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sabato 27 luglio 2013

Echotime

ECHOTIME – Genuine
Logic(il)Logic Records/Andromeda Dischi
Genere: Metal Prog
Supporto: cd – 2013


Quando si parla di Metal Prog è inesorabile portare la mente verso band come Symphony X oppure ai maestri Dream Theater, nel caso dei urbinate Echotime il teatro però è quello vero. Si, trattasi di teatro Metal, una scena epica aperta ad atti che miscelano Psichedelìa, Pop, Rock al suono digitale ed al Metal Prog.
Gli atti di “Genuine” sono quattro e ciascuno mette in evidenza la voce di Alex “Cage” Cangini e la preparazione tecnica della band. Ambientato in un mondo immaginario, il concept nasconde molte sorprese, un calderone sonoro alquanto coraggioso e rivolto ad un pubblico attento e pretenzioso.
Il protagonista della storia ha il nome di Daniel Antony, ricercatore chimico che vive per anni nel laboratorio dell’enorme città Leadtown. La sua più grande ambizione è quella di creare qualcosa di utile per la città ed il mondo intero e ci riesce quando scopre la molecola Genuine. Essa ha effetti straordinari se usata correttamente, può salvare il mondo. Come in tutte le storie, arrivano i cattivi, in questo caso i soliti potenti al potere a cui l’idea non aggrada. Daniel viene rinchiuso in carcere in un deserto per anni, fino a quando incontra uno strano uomo di nome Emit che lo aiuterà ad uscire.
Tutto accade in maniera fantastica ed il nostro eroe cerca di capire cosa è accaduto a Leadtown in tutti quegli anni.
Quindi si comincia l’ascolto con “Scene1: The Key”, suddivisa a sua volta in cinque capitoli. Vere e proprie sinfonie cinematografiche aprono il concept e la qualità sonora molto curata ne è splendido viatico. Imponente il lavoro delle tastiere di Filippo “Phil” Martignano, così il supporto ritmico da parte della coppia Federico “Face” Fazi (batteria) e Stefano “Ego” Antonelli (bass0). Presente e pulita la chitarra di Andrea “Bana” Anastasi.
Il suono proietta immagini nella mente, con le dovute proporzioni “Genuine” è un alter ego di “Metropolis 2: Scenes From A Memory” dei Dream Theater, per come concepito. In questo caso non direi cambi umorali o di ritmi repentini, ma cambi di scene. Fughe strumentali vanno a cozzare con cori imponenti di scuola Savatage, si stagliano fra ritornelli inflazionati ma pur sempre gradevoli.
Nella “Scene 2: The Chaos” gli Echotime spesso fanno la voce grossa ed in questo caso sono i Queensryche a fare capolino fra le note, scusate se è poco. In “Scene 3: The Rising” si entra nel laboratorio e si giunge alla nuova cura Genuine. Suoni più ampi e rilassati si alternano a fasi più energiche. Nella “Scene 4: The Last Breath” si entra nel Prog con brevi richiami ai Pink Floyd, anche in questo caso alternati a Metal Prog in stile Dream Theater.
In conclusione nelle mani abbiamo un lavoro ambizioso e ricco di sonorità, una enorme scorpacciata che può lasciare sazi per molto tempo.

Musica da vedere ad occhi chiusi o aperti, a seconda della vostra fantasia. (MS)

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