VURTULA
- Aeons Delay
Gogomach5
Studios
Genere:
Instrumental Progressive Metal
Supporto: Digital / Spotify – 2024
Il
Progressive Metal è uno stile musicale che per sua caratteristica non mette
tutti d’accordo, a detta degli estimatori del Progressive Rock più puro,
innestare le sonorità dotte del Rock con quelle rudi del Metal, è una
mostruosità sonora. Spesso l’argomento è stato trattato sia in sedi cartacee sia
on line; anch’io attraverso il libro “Metal Progressive Italiano” (Arcana -
2019) ho cercato di tracciare un percorso stilistico e storico al riguardo per
fare ulteriore chiarezza.
Il
Metal Progressive tuttavia ha dimostrato negli anni di avvalersi di un nutrito
e fedele seguito di estimatori, oltre che amante del tecnicismo strumentale. Infatti,
questa musica di base richiede una capacità esecutiva non indifferente, se
vengono a mancare alcune basi, si rischia inevitabilmente di fare una magra
figura. Per chi non sapesse nulla sul genere, posso consigliare d’iniziare
l’ascolto con band storiche come Rush, Queensryche e Dream Theater, questi
ultimi reputati i padri ufficiali del Metal progressive, coloro i quali hanno
dato le giuste coordinate negli anni ’80.
Noi
in Italia siamo attenti ascoltatori e difficilmente ci lasciamo abbindolare da
false sirene, l’unico difetto che ci contraddistingue è la nostra esterofilia,
come dice il detto, nemo propheta in patria.
Generalmente
il Metal Progressive si avvale di voci importanti, quelle che riescono a
raggiungere alte vette con disinvoltura (vedi Geoff Tate dei Queensryche e
appunto James La Brie dei Dream Theater), ma se si realizza un album
completamente strumentale, allora la difficoltà di raggiungere un grande
pubblico accresce. E’ una scelta che può essere avvallata o meno, resta il
fatto che si dimostra coraggiosa e mirata a coloro che dalla musica vogliono
solamente emozioni forti.
Una
band italiana che ha dato luce a dischi interessanti sin dal 2003 si chiama
Vurtula e proviene da Ivrea. Si forma nel 2001 grazie a Ivan Ovlac e Riccardo
Gamba (chitarrista e bassista degli Harem) che incontrano il loro amico “Andre
Jolly Roger” (ex bassista e cantante dei Crisalidea) e danno vita a questo
progetto. Dopo diverse vicissitudini e defezioni registrano nel 2003 “S.T.R.U.
Mentale”, seguiranno gli EP “Above All” (2004) e “Infernal Fate” (2006). Molte
date live, ma la scrittura in studio trova impedimenti tempistici e all’interno
della band si creano discrepanze che porta i musicisti a uno stop temporaneo.
Ritornano
oggi con “Aeons Delay” e la formazione Ivan Ovlac (chitarre e sintetizzatori),
Davide Cristofoli (tastiere e sintetizzatori), Emanuele Ferrari (basso), e
Simone Costa (batteria). Il disco è formato da cinque brani di cui una lunga
suite intitolata “Sul Mio Magico Tappeto Part. II”. Quello che immediatamente
scaturisce dall’ascolto sin dalle prime note è la cura per la tecnica
esecutiva. Trattasi di Metal impegnato, ricco di partiture classicheggianti e
fughe di chitarra al fulmicotone. Di certo le tastiere hanno un ruolo primario,
e un elogio sento di spenderlo anche per la sezione ritmica, sempre pulita e
precisa. I cambi di tempo sono all’ordine del giorno, tutte le caratteristiche
del genere sono espresse in questo percorso in cui molto spesso i ragazzi
spingono sull’acceleratore. Chi ama i Dream Theater certamente avrà di che
godere. Probabilmente altri troveranno il tutto molto ostico, anche se in
realtà le melodie sono gradevoli e non difficili da memorizzare. Solamente in
“Nevermore Alone” c’è un momento di respiro, una semi ballata in cui i Vurtula
ci porgono una tregua, il brano è molto bello e tocca le corde dell’anima.
Vurtula
in dialetto piemontese significa “stato di vertigine indotto”, migliore nome
non poteva rappresentare il senso della loro musica che personalmente apprezzo
molto, in quanto mi ritengo aperto mentalmente riguardo certe scelte
coraggiose. La definirei semplicemente “musica”, poi ognuno si potrà formare
una propria idea al riguardo. Bell’album Vurtula, complimenti. MS
Versione Inglese:
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