MARCO LEODORI – Anima Naif
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock
Supporto: CD – 2024
Dietro
a un disco si cela un grande sforzo creativo e tanta passione per la musica. La
realizzazione finale è il coronamento stesso di un pensiero tradotto in suoni,
ma anche di stati d’animo o di sensazioni generiche.
Esistono
musicisti che hanno dedicato molto tempo allo studio del proprio lavoro e che,
solo dopo alcuni anni, vedono raggiunto il traguardo; uno di questi è Marco
Leodori. Sin da bambino dimostra di amare la musica e, a tredici anni,
imbraccia la sua prima chitarra sotto la guida del maestro Riccardo Martinini.
Alla fine degli anni ’70 entra nella band i Naif, per poi passare alle
tastiere. Compone brani propri e, con essi, nel 1983 fa parte del gruppo Alta
Quota. Passano gli anni, cambiano le band (Secret World, cover band di Peter
Gabriel) e si approfondiscono gli studi, ma i Naif restano la band principale,
con la quale nel 2014 aprono un concerto di Aldo Tagliapietra (ex Orme).
Leodori
è dunque un sognatore, colui che vive la musica da dentro, con passione e, dopo
anni di gestazione, “Anima Naif” è finalmente una realtà.
Il
polistrumentista romano ha collaborato anche con la storica fanzine Wonderous
Stories; da qui avrete capito che la sua passione è il progressive rock,
soprattutto quello di matrice Genesis, e non disdegna passaggi nel Neo Prog degli anni ’80.
“Anima
Naif” è formato da tredici brani per ben settantotto minuti di musica,
praticamente un doppio album. Per la realizzazione si avvale di un nutrito
gruppo di musicisti noti nel panorama, tra cui Alessandro Corvaglia, Mauro
Montobbio, Alessandro Carmassi, Guglielmo Mariotti, Andrea Amici, Filippo
Marcheggiani, Stefano Vicarelli e altri ancora; vi partecipa anche la giovane
figlia Federica Leodori alla voce.
“Empty
Blue Skies” esprime sin da subito la sensibilità dell’autore che, attraverso le
tastiere, disegna emotivi passaggi ariosi con un assolo spaziale di chitarra
dal profumo Neo Prog di Mauro Montobbio (Narrow Pass). Alle tastiere anche
Emanuele Telli. Il sax di Claudio Braccio è la classica ciliegina sulla torta,
mentre risulta pulita la ritmica di Claudio Braccio al basso e di Massimo
Moscatelli alla batteria. Alessandro Carmassi interpreta il brano in maniera
ineccepibile, senza strafare, restando perfettamente incastonato nelle melodie
di base.
Molto
attento alla formula canzone, il brano “A Winter Day Dream” vede Alessandro
Corvaglia (La Maschera Di Cera, Delirium, Hostonaten, ecc.) alla voce. Ancora
ottimo il momento di chitarra da parte di Filippo Marcheggiani. Alle tastiere
anche Paolo Carnelli e Stefano Vicarelli.
“Lonesome
Man” vede l’ingresso del flauto di Maria Teresa De Donatis, un’aria ancora una
volta Neo Prog, delicata e a tratti sognante. Ma è con “Legends” che si ha la
prima sorpresa: uno strumentale che rimanda al mondo fantastico della Premiata
Forneria Marconi, una cavalcata sonora con cambi di ritmo e tante tastiere al
supporto. Il classico brano che un Progfan attende con bramosia, enfatico e
maestoso come un sogno ad occhi aperti. Mauro Montobbio arricchisce non
soltanto questo brano, ma tutto l’album grazie alla chitarra elettrica e
all’animo gentile che lo contraddistingue.
Dopo
tanta sonorità vigorosa, “Guardando Le Stelle” riporta quiete e serenità grazie
soprattutto alla bella voce di Roberta Petteruti. Struggente e profonda, la
canzone tocca le corde dell’anima, e non stupitevi se vi ritroverete una
lacrima a scendere sul viso come è accaduto a me.
“Look
At Your Heart” ha un inizio ritmato in stile Eugenio Finardi; qui siamo in un
contesto ancora una volta differente, con il ritorno di Emanuele Brignola al
basso e di Federica alla voce, un brano Pop Rock gradevole e scorrevole. Ciò
denota e sottolinea la cultura musicale di Leodori ad ampio spettro.
Altra
bella prova vocale di Federica giunge nella semi‑ballata “Come Un Gabbiano”, dove fa ritorno gradito
il sax di Claudio Braccio. Altra sorpresa, altro territorio con “Unity”, dove
si sconfina addirittura nell’A.O.R.
“La
Sorgente” riconduce alla formula canzone, con tanto di flauto e melodie di
facile assimilazione, mentre lo strumentale “In The King’s Name” racconta tanta
storia degli anni ’80, un bellissimo mix fra Marillion e musica italiana!
Elegante “Only One Day” per poi passare con “Genesi” al Prog in stile Jethro
Tull periodo anni ’90/2000. La chiusura spetta a “Dream Is Over”, ottimo
esempio di crescendo emotivo che suggella al meglio questo lungo viaggio.
Tanta
sostanza in “Anima Naif”, perfetto nomen omen per una musica ricca di
particolari, colorata e fatta con il cuore. Il tempo ripaga e Marco Leodori è
una bella sorpresa che va supportata in ogni maniera. Consiglio agli addetti ai
lavori: date luce a “Guardando le Stelle”, una gemma rara. MS
Versione Inglese:


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