Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

martedì 8 maggio 2012

Popol Vuh

POPOL VUH - Das Hohelied Salomos
SPV

Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 1975 (2005)




La SPV si è presa l’onere di riportare alla luce la discografia di una storica formazione del Progressive tedesco e oggi e il turno di questo “Das Hohelides Salomos”. La band è sorta per il merito di uno dei personaggi più importanti della musica teutonica, Florian Fricke (morto nel dicembre 2001 all’età di 57 anni). L’artista è pervaso da influenze spirituali dovute a viaggi nell’estremo oriente ed India, una spiritualità che si riversa in suoni sacri, ma anche classici e Rock. Studia il pianoforte a coda e successivamente esordisce nel mondo musicale con un album di musica elettronica dal titolo “Affenstunde” (Liberty-1971). In realtà i Popol Vuh vedono la luce nel 1969 a Monaco, ma servono loro quasi tre anni per comporre questo primo lp. Con il successivo “In Den Gaerten Pharaos” (Pliz-1972) l’autore si allontana da quel genere musicale per entrare nello spiritualismo umano, registrando il lungo brano portante addirittura in una cattedrale. Seguono altri lavori di Rock religioso, fino a giungere nel 1975 a questo disco concept ispirato dalle “Song Of Solomon”. Sin dalla copertina si assaporano le atmosfere indiane, le quali vengono fuori in tutto il loro fulgore grazie al Sitar di Al Gromer ed ai Tabla di Shana Kumar.
Questo è da considerarsi uno dei punti più alti della carriera di Fricke, dedita successivamente anche a colonne sonore di films e produzioni cinematografiche.
I brani contenuti nel cd sono dodici, tutti pregni di atmosfere sognanti e positive, a tratti riconducibili ai Pink Floyd del periodo “A Saucerful Of Secrets”, come l’iniziale “Steh Auf, Zieh Mich Dir Nach”. Nel complesso è un trip di trentotto minuti ed è un piacere lasciarsi trasportare dalle dolci note acustiche e dalla voce di Shana. Chi ama i Pink Floyd resterà sgomento all’ascolto di “Du Schonste Der Weiber” e “Du Tranke Mich Mit Deinen Kussen”, ma in realtà è tutto il cd che rapisce.
Non resta che ringraziare la SPV per averci ridonato questo gioiello che farà la gioia di coloro che vedono la musica come mezzo di trasporto verso lidi spirituali, dove regnano solo l’amore e la pace dei sensi. MS



POPOL VUH - Letzte Tage - Letzte Nachte
SPV

Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 1976 (2005)




Se con il precedente “Das Hohelieds Salomons” nel 1975 i Popol Vuh erano un trio (Fricke, Fichelscher e Yun), con il successivo “Letzte Tage- Letzte Nachte” del 1976 rimangono un duo per le defezione di Yun. La SPV prosegue le ristampe di questi piccoli gioielli progressivi, fotografando il gruppo tedesco nel massimo dello splendore. I suoni di matrice spirituale con riferimenti all’India qui sembrano allontanarsi e Fricke e Fichelscher si avvicinano molto di più al Rock, specialmente a quello degli Amon Duul II.
Il duettare fra la chitarra e le tastiere ci conduce in paesaggi bucolici, come quelli rappresentati nella copertina. “Der Grosse Krieger” ci propone i Popol Vuh nella loro nuova veste, ma è con “Oh Wie Nah Ist Der Weg Hinab” che ascoltiamo materiale più interessante, un Rock quasi lisergico con influenze Pink Floyd periodo “A Saucerful Of Secrets”. Ci sentiamo trasportati dalla chitarra e dal suo interminabile lamento anche nella successiva “Oh Wie Weit Ist Der Weg Hinauf”, davvero uno sballo sonoro psichedelico. Se vogliamo ascoltare, fra virgolette, suoni più folcloristici dobbiamo giungere a “In Deine Hande”, canzone più leggera pur conservando fra le note la matrice Popol Vuh. Fricke nella sua immensa carriera ha scritto pagine importanti e questo “Letzte Tage - Letzte Nachte” è senza dubbio un tassello importante del cammino. “Kyrie” è come un tatuaggio sulla pelle per i Popol Vuh, il lirismo è l’esatta rappresentazione della filosofia sonora del duo, che si stampa perfettamente fra le note. Finale più Rock con “Dort Ist Der Weg” e “Letzte Tage-Letzte Nachte” . Musica intensa, incantevole, ipnotica, un piccolo passaggio in un volo pindarico emozionante ed allo stesso tempo rilassante.
La SPV ci allega tre bonus tracks, le quali non fanno altro che arricchire di per se un disco che, da solo, gia vale l’acquisto. Qualcuno mi spieghi nel dettaglio cosa avevano questi anni ’70 di così magico, perché ora non c’è più tutta questa ispirazione? MS



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