Elder
ELDER – Innate Passage
Stickman Records
Genere: Stoner / Psichedelico
Supporto: cd – 2022
“Non
è la più intelligente delle specie quella che sopravvive; non è nemmeno la più
forte; la specie che sopravvive è quella che è in grado di adattarsi e di adeguarsi
meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova. (Charles Darwin)”.
Nel
tempo abbiamo imparato a sposare questo pensiero dettato dai fatti
successivamente inconfutabili. Questo vale anche per la musica, l’evoluzione è
inesorabile, volente o nolente la nostra volontà. Siamo radicati al nostro
passato, a quello che ci ha fatto crescere, alle sonorità che ci ricordano i
periodi più belli della nostra vita e li sembra che tutto sia finito. Un vero
artista non soltanto abbraccia la frase darwiniana, ma la vive sulla propria
pelle, previa l’estinzione. La naturalità di certe scelte è dettata dalla
volontà di sopravvivere e di dare sempre il meglio di se con la personalità
comunque che ci contraddistingue. Un esempio nella musica lo abbiamo avuto dai
Jethro Tull di Ian Anderson il quale ha sempre sposato la moda dei tempi pur
mantenendo intatto il proprio stile, in questo caso quello del flauto. Di
esempi poi ce ne sarebbero davvero a migliaia, oggi uno proviene dall’America e
precisamente da Boston quando nel 2005 un trio di ragazzi iniziano a suonare
Heavy Psichedelico: gli Elder.
Autori
di sei album in studio, intraprendono la carriera musicale fra cambi di line up
e riff massicci per esprimere una musica energica, dalle spiccate capacità
tecniche. Una musica sia per il corpo sia per la mente ma disco dopo disco
mutano pelle, arricchendo il proprio sound d’influenze “Progressive” e di una
psichedelia spesso al confine con il Krautrock. La band di Nick Di Salvo (chitarra,
voce, tastiere) torna dopo il buon “Elder & Kadavar: Eldovar – A Story Of
Darkness & Light” (Robotor Records – 2021) a distanza di un anno e propone
un disco che definirei “differente” rispetto i canoni del loro stile.
Probabilmente la scelta di ammorbidire il suono con innesti sensibilmente
articolati è un’arma a doppio taglio, quella che ti fa perdere fans per strada,
ma che a mio modo di vedere te ne fa acquisire di nuovi. Il gruppo oggi è
completato da Jack Donovan (basso), Michael Risberg (chitarra, tastiere) e
Georg Edert (batteria). Con loro ci sono gli ospiti Behrang Alavi (voce) e Fabio
Cuomo (tastiere).
Cinque
i pezzi che compongono “Innate Passage”, e comunque i riff distorti in modello
Stoner ci sono sempre, anche se ammorbiditi da passaggi acustici ed ambient.
Personalmente
apprezzo molto lo stile di “Catastasis”, effetti eco, arpeggi, sottofondi di tastiere,
cambi di ritmo, un incedere monolitico che fa di questa musica un vero e
proprio trip sonoro da affrontare assieme agli autori. Meno Doom, più Prog,
come in alcune veloci scorribande sui tasti d’avorio. Il mellotron dona al
sound quella tinta vintage che non guasta nel contesto. La parte centrale del
brano mi fa venire alla mente qualche passaggio della band nordica Anekdoten.
“Endless Return” ha un inizio elettronico ed onirico per poi sfociare poi nel
Rock fra giochi di chitarra e batteria. Ottimi strumentisti oltre che amanti
del bel suono, gli Elder giocano e si divertono. “Coalescence” ha molto del DNA
passato della band, una psichedelia trascinante e ricca d’idee che danno il
meglio durante le parti strumentali. “Merged In Dreams – Ne Plus Ultra” è la
classica suite che vorremmo non finisse mai, quella che ti fa chiudere gli
occhi a tua insaputa. La conclusione è affidata a “The Purpose”, qui risulta
più evidente l’ammorbidimento stilistico del combo. Nuove generazioni
indirizzano una strada, chi li ama li segua, io di certo non li lascio soli,
amo essere destabilizzato dalla musica quando questa sembra coccolarci, magari anch’io
sopravvivrò, non lo so, ma di sicuro comunque andrà a finire avrò di che
ascoltare. MS
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