PLURIMA MUNDI – Percorsi
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2017
Molto
spesso capita di fare alcune riflessioni sulla vita, come la si affronta o la
si subisce, perché in effetti non tutto va come deve andare. L’origine, o per
meglio dire la partenza e l’arrivo sono i due punti estremi, ma l’importante è
il viaggio ed esso ci segna e ci plasma sotto tutti i punti di vista.
Tornano
i pugliesi Plurima Mundi dopo l’esordio dal titolo “Atto I” (2009 – Ma.Ra.Cash
Records) e lo fanno per raccontarci questo concetto del “viaggio” in quattro
brani. I testi sono ad opera della scrittrice Maria Giuseppina Pagnotta.
I
Plurima Mundi si formano nel 2004 a Taranto da un idea di Massimiliano Monopoli
(compositore, violinista e maestro). La musica che propongono è rivolta al
Progressive Rock nel senso generale, ma in essa si incastonano numerose
influenze, quali il Jazz, la World Music, il Rock, la Fusion e la musica
cinematografica, il tutto legato da quella splendida condizione denominata “mediterraneità”.
Sono un sestetto, oltre che da Monopoli, composto da Massimo Bozza (basso),
Grazia Maremonti (voce), Silvio Silvestre (chitarra), Lorenzo Semeraro
(pianoforte) e Gianmarco Franchini (batteria).
L’album
si apre con una mini suite di quasi undici minuti dal titolo “Eurasia”. Una
cavalcata strumentale. E’ la batteria a fare un breve intro al pezzo, fin da
subito si può godere di una buona registrazione, i volumi sono equilibrati e le
strumentazioni nitide. Il violino sale in cattedra e traccia il solco da
intraprendere nelle melodie. Nel brano esistono tutte le prerogative che
rendono il Progressive Rock italiano degno di nota ed immortale, cambi di
tempo, solo strumentali, un puzzle inconfondibile e a tratti dallo stampo
classico. Il suono è pieno, caldo e rivolto sempre con lo sguardo verso una
melodia semplice e gradevole. Qui non c’è sperimentazione quanto voglia di
comunicare immagini come in una colonna sonora di un film.
Segue
“E Mi Vedrai… Per Te”, qui gli anni ’70 aleggiano nell’aria, con voce e piano
fra dolcezza ed enfasi, vera a propria vetrina per le grandi doti malleabili di
Grazia Maremonti.
“L….
Tu Per Sempre” è una canzone che viene riproposta nell’album anche come bonus
track finale in versione singolo, l’originale è di otto minuti e punta sulla
suddetta mediterraneità, non a caso può richiamare alla mente certi passaggi di
band come PFM ed altre ancora.
La
suite conclusiva “Male Interiore (La Mia Età)” ha un inizio introspettivo,
relegato agli arpeggi di una chitarra di Genesiana memoria, mentre lo
svolgimento va emotivamente in crescendo. Le sferzate di violino donano al
brano incisività e sono degno tappeto per la voce di Grazia.
Perché
comperare nel 2017 ancora un disco di musica così' variegata?
Semplice, perché è fatto per il piacere di suonare, senza astrusi fini,
sincero, professionale, concepito da persone che sanno suonare. Lo stile
Plurima Mundi è ricco di immagini, a volte anche “scolastico”, ma nel buon
senso del termine, concettuale e storico. Definirla "musica per la mente" è quantomeno doveroso. MS
Nessun commento:
Posta un commento