DANIEL
GAZZOLI PROJECT – Night Hunter
Street
Symphonies Records / Andromeda Dischi
Genere: Heavy Metal – Virtuoso
Support: cd – 2016
Ho
sempre apprezzato chi ha proposto musica Heavy Metal in stile anni ’80, anche perché
per il genere non sono stati altro che i migliori. Di conseguenza ho seguito
con attenzione anche la scena di chitarristi virtuosi, su tutti giusto per fare
un solo nome, J.Y. Malmsteen. Resta di fatto che molto spesso ci si andava ad
avvinghiare nella tela dell’esagerazione, dove il tecnicismo prendeva spesso e
volentieri il sopravvento a discapito della melodia.
Anche
in Italia ci siamo sempre difesi bene, una nutrita serie di chitarristi hanno
dato luogo sia a concerti che a dischi interessanti. Ma non è facile riuscire a
propinare questo genere ad un vasto pubblico, generalmente si relega ad una
nicchia che comunque ha il suo giusto seguito.
Il
perché è scritto nelle mie parole, ossia comunque la musica deve essere in
qualche modo di facile memorizzazione, scale infinite in pochi secondi a lungo
andare non rendono giustizia al brano.
Ecco
quindi che parlare oggi di Daniel Gazzoli è un piacere, e per chi vi scrive
anche una gradita scoperta. Si, un piacere perché nel disco “Night Hunter” si
celano emozioni che variano di stile e di intensità. La tecnica è a favore
della composizione e il tutto fa guadagnare in freschezza. Probabilmente anche il gusto
per un certo tipo di AOR che rende l’ascolto più semplice e ruffiano, sarà
perché la base Blues si sente, ma nei nove brani che compongono l’album non c’è
mai da annoiarsi.
In
questo progetto personale, Gazzoli si avvale di validi musicisti come Leonardo
F. Guillan (voce), Luke Ferraresi (batteria) e Luca Zannoni (tastiere).
I
brani si aggirano tutti attorno ai cinque minuti, ad iniziare dalla title track
“Night Hunter” e la voce di Guillan sale subito in cattedra. Reminiscenze
Queensryche e molti anni ’80 in questa sorta di macchina del tempo. Segue
l’Hard Rock di “Forged By The Pain” e l’AOR di “Liar” brano denso di déjà vu, ma
proprio per questo efficacie e da cantare. Odore di Aerosmith in “Self
Destruction Blues” mentre cresce l’enfasi con “Heartblame”, refrain
godibilissimo e un nuovo tuffo nel passato. Sale il ritmo e l’epicità con
“Run”. Si tira il fiato con la ballata “Prayer For An Angel”, voce e piano
iniziano e colpiscono nell’animo, in un crescendo sempre di facile riuscita,
specie nel momento del solo di chitarra. “Dont Leave Me Alone” è un altro
frangente AOR godibilissimo e a chiudere “The Beat Of My Heart”, un mix fra
Saxon ed Iron Maiden per intenderci.
Il
disco scorre piacevolmente e questo si sa è sinonimo di buona riuscita.
Complimenti
a Daniel Gazzoli e alla sua band, sono sicuro che questo disco girerà spesso
nello stereo della mia macchina perché questo Rock è anche stradaiolo,
compagnia da viaggio per rimanere piacevolmente svegli e pimpanti. Dategli una
possibilità. MS
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