Rick Miller
RICK
MILLER – Unstuck In Time
Progressive
Rock Records
Distribuzione: G.T.Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2020
Prosegue
come una macchina schiacciasassi la vena compositiva del polistrumentista
canadese Rick Miller, inesauribile talentuoso artista che da poco ha rilasciato
l’album “Belief In The Machine” (2020 - Progressive Promotion Records). Il
periodo di lookdown ha permesso a Miller di comporre ancora più alacremente,
riuscendo quindi a realizzare un nuovo album a distanza di pochi mesi dal
precedente. Il titolo è “Unstuck In
Time”, un poco lo scrollarsi di dosso il tempo che passa, un viaggio
introspettivo che si svolge in nove tracce.
Assieme
a lui suonano Barry Haggarty (chitarra), Kane Miller (violino, chitarra),
Mateusz Swoboda (violoncello), Sarah Young (flauto) e Will (batteria).
Il
mondo di Miller è un posto incantato per un Prog fans,
dove le sonorità si associano a gemme senza tempo. I punti di riferimento sono
sempre gli stessi, Genesis, Pink Floyd e Moody Blues su tutti.
L’apertura
del disco è lasciata a “The Plauge” e alle sue chitarre “Pinkfloydiane”, il
brano più lungo con dodici minuti e mezzo di durata. La voce è posata, quasi sussurrata
in alcuni momenti. Un passaggio psichedelico si scontra con un movimento
ecclesiastico per coralità ed il violino di Kane Miller, un mondo dal profumo
antico dove in aggiunta il mellotron fa da catalizzatore. Molto bello il
crescendo sonoro con la chitarra elettrica dopo un lungo barcamenare con
l’acustica. Qualche brivido scorre inevitabilmente sulla pelle di chi come me è
cresciuto quotidianamente con questa musica. Per chi mi ha capito aggiungo anche
che molto spesso all’ascolto ci si chiudono gli occhi ed ovviamente non per la
noia. Più canzone “State Of The Emergency”, narrazione di una realtà
drammatica, quella che stiamo vivendo quotidianamente. Da sottolineare i buoni
arrangiamenti, il gusto per il bello Miller lo ha acquisito negli anni, oggi
professionista totale. Tre minuti tastieristici con innesti di elettronica per
“Covid Concerto”, il titolo è più che esplicito. Il classicismo dato dai
strumenti ad arco ed il suono moderno delle tastiere assieme raggiungono un
risultato affascinante. Le atmosfere si fanno più tristi e cupe in “Fateful
Apparitions”, il ritmo iniziale è molto lento dando la sensazione
all’ascoltatore di aleggiare in una sorta di sospensione. Nel proseguo le
condizioni peggiorano in una sensazione quasi spettrale salvo riaprirsi verso
il finale con un assolo di chitarra dove i Pink Floyd hanno regnato nell’olimpo
degli immortali.
Uno
spicchio di sole arriva con “La Causa”, brano dal sapore iberico per l’approccio
della chitarra acustica. Botta di King Crimson all’inizio di “Lost Continuum”,
il mellotron ancora una volta colpisce per poi lasciare immediatamente il palco
al flauto di Sarah Young e al violoncello. Uno strumentale intenso per
emotività. Ritorna l’elettronica con “In Sync Whit The System”, inizialmente
potrebbe benissimo essere la sigla di un programma televisivo degli anni ’70,
questo per farvi capire l’ambiente sonoro. Per chi è a conoscenza della band
americana Lands End dico che qui ci sono molte analogie, soprattutto
nell’approccio vocale. “Broken Clocks” lancia schegge di
Simon
& Garfunkel, ma è un breve lasso di tempo, appena due minuti e mezzo per
poi arrivare alla title track “Unstuck In Time”, mini suite finale. Qui risiede
l’anima di Miller e tutto il suo bagaglio sia tecnico che culturale riguardo
questa musica.
Quindici
dischi in studio, un risultato ragguardevole che testimonia la passione e la
creatività del musicista in questione, non si può restare indifferenti avanti a
musica del genere, ascoltare per credere. MS
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