ECHOTIME – Genuine
Logic(il)Logic Records/Andromeda
Dischi
Genere: Metal Prog
Supporto: cd – 2013
Quando
si parla di Metal Prog è inesorabile portare la mente verso band come Symphony
X oppure ai maestri Dream Theater, nel caso dei urbinate Echotime il teatro
però è quello vero. Si, trattasi di teatro Metal, una scena epica aperta ad
atti che miscelano Psichedelìa, Pop, Rock al suono digitale ed al Metal Prog.
Gli
atti di “Genuine” sono quattro e ciascuno mette in evidenza la voce di Alex
“Cage” Cangini e la preparazione tecnica della band. Ambientato in un mondo
immaginario, il concept nasconde molte sorprese, un calderone sonoro alquanto
coraggioso e rivolto ad un pubblico attento e pretenzioso.
Il
protagonista della storia ha il nome di Daniel Antony, ricercatore chimico che
vive per anni nel laboratorio dell’enorme città Leadtown. La sua più grande
ambizione è quella di creare qualcosa di utile per la città ed il mondo intero
e ci riesce quando scopre la molecola Genuine. Essa ha effetti straordinari se
usata correttamente, può salvare il mondo. Come in tutte le storie, arrivano i
cattivi, in questo caso i soliti potenti al potere a cui l’idea non aggrada.
Daniel viene rinchiuso in carcere in un deserto per anni, fino a quando
incontra uno strano uomo di nome Emit che lo aiuterà ad uscire.
Tutto
accade in maniera fantastica ed il nostro eroe cerca di capire cosa è accaduto
a Leadtown in tutti quegli anni.
Quindi
si comincia l’ascolto con “Scene1: The Key”, suddivisa a sua volta in cinque
capitoli. Vere e proprie sinfonie cinematografiche aprono il concept e la
qualità sonora molto curata ne è splendido viatico. Imponente il lavoro delle
tastiere di Filippo “Phil” Martignano, così il supporto ritmico da parte della
coppia Federico “Face” Fazi (batteria) e Stefano “Ego” Antonelli (bass0).
Presente e pulita la chitarra di Andrea “Bana” Anastasi.
Il
suono proietta immagini nella mente, con le dovute proporzioni “Genuine” è un
alter ego di “Metropolis 2: Scenes From A Memory” dei Dream Theater, per come
concepito. In questo caso non direi cambi umorali o di ritmi repentini, ma
cambi di scene. Fughe strumentali vanno a cozzare con cori imponenti di scuola
Savatage, si stagliano fra ritornelli inflazionati ma pur sempre gradevoli.
Nella
“Scene 2: The Chaos” gli Echotime spesso fanno la voce grossa ed in questo caso
sono i Queensryche a fare capolino fra le note, scusate se è poco. In “Scene 3:
The Rising” si entra nel laboratorio e si giunge alla nuova cura Genuine. Suoni
più ampi e rilassati si alternano a fasi più energiche. Nella “Scene 4: The
Last Breath” si entra nel Prog con brevi richiami ai Pink Floyd, anche in
questo caso alternati a Metal Prog in stile Dream Theater.
In
conclusione nelle mani abbiamo un lavoro ambizioso e ricco di sonorità, una
enorme scorpacciata che può lasciare sazi per molto tempo.
Musica
da vedere ad occhi chiusi o aperti, a seconda della vostra fantasia. (MS)
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