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giovedì 17 ottobre 2013

Traumhaus

TRAUMHAUS – Das Geheimnis
Progressive Promotion Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2013



Quando nel 2013 un disco incomincia con il Mellotron e con una chitarra alla Steve Hackett, già ha detto tutto al Prog fans. Sembra che il tempo non voglia mai passare, così non esiste rassegnazione nell’apparente torpore del genere. Ancora fermento dunque attorno al Prog ed ascoltare il tastierista cantante Alexander Weyland proporsi come un Gabriel che canta in tedesco, fa intendere che l’interesse in verità non è mai scemato. Fra alti e bassi il Prog cammina e a volte come nel caso dei Traumhaus, è una vera macchina del tempo.
Sono trascorsi cinque anni dall’uscita del precedente “Die Andere Seite” ed il viaggio prosegue con l’ausilio dello special guest Jimmy Keegan (Spock’s Beard, Santana) alla batteria. Tastiere in cattedra, vero leitmotiv dell’intero lavoro quelle di Alexander e comunque l’insieme dimostra amalgama ed intesa. Tobias Hampl (chitarra), Sebastian Klein (basso) e Stefan Hopf (batteria e Loops) traghettano la band in meandri anni ’70 con personalità e sicurezza.
Disco Prog a tutti gli effetti, per questo non esulano le lunghe suite, come nel caso di “Das Vermachtnis” con i suoi ventisette minuti e “Das Geheimnis Teil 2” con quasi tredici. L’assolo di chitarra nella lunga suite mi fa viaggiare ad occhi chiusi, come raramente oggi capita di fare. Musica piena, suoni ovunque sempre grazie al lavoro delle tastiere. Possono mancare i cambi di tempo ed umorali? Certamente no e questo accompagna l’ascolto con saggezza e professionalità. Questo ultimo termine raramente lo colloco in una recensione, perché negli ultimi anni poche sono state le occasioni per poterlo fare. Detto questo vorrei comunque chiarire che “Das Geheimnis” non è un capolavoro, ma un disco perfetto per il Prog fans DOC, per il nostalgico ascoltatore che cerca Mellotron e quant’altro il genere ha elargito negli anni. Non tutti gli ascoltatori di Rock sono disposti ad una scorpacciata del genere, questo è inevitabile.
Un ampia boccata di respiro si prende con “Wohin Der Wind Dich Trägt”, atmosfere pacate e leggere che denotano un velo di nostalgia, come quella rappresentata nel curato artwork di Günther Schneider. Qui tornano alla memoria alcuni passaggi in stile Anekdoten, un crescendo emotivo che comunque non lascia di certo indifferenti.
Puntata nel Metal Prog con “Frei”, non in maniera del tutto pesante come distorsione vorrebbe, ma soltanto di supporto alla ritmica. Meno tastiere e più chitarra. “Das Geheimnis Teil 2” chiude l’album emozionando fra passato e presente.

I Traumhaus, supportati da una buona produzione, non lasciano indifferenti, colpiscono anche le anime gotiche e piacciono soprattutto a chi segue i Discipline di Matthew Parmenter. Un album che ha un ulteriore pregio che mi sento di rimarcare, acquisisce piacere ad ogni ascolto aggiunto, sinonimo di buona fantasia, quella che deve lavorare quando si accende lo stereo per ascoltare la musica…la nostra amata musica! (MS)

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