AINUR – The Lost
Tales
Electromantic Music /
Ma.Ra. Cash
Genere: Progressive
Sinfonico
Supporto: cd – 2013
Oramai il Silmarillion di Tolkien e la Progressive Rock
orchestra Ainur sono un matrimonio indivisibile, per dirla tutta, si sono
appositamente formati per musicare le gesta di questa lunga ed incredibile
storia fantastica. Definire il genere proposto esclusivamente Prog è riduttivo,
in quanto nel sound degli Ainur risiedono numerose influenze, che vanno dal Celtico
al Folk e appunto al Prog. Numerosi anche i componenti del gruppo, ben sedici e
“The Lost Tales” è il quarto sigillo da studio, dopo “From Ancient Time”
(2006), “Children Of Hurin” (2007) e “Lay Of Leithian” (2009). Sempre sotto la
visione della Electromantic Music di Beppe Crovella, gli Ainur questa volta
propongono un album prettamente acustico, formato da brani editi risuonati per
l’occasione, rinforzati dell’esperienza live avuta in questi ultimi anni.
Si narra del viaggio di Eriol, umano che sbarca sull’isola
Elfica di Tol Eressea. Con gli Elfi, Eriol ascolta attorno al fuoco serale
molte storie dei “Tempi Antichi” e una volta di ritorno a casa, le racconta al
mondo intero. Anche le foto all’interno dell’artwork, curato da Luca Catalano e
Dino Olivieri, ritraggono i musicanti in costume d’epoca seduti in cerchio
nell’erba a rievocare queste atmosfere. Una alchimia perfetta fra musica,
ambiente e contesto letterario. Violino, flauto, viola, corno francese ed arpa celtica
sono solo alcuni degli strumenti che si esibiscono nei tredici capitoli.
Stilare una ipotetica classifica di gradimento è quasi impossibile, “Welcome Of
Eriol” inizia il racconto, un brano inedito con un intro di piano ed una
melodia toccante. Questo sfocia nel primo brano tratto dal primo disco degli
Ainur dal titolo “The Beginning Of Days”. Si lascia apprezzare particolarmente l’enfasi
di “The Fall Of Gondolin”, le voci femminili di Federica Guido, Elena Richetta
e Roberta Malerba, i dolci arpeggi, i fiati, il tutto in un connubio che resta
in bilico fra il celtico ed il mediterraneo. Altro inedito è “Yavanna’s Song”,
bucolicamente ampio e sognante all’inizio, successivamente ben strutturato fra
cambio di voce maschile e femminile. Uno dei brani più movimentati è
“Glaurung’s Death”, supportato da un arrangiamento importante, un arma che gli
Ainur sanno bene adoperare. In analisi i brani proseguono l’ordine cronologico
delle uscite discografiche negli anni, a partire dagli esordi a venire, così
nell’ordine all’interno dei rispettivi album. Si ha come la sensazione di
respirare la brina nel bosco, di sentire l’odore delle cortecce in “Hirilorn”,
le atmosfere sono musicalmente descritte in maniera perfetta. La conclusiva
“Lorien” è il secondo inedito dell’album.
I brani in questa nuova veste acquistano sicuramente in
fascino ed enfasi, pur perdendo in alcuni casi inevitabilmente di potenza,
questo bel prodotto mi fa tornare alla mente “The Forgotten Tales” dei Blind
Guardian, per tipo di approccio alla musica.
Il fascino del Silmarillion, con i racconti ombrosi, magici,
paesaggistici, trovano perfetta rappresentazione sonora con gli Ainur, gruppo
culturalmente attento ad ogni sfumatura del fenomeno. Nulla è dato al caso,
professionalità sotto molti aspetti, anche riguardo l’incisione sonora, pulita
quanto basta per esaltare la strumentazione acustica.
“The Lost Tales” è una buona veste e un bel biglietto da
visita per chi ancora non conoscesse il fenomeno in analisi. Ora non ci resta
che attendere i nuovi sviluppi. (MS)
Nessun commento:
Posta un commento