I SINCOPATICI con CLAUDIO MILANO –
Decimo Cerchio
Snowdonia dischi
Genere: Colonna sonora-
sperimentale
Supporto: cd / Digital / vinile –
2023
Quante
volte è stato detto che dove finiscono le parole inizia la musica? Questa
potrebbe essere una visione plausibile, ma quando alle parole si aggiungono la musica
e per di più delle immagini, allora le forme d’arte si esprimono al massimo del
potenziale.
Parlare
del progetto I Sincopatici a cura di Francesca Badalini (pianoforte, synth,
cetra), assieme a
Andrea
Grumelli (basso fretless, elettronica, paesaggi sonori) e Luca Casiraghi (batteria,
percussioni) non è cosa semplice, una scelta artistica che sfiora l’impresa
titanica di elevare l’arte all’ennesima potenza, ossia quella di musicare
scenari storici cinematografici dell’era del cinema muto. Un progetto che
necessita lunghi tempi di prove e di scelte per capire in che direzione si
vuole andare. Basta poco per rovinare un classico attraverso una visione
sbagliata, è come creare un abito su una persona nuda cercando di rappresentare
al meglio la sua personalità, di sicuro bisogna conoscerla.
La
sfida de I Sincopatici si pone nel dare veste al primo kolossal della storia
del cinema italiano, il film muto "L'Inferno" del 1911, attraverso un
cine-concerto con interventi di teatro performativo. La scelta ricaduta su
Dante Alighieri aggiunge fascino al fascino, il sommo poeta è un visionario
diretto, e per rappresentare al meglio le sue parole in uno scenario muto, a I
Sincopatici è servito un altrettanto sommo artista performativo, e chi meglio
in Italia se non Claudio Milano e la sua splendida voce? Parlare di Milano richiederebbe
un paragrafo a parte, posso solo ricordare un insieme di progetti come
Nickelodeon, Insonar o collaborazioni con molti artisti fra i quali Erna
Franssens aka KasjaNoova. La sperimentazione vocale con cui Milano approccia
alla musica, molto spesso l’accosta al mondo del Progressive Rock, tuttavia lo
studio delle performance live mi portano a paragonarlo (per certi versi) a
Carmelo Bene.
Musica
moderna, evocativa, un mix fra Rock estremo, l'Elettronica (di Niccolò Clemente
aka Cp. Mordecai Wirikik/Whale), la Fusion, e la Musica Etnica, questi sono gli
ingredienti che vengono utilizzati per la realizzazione di “Decimo Cerchio”.
Ispirato alle illustrazioni di
Gustavo Doré, lo spettacolo viene proposto in molte città dell’Italia, Bolzano,
Milano, Varese, Potenza, Roma, Piacenza, in questo caso le musiche sono
registrate dal vivo in quel di Varese nel 2021. La pianista Francesca Badalini non
è nuova a queste imprese, dal 1999 collabora con la Cineteca Italiana
componendo ed eseguendo dal vivo, insieme al gruppo, in tutta Europa, musiche
per film muti.
Le
immagini e i dipinti del CD sono di Mario Coppola, mentre il design è per opera
di Andrea Baltera. Il video viene registrato a Piacenza il 19 maggio 2023 e ha
la durata di un’ora abbondante.
Le
immagini in bianco e nero dal fascino antico associate alla sperimentazione
vocale e sonora moderna, hanno una resa emotiva che raramente si può provare,
per questo serve da parte dello spettatore/ascoltatore un’apertura mentale
totale, priva di paletti restrittivi. Milano, come un Peter Gabriel degli anni
’70, intrattiene la scena attraverso interpretazioni non prive di piccoli
accorgimenti costumistici, tanta mimica e in più frequenze vocali che spaziano
da ottave a stacchi di natura sciamanica. L’opera è suddivisa in ventisei tracce
a iniziare da “Nel Mezzo Del Cammin”. La quasi ecclesiastica “Per Lo Tuo Ben Penso”
sposa in pieno la potenza dell’immagine cinematografica che si staglia alle
spalle degli artisti, ma è tutto il percorso che si fa pregno di situazioni
legate fortemente alla creatività combinata. Il piano Roland di Francesca
Badalini dispensa note spesso sofferte, enfatizzando tutti gli scenari come una
sorta di pennarello evidenziatore. Fra i momenti che mi hanno emozionato di più,
cito “L’Angoscia Delle Genti Che Sono Quaggiù Nel Viso Mi Dipinge”, la
struggente “Amor Che A nullo Amato Amar Perdona”, “Qui Son Gli Eresiarchi” e
“Il Conte Ugolino”.
Numerose
di queste scelte sonore potrebbero benissimo risiedere in dischi del Rock
Progressivo Italiano degli anni ’70.
Descrivere
oggi un concetto tale di forma d’arte, in un contesto in cui la moda ci propina
vari X Factor e pacchetti simili, è difficoltoso se non addirittura
controproducente. Bisogna sapersi ritagliare il tempo necessario e la volontà d’immergersi
in questi progetti. Non sto parlando di arte mordi e fuggi, bensì di un
percorso obbligato di attenzioni per goderne a pieno il significato.
Per
fortuna anche oggi esistono artisti come i Sincopatici e Claudio Milano che
tengono accesa la fiamma della creatività profonda e tagliente. Isolate la
mente, immergetevi e godete dello spettacolo. Su il sipario. MS
Versione Inglese:
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