Banda Belzoni
BANDA BELZONI – Timbuctu
MaRaCash Records
Genere: Rock Progressivo Italiano
Supporto: Bandcamp/cd – 2022
Come
osservatore, collezionista e cultore del Rock Progressivo Italiano, ho spesso
raccontato di periodi altalenanti riguardo all’attenzione del pubblico a questo
fantasioso genere. Sappiamo bene che gli anni ‘70 da noi sono stati il decennio
più interessante, non tanto per il numero di uscite ma per la qualità dei prodotti
proposti, ciò è stato dato anche dalla Controcultura che aleggiava come un’utopia
fra le menti dei giovani. Emergere dalla massa con la propria personalità era obiettivo
comune. Poi c’è stato il momento di calo nei primi anni ’80, ma la brace è
calda sotto la cenere, basta soffiare un pochino e questo lo fa il Neo Prog dei
Marillion, Pendragon, IQ etc, svegliando nuovamente l’attenzione del vecchio
fans abbastanza avvilito dalla temporanea dipartita del genere amato. Nuovamente
un calo alla fine dei ’80 e poi la ripresa nei ’90 grazie questa volta a band
nordiche come The Flower Kings, Landberk, Anekdoten, Anglagard etc, ma anche
americane come ad esempio Spock’s Beard ed Echolyn per fare due nomi
importanti. E poi così via, fra alti e bassi sino ai giorni nostri. Da rilevare
nel frattempo il ritorno di grandi band del passato come Delirium, La Nuova
Raccomandata Ricevuta Ritorno, Alphataurus e moltissime altre ancora sorte
negli anni ’70 e riformatesi nei 2000, a dimostrazione che quando aumenta la
richiesta basta rispondere presente. In parole povere il Rock Progressivo
Italiano ha numerosi proseliti anche oggi 2022 e sono moltissime band di
ragazzi giovani a portare avanti il testimone del genere. Ma come ho detto
anche artisti del passato come Gigi Venegoni (chitarre, tastiere, voci) e
Sandro Bellu (chitarre, tastiere, voci) hanno ancora molte cose da dire.
Assieme a Mauro Mugiati (voce e cori), ma anche
Carlo
Bellotti (batteria, piatti e percussioni), Silvano Borgatta (piano e tastiere),
Fulvio Bosio (strumenti a quattro corde), Marta Caldara (Marimba), Andrea
Pettinelli (tastiere) e la partecipazione straordinaria dei maestri Franco
Mussida, Paul Mazzolini e Lino Vairetti, fanno del progetto Banda Belzoni un’ottima
realtà. L’esordio dal titolo omonimo del 2019 è di per se una bella sorpresa ma
oggi la Ma.Ra.Cash Records ce li propone in un concept di undici brani, dove la
band così descrive il contesto: “Giovanni
Battista Belzoni - il Gigante del Nilo famoso per aver svelato i segreti e le opere
degli antichi egizi con le sue straordinarie scoperte - salpa da Gibilterra nel
giugno 1823, destinazione Timbuctù. Si ferma a Madeira, Tenerife, Capo Verde, e
infine atterra sul ramo settentrionale del delta del Niger, a sud di Lagos.
Vuole raggiungere Benin City e da lì salire alla Regina delle Sabbie, da cui
nessun bianco è mai tornato.
Durante il viaggio in mare, ha
pensato a lungo alle sue avventure per l'Europa, ha raccontato con passione ai
suoi compagni di bordo. Parigi, Copenaghen, Londra, Egitto, Russia. Ha
ragionato sulle aziende che l’hanno reso famoso in Europa e ha pianificato la
missione quasi impossibile che lo attende, illuminato dalla fede e dall'amore
Sarah, la donna con cui ha affiancato per oltre vent'anni.
È determinato a riscrivere la
storia. Ma il destino ha deciso che può essere solo una leggenda. Questo disco
racconta cosa è successo navigando, tra tempeste, ricordi, amici, sogni,
languori, amori e buon vino.”.
“Sarah
Sarai” apre il disco e lo chiude, l’intro è breve ma ha la capacità di farci
addentrare immediatamente nel percorso che ci attende. Il mare rumoreggia e
lascia spazio ad un pezzo quasi del tutto strumentale, dove la marimba di Marta
Caldara dei Syndone gioca un ruolo interessante, il pezzo s’intitola “Intrigoni”.
Personalmente qui ci denoto piccole influenze Spock’s Beard miscelate a quelle
della PFM centro carriera. Profumo di anni ’80 nella canzone “Se Mi Oriento”
con un ritornello gradevole e semplice. La più vigorosa “Scrivi Con Ogni Carovana”
è composta da Sandro Bellu, uno dei momenti più Rock dell’album. “La Città
Della Luce” è il primo strumentale del concept con in evidenza la chitarra di
Gigi Venegoni, piacevole e solare. Non mancano di certo cambi umorali e di
tempo, neppure in “Copenhagen”, canzone di classe che mette in vetrina le
capacità artistiche della band. In “Oltre Il Mare” c’è una gradevole sorpresa,
Paul Mazzolini in arte Gazebo alla voce, e a proposito di voci storiche in “Latitudine
Zero” si trova quella di Lino Vairetti dei partenopei Osanna. Altro gioiellino sonoro è “La Nuvola”,
semplice, diretto e con una melodia che difficilmente si può dimenticare, ricco
di storia italica. Il secondo strumentale ha il titolo “Il Discorso Del Se”, e
la chitarra acustica scalda il cuore. In chiusura giunge la seconda parte di “Sarah
Sarai” con la ciliegina sulla torta, la chitarra dell’ex PFM Franco Mussida,
sempre un piacere da ascoltare, vera e propria goduria.
Questo
in definitiva è uno dei periodi in cui il Progressive Rock Italiano sta
nuovamente e prepotentemente rialzando la testa, approfittiamone per goderne al
meglio. Disco consigliatissimo. MS
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