutto dalla voce ricercata e a tratti lacerante dell’ospite
Antonella Bertini. Quasi uno sberleffo alla musica intesa come melodia.
Resta molto complesso ad un recensore riuscire a trascrivere
in lettere le sensazioni che si provano all’ascolto di certe sonorità, ma credo
che il sunto di quanto detto sia giunto a destinazione.
Non credo che questo disco possa avere delle chances particolari, in
ambito contemporaneo i sostenitori non sono poi così tanti, tuttavia rendo
merito a questi artisti i quali hanno capito che la musica si può domare e plasmare
a proprio piacimento. ”3Juno” è un film da vedere. (MS)
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