Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 10 agosto 2013

Pendragon

PENDRAGON - Pure
Toff Records

Distribuzione italiana: - Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 2008



Ascoltare i Pendragon è come affrontare un viaggio temporale. Nel suono della band di Nick Barrett comunque sia, ci sono dei punti di riferimento inamovibili, ad esempio la sua chitarra. I Pink floyd più ispirati sono un solido punto di riferimento al quale Nick attinge brano per brano. La band attiva dal 1978, quando assieme ai Marillion , IQ, Pallas e pochi altri creano il New Prog, ci ha entusiasmato con lavori davvero epocali. Come non rimanere estasiati avanti al trittico “The World”, “The Window Of Life” e l’irraggiungibile “The Masquerade Overture”, episodi che segnano più che un ascoltatore, riportando il genere Progressive all’attenzione del grande pubblico. Poi episodi personali segnano la vita dell’artista Barrett, la separazione coniugale destabilizza il suo stato umorale e questo in qualche modo si ripercuote anche nella musica. Seguono buoni album come “Not Of This World” e “Believe”, ma qualcosa sembra essersi inceppato. Si ha come la sensazione che i Pendragon girino ciclicamente il meglio dei loro pezzi senza variarne di molto il contenuto e la forma, in parole povere un periodo di apparente stagnazione artistica. C’è bisogno di una svolta, come è accaduto da “Kowtow” a “The World” negli anni ’80, pur come dicevo all’inizio, strettamente dentro ai punti di riferimento inamovibili.
Ecco allora che in “Pure” il lavoro di arrangiamento del grande tastierista Clive Nolan (Arena, Strangers On A Train, Shadowland etc.) diventa un punto importante. Via le tastiere protagoniste assolute e quindi invadenti, per un avvicinamento ad un suono più elettronico fine e poco invasivo. L’album è decisamente più chitarristico e se vogliamo anche più duro. Non resta che constatare, o meglio sottolineare, l’importanza che Steven Wilson (Porcupine Tree, Blackfield, No-Man, etc.) ha avuto per il Progressive moderno, le sue arie malinconiche e le atmosfere dure e psichedeliche le ritroviamo dappertutto, in tantissime band Prog di oggi e neppure i maestri del genere esulano da questo fatto. Il sound si rinfresca dunque, il connubio New Prog e Psichedelia è stupendo e due brani come “Indigo” e “It’s Only Me” da soli valgono l’acquisto del disco. Un Barrett perfino ingrassato, ma più deciso, coraggioso nel voler tentare una svolta nella sua stupenda carriera. La ritmica di Peter Gee (basso) e Scott Higham (batteria) è perfetta, trascinante quanto serve.
“Pure” è un disco che grida vendetta, date ai Pendragon quello che è dei Pendragon! Capolavoro? Quasi, assolutamente sfiorato, solo a causa della mancanza di un altro brano spettacolare come i sopraccitati, ma per chi scrive tutto questo è di già sufficiente.
Overdose di adrenalina, Barrett arrabbiato il giusto, una nuova faccia, un sound fresco e moderno. Tanto di cappello signori, non fermate la vostra mutazione, qui gia si gode da matti. 30 anni di Prog non a caso! Auguri. MS


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