Scherzoo
SCHERZOO
– 05
Lizard
Records/Open Mind
Genere:
Progressive Rock – Zeuhl
Supporto: cd – 2020
I
Scherzoo provengono dalla Francia e precisamente da Lione. Si formano nel 2005
grazie all’idea del compositore e polistrumentista François Thollot. Inizialmente
la formazione non trova molta stabilità, essa la raggiungono circa intorno al
2011, anche se nel tempo le pedine cambiano nuovamente, tuttavia nel frattempo
la band si mette alle spalle molta esperienza suonando dal vivo.
La
musica proposta è completamente strumentale ed è un mix di generi che spaziano
dal Jazz Fusion al sound di Canterbury,
Zeuhl, RIO e Prog sinfonico classico. Come il titolo dell’album lascia
presagire con “05” siamo al quinto sigillo da studio, mentre gli album
precedenti hanno sempre il titolo con numero progressivo, iniziando da “01” che
è dell’anno 2011.
La
formazione oggi vede Clément Curaudeau alla batteria, Anthony Pontet alle
tastiere e sintetizzatori, Grégoire Plancher al piano e Mellotron e François
Thollot al basso. Il packeging che accompagna
il disco è molto semplice ed è in forma cartonata, mentre l’artwork risulta ad
opera di Blériotte.
Il
quartetto si presenta subito coeso in “Sunday Theraphy”, canzone dalla ritmica
spezzata ed interessante. Frammenti di Mellotron fanno capolino su una base
prettamente sorretta da tastiere, il profumo degli anni ’70 aleggia nell’aria,
pezzo ben strutturato e armonioso. Un intro Jazz Fusion apre “Le Réveil” in
maniera quasi sorniona per poi aprirsi in scale decise ed efficaci. Come avrete
capito nelle canzoni non ci sono chitarre, tuttavia qui si può estrapolare
qualche influenza King Crimson e Gentle Giant. I brani sono adiacenti come in
un'unica suite. Il gioco a doppia tastiera ha un fascino davvero intenso,
qualche volta una gioca il ruolo di ritmica, un poco come fanno i Supertramp,
anche se qui della band di Davis non c’è quasi nulla, piuttosto molto del
gigante gentile. Le fughe sonore improvvise a spezzare l’ascolto sono
decisamente un valore aggiunto.
Attaccato
giunge “Plastic Lizard”, pezzo ricercato
ricco di cambi di tempo, alcune soluzioni derivano quasi dall’improvvisazione.
Dei passaggi mi fanno venire alla memoria composizioni di gruppi svedesi come i
Kaipa o i Sinkadus. Intensa l’apertura di “Xzioz”, altra dimostrazione
dell’intesa fra i componenti della band. Qui molto materiale per il Prog fans
che ha di che ascoltare. Ottima la parte centrale che rimanda anche ai nostrani
Goblin.
Sale
ancora il ritmo in “Tourmente Des Nombres” ma è soltanto un momento per poi
scorrere via sorniona, da apprezzare anche il lavoro del basso. Il brano più
breve dell’album con i suoi tre minuti e trentotto secondi s’intitola
“Bacchanales Bucoliques”, breve ma di personalità, lo stile dei Scherzoo è ben
definito. La lunga suite prosegue con “Le Baron Perché”, rispetto a tutto il
materiale sino ad ora ascoltato si può dire che questo è uno dei momenti più
melodici del disco, anche se non esiste una vera e propria ballata all’interno
ma soltanto momenti più pacati e ricercati. Suite a parte ci sono anche i
quattordici minuti conclusivi di “Tsunami”, grande dimostrazione di
composizione, groove e tecnica davvero notevoli.
“05”
si ascolta con piacere, non aggredisce mai e allo stesso tempo muta, sfugge. Un
lavoro onesto che fa di questa musica un gentile e rispettoso abbraccio al Prog
fans, sempre notoriamente esigente e mai sazio. MS
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