THE
ROME PRO(G)JECT – …VI – And Thus The End
TRP Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: CD / Digital – 2025
Vincenzo
Ricca, tastierista e compositore, ha abituato bene i fan del Progressive Rock a
ricevere dischi di elevata fattura, sia sonora che storica. Cinque dischi in
cui si è sempre circondato di ospiti eccezionali, nomi altisonanti che hanno
impreziosito le belle composizioni dell’artista. Ricca ha alle spalle una
carriera imponente divisa fra colonne sonore, sigle televisive in RAI, dischi,
Radio RAI e molto altro ancora. Ha collaborato con Folco Quilici; per la Nuova
Fonit Cetra ha inciso i suoi primi tre CD di sonorizzazione (“Argomenti –
Medioevo, Rinascimento e ‘700 – Americhe”) e un suo brano è stato anche
interpretato da Katia Riccarelli.
Con
“...VI – And Thus The End”, sesto sigillo del laboratorio The Rome Pro(g)ject,
si chiude una saga e lo si fa attraverso sei brani e un demo. Ancora una volta
ricco il parterre di ospiti che apportano un valore aggiunto all’opera; a mano
a mano andremo a scoprirli.
L’opera
si apre con “VI (Six)”, pezzo di gran classe con alla chitarra Paolo Ricca. Le
ambientazioni sono prossime ai King Crimson, in realtà sono gli EL&P a
farla da padrona e, con l’ingresso del mellotron, anche i Genesis. In pochi
istanti vi ho nominato quasi tutta la base storica del progressive rock… e non
è un caso.
“We
Wondered” propone la mitica voce di Bernardo Lanzetti (Aqua Fragile, Premiata
Forneria Marconi), altro ospite annoso del progetto in questione. Il brano
vuole essere una sorta di ballata con un’interpretazione intensa. Al basso troviamo
un altro protagonista del Progressive Rock mondiale, Frank Carducci.
Ma
ecco sopraggiungere il piatto forte, ossia la ballata strumentale di oltre 28
minuti dal titolo “1229 Years”, che da sola vale l’acquisto del disco. Subito
si palesano i fiati della leggenda David Jackson (Van Der Graaf Generator); fra
sax e flauto l’ambientazione è inizialmente sognante e leggera. Sopraggiunge l’immancabile
crescendo ritmico, quello che cattura l’attenzione e che lascia adito a
un’esplosione sonora di lì a pochi istanti. Le chitarre di Paolo Ricca e
dell’ex‑Genesis
Steve Hackett sono fide alleate. Carducci è di nuovo al basso, mentre le
tastiere di Vincenzo Ricca presenziano ovunque. Il movimento è spesso bucolico,
disegnatore di scenari ampi in cui lasciar partire la fantasia. Di base c’è il
classico motivo che si stampa nella mente, ma, come insegna il genere, le fughe
strumentali si alternano fra intersezioni e ritorni all’origine. Malgrado tanti
nomi storici, la musica di The Rome Pro(g)ject gode di personalità propria,
supportata dalla nostra innata mediterraneità, su questo Vincenzo Ricca è stato
un esempio.
“Far
From Home” è di una delicatezza rara; torna Steve Hackett alla chitarra
elettrica, mentre il basso è affidato a un altro grande musicista, Billy
Sherwood (Yes). Vincenzo canta su un motivo che rispecchia molto la formula
canzone, malgrado le fughe strumentali, ed è un vero piacere oltre che un
tassello fondamentale dell’album.
Sale
l’enfasi attraverso “Ad Gloriam Romae”, e il basso resta in mano a Sherwood. Il
disco si conclude con il breve e leggiadro outro “... And Thus The End” e il basso di Tony Levin (James
Taylor, Peter Gabriel, King Crimson, Yes, Andy Summers, Liquid Tension
Experiment, Pink Floyd, John Lennon, e molti altri ancora!).
Il
disco ci propone anche una bonus track in versione demo intitolata “Over 2000
Fountains”, canzone dal sentore Genesis periodo anni ’70.
“...VI
– And Thus The End” è il classico esempio di disco Prog italiano, quello che un
fan si auspicherebbe di ascoltare quotidianamente, e vi ho detto tutto! MS
Versione Inglese:

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