Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

venerdì 24 ottobre 2014

Vuoto Pneumatico

VUOTO PNEUMATICO – Vuoto Pneumatico
La Cantina Appena Sotto La vita
Genere: Avanguardia/Poesia Rock
Supporto: cd – 2014


…E scopri che è possibile unire la poesia con la sperimentazione, la teatralità con un trapano, il canto sciamanico con il Rock acustico ed elettrico. Tutto è possibile nell’arte, perché è l’espressione dello stato d’animo dell’uomo espresso con un differente linguaggio, c’è poi chi si sente esploratore e chi no. Nel tempo passato ci sono stati nomi illustri che hanno lasciato lavori singolari, ad esempio John Cage tanto per citarne uno, ma la sperimentazione e l’avanguardia non hanno confini e neppure mete. Gianni Venturi (voce) e Giacomo Marighelli (chitarra) dopo alcune serate live dedite all’improvvisazione, uniscono le forze per creare in studio “Vuoto Pneumatico”. Venturi probabilmente lo conoscerete già, poeta e cantante del gruppo Prog Jazz, Altare Thotemico, mentre Marighelli lavora con lo pseudonimo di Margaret Lee ed è compositore di musiche per video e spettacoli teatrali. “Vuoto Pneumatico” è proprio il titolo di uno spettacolo teatrale della compagnia TEATROSCIENZA di Alex Gezzi, Eugenio Squarcia ed Elena Pavoni. Ebbene ci lasciano un disco per pensare, per colpire la mente, per emozionare lo spirito che è in noi, tutto questo soltanto se si ha la capacità di sapere ascoltare.
Tredici pezzi che  sferzano il cervello, la poesia di Venturi non è mai scontata, è ricolma di parole stridule come riesce a fare un gessetto sulla lavagna, ma anche accarezzare, coccolare, il tutto sempre con spavalderia ed irruenza. Spesso è  sbattere in faccia la realtà, grida di chi è stanco di vedere attorno a se cose che sfuggono alla norma del vivere degnamente. Il Vuoto Pneumatico è vessillo di questo progetto, un viatico per riflettere, supportato da un suono a volte anche elettronico, grazie all’ausilio di Federico Viola e Friedrich Canè e di altri amici come il violoncellista Eugenio Squarcia e Mario Montalbano (percussioni).
Curato ed esaustivo l’artwork con i testi scritti, oltre che elegante la confezione cartonata.
Immagini che fotografano un significato, su questo Venturi ne è maestro.
Ma il disco si apre con il testo di Giacomo Marighelli, dal titolo “Vuoto Pneumatico”, l’unico a suo nome e recitato a sua voce, in cui la tristezza viene descritta come “La marionetta della gioia che si rompe!”. Si tratta della donna che è vita in quanto “Fiore Uterino”, mentre il maschio fa la guerra ed è dolore. “Madre che a tutto davi un nome che la sofferenza tua hai chiamato: MAI PIU’”. Significati forti e veri sottolineati dalla ricerca fonetica e dalla perfetta musica di Marighelli.
Bellissimo sunto della società odierna in “Aaaah”, dove l’autore si sente estraniato, dal cuore freddo, ma che comunque conclude con un auspicio, “Che possa il deserto che avanza sciogliere il mio cuore di neve…”. Il suono acustico della chitarra accompagna anche “La Notte”, inno a questa parte della giornata che sempre ha affascinato l’uomo facendolo meditare, privo degli isterismi giornalieri. Incongruenze nella bella “Ventose Vie”, fra amore e vita avversa.
A questo punto un “Intermezzo” sonoro dato dalle chitarre in stile The Shadows con una punta di Psichedelia, per poi riprendere con “Polline Di Sogno” dove siamo connessi con il dolore e siamo “tutti muti”.
Dedica sensibile con “A Tutte Le Madri” tra il bagno di Gong ed il bastone della pioggia di Mario Montalbano, atmosfere surreali fra suoni e parole. Campana tibetana, cimbali, basi elettroniche voci e chitarra per “Numeri Primi”, saggio di matematica e spiritualità. I mondi di “Vuoto Pneumatico” sono elastici, perscrutativi, caldi e freddi. E allora ecco “Buon Natale”, fra augurio e constatazione, oppure l’inno alla vita di “Perso Nella Danza”.
Altro bell’esempio di descrizione poetica a riguardo di ciò che ci circonda, lo possiamo ascoltare in “Buio Asmatico”, un insieme di tasselli visivi che compongono un puzzle di quotidianità  dal quale se ne possono sentire gli odori tanto sono ben esposti. Ed il disco si conclude con “La Rete”, lode alla vita.
Chi lo ha detto che le poesie non si possono cantare? Se amate ascoltare, se amate la poesia, la rappresentazione sentita ed il pensare, non fatevi sfuggire questo esordio per nessun motivo, vi farà sentire vivi. Il suo nome? Poetry-Rock.(MS)

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