Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

venerdì 4 maggio 2012

IIIV Strada

VIII STRADA - La Leggenda della Grande Porta
Ma.Ra.Cash

Distribuzione italiana: Venus
Genere: Prog
Support: CD - 2008


Pur trattandosi di un debutto questo dei milanesi VIII Strada, mette alla luce tutta l’esperienza e le capacità tecniche dei singoli componenti. Infatti la band è da anni nel mondo musicale, molte date dal vivo, soprattutto come cover band, portano amalgama fra i strumentisti. L’innesto dell’ospite tastierista Larsen Premoli (Looking For A Name – Fire Trails) porta una ventata di energia positiva e finalmente nel 2008 gli VIII Strada danno alla luce questo debutto di brani propri dal titolo “La Leggenda Della Grande Porta”. Tito Vizzuso canta in italiano ed è eccellente interprete dei brani, mentre le chitarre di Davide Biscardi descrivono notevoli scale musicali in assolo possenti e tecnici. Ancora tastiere con Silvano Negrinelli, mentre la sezione ritmica, più che precisa, è composta da Davide Maltagliati al basso e da Riccardo Preda alla batteria.
Le canzoni come il genere richiede, sono di medio-lunga durata e godono di un interessantissimo equilibrio fra il Prog degli anni ’70 ed il Metal Prog. Perfetto esempio è il brano “Ulysses”, davvero carico di emozioni e specchio di una band che si distingue nettamente dalla massa di cloni che, negli anni, non hanno fatto altro che scimmiottare i Genesis , i King Crimson e compagnia bella. Lo stesso brano d’apertura, ossia la title track “La Leggenda Della Grande Porta”, mette subito in evidenza l’importanza del songwriting. La band mostra la conoscenza del nostrano Progressive Rock e con intelligenza lo unisce con quanto insegnato dai Dream Theater negli anni ’90, per un risultato assolutamente piacevole e di buona personalità. La tecnica non soffoca la musica, si cerca di dare sempre più importanza alle armonie piuttosto che alle scale impossibili, un equilibrio preciso che sicuramente mette tutti d’accordo, sia gli amanti del Metal che del Prog più canonico.
La strumentale “Sinergy” è un altro pezzo da ascoltare a tutto volume, velatamente malinconico e sentimentale, con cambi umorali repentini ed inattesi. Qui la band si sbizzarrisce in fughe sonore, scappando e raggiungendosi in continuazione, lasciando in chi ascolta la sensazione di stupore e di appagamento. Un muro sonoro dall’impatto inaspettatamente morbido. “Laguna Di Giada” ritorna a raccontare episodi stile PFM, con una chitarra che spezza la quiete delle melodie vocali di Tito. Breve chitarra acustica in “Amenecer” e gran finale con i sette minuti e mezzo di “Terre Dei Falò”. Questo in poche parole è “La Leggenda Della Grande Porta”, un disco fresco e maturo allo stesso tempo, consigliato ovviamente a chi ha il palato sopraffino in ambito Metal Prog e non solo.
Qui signori miei c’è dentro Musica con la “M” maiuscola e se stiamo parlando di un debutto, spero di non dover attendere molto per ascoltare il seguito. Tanto di cappello! MS


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