ANCIENT
VEIL - New - The Ancient Veil remastered
Open
Mind – Lizard Records
Distribuzione:
BTF - Pick Up - GT Music - MaRaCash - Syn-Phonic
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2018
Avete
presente quando si arieggia una stanza? Quando si aprono le finestre e si
riempiono i polmoni di aria pulita, ebbene, questa è la sensazione che si prova
all’ascolto di “New - The Ancient Veil remastered”. Si perché i musicisti genovesi
formati oggi da Alessandro Serri (voce, chitarre elettriche, acustiche,
classiche e 12 corde, basso, flauto), Edmondo Romano (sax soprano e tenore, clarinetti, low
whistle, flauto dolce sopranino soprano & contralto, bansuri, mohozeno) e Fabio
Serri (piano, moog, organo hammond, synth) hanno avuto l’idea di ristampare il
primo omonimo cd edito nel 1995 dalla Mellow Records con una nuova veste, sia
grafica che sonora.
Ciò
che si evince all’ascolto è prima di tutto il miglioramento sonoro, e poi si può
godere della giunta di maggiori strumentazioni. Non a caso il disco è pieno di
ospiti fra fiati, cori ed archi.
Altri
cambiamenti strutturali li ritroviamo nella track list, rispetto al lavoro
originale sono stati tolti quattro brani, che sono comunque raccolti e citati
nella bonus track finale. Questa è una creazione originale di Edmondo Romano,
che compone attraverso l’utilizzo di suoni naturali e di rumori di varia natura
una piccolo suite “collage”, con due composizioni storiche dei primissimi Eris
Pluvia.
La
parte grafica è stata ridisegnata con i quadri di Francesca Ghizzardi.
Il
flauto, il piano, musica che fa stare bene, che si “ascolta” e non si “sente”,
musica che necessita di una particolare attenzione per goderla al massimo delle
proprie potenzialità. L’ampiezza sonora della title track che apre l’album è un
sunto fra la storia Prog del passato e quella del presente, un mix fra New Prog
e il classico sinfonico con la giunta di una punta di Jazz Rock. L’esperienza
artistica dei componenti negli anni si è ampliata di capacità notevoli, questo
porta al lavoro una freschezza ed una spigliatezza ulteriore. La chitarra elettrica
disegna scale sonore interessanti per poi lasciare spazio a momenti rilassanti
ed acustici, con la giunta di fiati.
Movimenti
ampi e mediterranei come nella successiva “Flying”, quasi musica classica, in
effetti il Prog molto si presta a questo tentativo di strutture sonore, una
grande prova l’abbiamo avuta dai loro
concittadini New Trolls, con Bacalov ed il capolavoro assoluto “Concerto Grosso”.
Bellissimo
l’arpeggio di chitarra classica che apre assieme al flauto “Feast Of The
Puppets” e qui ci si rende conto della classe che noi italiani riusciamo a
mettere in campo su questo genere sonoro sempre poco considerato rispetto alla
sua qualità. Uno sforzo creativo che sfocia nel benessere, perché alla fine
dell’ascolto del brano si ha questa sensazione. Questo un piccolo passaggio nel
Folk Prog.
“Creature
Of The Lake” invece torna su energie “genesiane” periodo Gabriel e sono
sensazioni sempre forti. “Gleam” potrebbe risiedere tranquillamente nella
discografia degli Agorà, un pezzo fra l’etnico, il Jazz ed il Folk, una immensa
cultura sonora messa giù con semplicità in poche note, fattore non di poco
conto. “The Dance Of The Elves” è una ballata (appunto) Folk arricchita oltre
che dall’immancabile flauto, anche dal violino, una canzone dal sapore Jethro
Tull. La danza procede con “Dance Around My Slow Time”, altro mix fra passato e
presente, il remastered ha il suo perché. La voce di Cinzia Nocera è profonda ed
ottima interprete dell’aria sonora che la circonda. Con “Night Thoughts” si
evince il perché si denomina questo genere -musica per la mente- tutto assume colori
pastello, e qui la copertina dell’album ci fa da coronamento. Altro passaggio
nel New Prog con “New”, ma in maniera sempre pacata e mai invasiva, l’acustico
fa socchiudere gli occhi mentre le atmosfere si fanno raffinate e sognanti. L’album
ufficiale si chiude con “Talking Frame”, vetrina per le capacità tecniche della
band arricchita anche dal sax.
Personalmente
apprezzo molto lo sperimentare del “Medley” finale, qui ricerca, visione dei suoni, una
rappresentazione forte e diretta che non lascia indifferenti per capacità
espressive.
“New
- The Ancient Veil remastered” precederà di poco l’uscita del live a primavera,
registrato durante due concerti realizzati nel 2017 a “La Claque” di Genova.
Che
dire, per chi vi scrive i The Ancient Veil sono un classico del Progressive
Italiano, concetto ancora astruso per chi resta
solo e sempre avvinghiato alle solite band anni ’70. Occhio amici, come
dicevano i Matia Bazar “C’è tutto un mondo intorno”, in questo caso anche
colorato. Largo ai nuovi classici. MS
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