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mercoledì 29 gennaio 2014

Liir Bu Fer

LIIR BU FER - 3Juno
Zeit Interference / Lizard
Genere: Sperimentale
Supporto: cd - 2010



Questa dei veronesi Liir Bu Fer possiamo chiamarla una sfida, altrimenti resta difficile comprendere come un lavoro profondo e sperimentale come “3Juno” possa coinvolgere un grande pubblico. Il trio si forma nel 2008 grazie all’intuizione di Nicola De Bortoli ed Andrea Tumicelli (anche Vortex, Meraviglia e Velcro). Nel 2009 si aggiunge Marco Tuppo (NemaNiko, Raven Sed e Sciarada).
La musica di “3Juno” è fisica, presente, in quanto riesce a coinvolgere l’ascoltatore , magari mettendolo spesso anche a disagio, perché ciò che si sente è poco strumentale e molto ricercato.
Elettronica in evidenza per cui i movimenti si basano su loop ed è molto minimale. Si vive di essenze, gocce sonore come quelle di profumo, gradevoli ma non per tutti hanno la stessa fragranza. Chi non ama suoni acri resterà quantomeno spiazzato, mentre chi associa l’arte sonora alle immagini troverà questo “3Juno” un lavoro quantomeno interessante. “1994” rappresenta la mia descrizione, sensazioni che si sovrappongono sopra suoni molto succinti e perfino malinconici, fanno del tutto un quadro mutevole ed affascinante.
Una domanda viene spontanea nella mente di chi ascolta, ma la musica dei Liir Bu Fer, è improvvisata? Io penso di no, perché di base una struttura esiste. Rumoristica fa da contorno a molti passaggi, oppure la bella voce dell’ospite Claudio Milano (Nichelodeon) ben si sposa con la ricerca sonora, come in “Red Submarine”.
Questa musica vive di sensazioni, siano loro disagiate che solari, per cui non si incontrano ritornelli, strofe o quanto un brano deve avere per essere considerato tale.
“Maestrale” fa pensare e qui mi riallaccio alla fisicità della musica, che pur risultando eterea nella sonorità, riesce a far venire alla mente immagini, grazie anche alle voci e ai suoni che la completano.
Si può considerare “3Juno” una colonna sonora della quotidianità. “Es” insiste sull’elettronica, in esso c’è malessere, suggestioni disagiate create soprattutto dalla voce ricercata e a tratti lacerante dell’ospite Antonella Bertini. Quasi uno sberleffo alla musica intesa come melodia.
Resta molto complesso ad un recensore riuscire a trascrivere in lettere le sensazioni che si provano all’ascolto di certe sonorità, ma credo che il sunto di quanto detto sia giunto a destinazione.
Non credo che questo disco possa avere delle chances particolari, in ambito contemporaneo i sostenitori non sono poi così tanti, tuttavia rendo merito a questi artisti i quali hanno capito che la musica si può domare e plasmare a proprio piacimento. ”3Juno” è un film da vedere. (MS)

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