IN-SIDE
- Out-Side
Andromeda
Relix
Distribuzione:
GT Music
Genere:
AOR / Hard Prog Rock
Supporto: cd – 2017
Esistono
suoni e stili che sembrano non avere mai alle spalle il fardello del tempo
passato, I cosiddetti stili “sempreverdi”, ben distinguibili e cristallini come
ad esempio l’AOR, acronimo di album oriented radio. Avrete intuito che questo è
il lato più ruffiano dell’Hard Rock, quello più orecchiabile e di facile
memorizzazione, tuttavia l’AOR molto spesso si lascia supportare da
infiltrazioni di Progressive Rock che lo impreziosisce e lo rende appetibile ad
un pubblico ancora più ampio. Eppure fare questo genere musicale, così semplice
da descrivere non lo è per chi lo compone e suona. Servono buone intuizioni
melodiche, i brani che accalappiano al volo l’attenzione di chi ascolta (ad
averla questa magica formula… Saremmo tutti dei geni milionari), miscelati con
una buona dote tecnica strumentale e vocale. Quindi esempi di band sono i Toto,
Journey, Alan Parson Project, Gotthard, Asia, Europe, Survivor etc etc..
Lo
sanno bene i torinesi In-Side capitanati dal tastierista e compositore Saal Richmond (Salvatore
Giacomoantonio). Richmond si coadiuva di artisti come David Grandieri
(tasteiere, cori), Beppe Jago Careddu (voce), Abramo De Cillis e Cloud Benvenuti (chitarre), PJ Philip
(basso, cori) e Marzio Francone (batteria). Francone è anche l’ingegnere del
suono. Gli In-Side quindi lo sanno e cercano di riproporre l’AOR nel miglior
modo possibile.
Due
tastiere perché il genere deve essere pomposo e quindi “pompato”,
necessariamente il suono ci deve travolgere ed avvinghiare, anche questo è nel
bagaglio culturale di In-Side.
Venendo
all’album, “Out-Side” è composto da sette canzoni ad iniziare dal breve intro
di ruolo qui con il titolo “The Gate”. “The Signs Of Time” racchiude in se
tutto quello che deve esserci nell’AOR, annesso assolo di chitarra che ti
spettina. E quindi classe, e questa scaturisce
a seguire in “The Running Man”, oppure nella ampia “Block 4 (The Russian
Woodpecker)”, con piccole puntate nel mondo Queensryche di “Rage For Order”. L’ascolto
in senso generale trasuda di anni ’80 e chi di questo suono gode, qui ha il suo
bel da fare.
Graziosa
e delicata “I’M Not A Machine” con una interpretazione vocale sentita e degna
della linea melodica. Elettronica apre “Break Down”, canzone più ricercata con
puntate nel Prog, bello l’annesso assolo di chitarra. L’album si chiude con una
semiballata bellissima dal titolo “Lie To Me”, con coralità e un motivo
ficcante diretto al cuore. In senso generale aleggia nelle canzoni tanta
sensibilità.
Probabilmente
se vogliamo ricercare un difetto a questo album che gradevolmente si lascia
ascoltare nella sua interezza, è la mancanza di una vera e propria hit, come le
band da me succitate da esempio di AOR invece hanno saputo scrivere negli anni. Ma ho anche
sottolineato che avere questa formula magica non è semplice e neppure da tutti.
Mi auguro che il progetto In-Side ricopra al più presto anche questo tassello
mancante e allora parleremo di una (l’ennesima) realtà italiana seconda a
nessuno, perché noi italiani abbiamo solo il bisogno di credere di più in noi
stessi e non di cercare sempre fuori un qualcosa di aleatorio. MS
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