GAYLE
ELLETT & THE ELECTROMAGS – Friends
PeacockSunrise
Records
Genere:
Eclectic Prog
Supporto:
Digital /CD – 2023
Come
accade per un libro, un disco resta un buon amico su cui porre la tua fiducia,
ed è sempre lì dove lo hai collocato, anche per anni… E ti aspetta, non ti
tradisce mai. Da ciò traggo una lezione, la musica va goduta lentamente, con un
ascolto fatto al momento giusto e con lo stato d’animo altrettanto giusto. Non
sempre si ha la necessità di ascoltare musica di sottofondo con un frugale e
distratto ascolto, capita a volte che ci si debba concentrare per capire al
meglio le sensazioni che si provano.
Altresì
ci sono stili sonori che sembrano non avere tempo, non facili da collocare in
un periodo ben definito della nostra vita. Non so se vi è capitato mai di
ascoltare la musica degli americani Djam Karet, una band molto prolifica e
tecnicamente preparata, influenzata principalmente da gruppi come King Crimson
o Ozric Tentacles, questa ha nelle righe il chitarrista e polistrumentista Gayle
Ellett.
Durante
il periodo del lockdown, Ellett si sofferma spesso sul terrazzo a suonare la
chitarra e guardare al cielo, e questo mi riallaccia al preambolo del discorso,
serve pazienza nel poter godere a pieno di una cosa, in questo caso è (come
dicevano le nostre Orme) uno sguardo verso il cielo, dove la nostra esistenza
si sofferma nella consapevolezza dell’immenso e dell’infinitamente piccolo.
Gayle
Ellett & The Electromags è un progetto che con “Friends” giunge al secondo
suggello, dopo “Shiny Side Up” e nasce con l’intento di unire più amici da
tutte le parti del globo, questo grazie alla tecnologia moderna che si può
utilizzare da casa senza uscire allo scoperto. Ellett, con di base Craig Kahn
(batteria) e Mark Cook (basso), mette in contatto ben ventidue musicisti, fra i
quali spiccano membri di Baraka (Giappone), Minimum Vital (Francia), Aisles
(Cile), Electric Swan (Italia), Shylock (Francia), Edhels (Monaco) e California
Guitar Trio (USA). In una sorta di staffetta di file, le canzoni si riempiono
come in una grandissima jam session e il risultato finale formato da tredici
tracce, viene intitolato “Friends”.
L’
Hammond
B3 si lancia spesso in passaggi allegri durante lo svolgimento dei brani, come
nel caso di “Viewer Discretion Advised”, in cui il dialogo con la chitarra di
Ted Price è coinvolgente. Le parti ritmiche sono la base su cui gli artisti
sono partiti, dunque il loro ruolo è di vitale importanza per il risultato
finale, ecco dunque un altro esempio di buona jam nel brano “The Many Moods”,
con Brian Chapman alla chitarra. Maggiormente ponderata “Valencia”, per poi
ritornare verso un ritmo maggiormente sostenuto, quello di “It’s All San
Andreas’ Fault” che vede come ospiti Marc Ceccotti e Joee Corso.
Tuttavia
dall’ascolto generale si evincono non soltanto le jam ma anche la volontà di
comporre brani veri e propri in cui la ricerca della composizione non passa di
certo in secondo piano, come nel caso di “TransPacific Highway” con l’apporto
di Issei Takami e Shin Ichikawa dei Baraka. Tanta storia fra le note di
“Splitting Hairs”, ad apportarla è la chitarra elettrica di Dudley Taft, così
il discorso è analogo per “Maximum Connection” che vedono Thierry Payssan, Bill
Polits e Aquiles Magaña dialogare con i loro strumenti in un brano prossimo al
Progressive Rock. Il sound sudista di “Three Parsecs From Tucson” con Carl
Weingarten, Walter Whitney e David Udell è gradevole a tal punto che quattro
minuti sembrano durare la metà. Il Blues con influenza Funk sale in cattedra
grazie a “Maria’s Lakeside Drive “ e Barry Cleveland. Seguono “Guitar City “
con Paul Richards, “ Sons Of Sebastien” con Lucio Calegari, German Vergara e
Juan Pablo, “Bueno Sanga” con Alvarez Ortega Bianchi e Jim Crawford, e la
conclusiva “1960 Ocean Front Walk” con Frederic L'Epee, tutti brani dall’ascolto
piacevole oltre che ricercato.
“Friends”
è uno spaccato di quello che è stata la nostra società musicale nei tempi di
reclusione forzata dovuta al Coronavirus, anche un momento per riflettere e
capire che l’uomo non può fare mai a meno della musica, ma soprattutto del
contatto umano. Un esempio. MS
Versione Inglese:
GAYLE ELLETT & THE ELECTROMAGS - Friends
PeacockSunrise Records
Genre: Eclectic Prog
Support: Digital /CD - 2023
As with a book, a record remains a good friend to put
your trust in, and it's always there where you've placed it, even for
years--and it waits for you, never betrays you. I take a lesson from this,
music should be enjoyed slowly, with listening done at the right time and with
the right state of mind as well. One does not always have the need to listen to
background music with frugal and distracted listening, it happens sometimes
that one has to concentrate to better understand the feelings one is experiencing.
Likewise, there are sound styles that seem timeless,
not easy to place in a well-defined period of our lives. I don't know if you
have ever listened to the music of the Americans Djam Karet, a very prolific
and technically trained band, mainly influenced by bands like King Crimson or
Ozric Tentacles, this one has guitarist and multi-instrumentalist Gayle Ellett
in the lines.
During the lockdown period, Ellett often lingers on
the terrace playing guitar and looking to the sky, and this brings me back to
the preamble of the talk, patience is needed in being able to fully enjoy a
thing, in this case it is (as our Orme used to say) a gaze to the sky, where
our existence lingers in awareness of the immense and the infinitely small.
Gayle Ellett & The Electromags is a project that
with “Friends” reaches its second seal, following “Shiny Side Up”, and was born
with the intention of uniting more friends from all parts of the globe, this
thanks to modern technology that can be used from home without going out in the
open. Ellett, based on Craig Kahn (drums) and Mark Cook (bass), connects as
many as twenty-two musicians, including members of Baraka (Japan), Minimum
Vital (France), Aisles (Chile), Electric Swan (Italy), Shylock (France), Edhels
(Monaco) and California Guitar Trio (USA). In a kind of file relay, the songs
fill up as in a huge jam session and the final result consisting of thirteen
tracks, is titled “Friends.”
The Hammond B3 often launches into upbeat passages as
the songs unfold, as in the case of “Viewer Discretion Advised,” in which the
dialogue with Ted Price's guitar is engaging. The rhythm parts are the basis on
which the artists started, so their role is vital to the final result, so here
is another example of a good jam in the track “The Many Moods”, with Brian
Chapman on guitar. More thoughtful “Valencia”, then back toward a more
sustained rhythm, that of “It's All San Andreas' Fault,” featuring guests Marc
Ceccotti and Joee Corso.
However, the general listening reveals not only the
jams but also the willingness to compose real songs in which the search for
composition certainly does not take a back seat, as in the case of
“TransPacific Highway” with the contribution of Issei Takami and Shin Ichikawa
of Baraka. Lots of history among the notes of “Splitting Hairs,” bringing it is
the electric guitar of Dudley Taft, so the discourse is similar for “Maximum
Connection” that see Thierry Payssan, Bill Polits and Aquiles Magaña conversing
with their instruments in a song close to Progressive Rock. The Southern sound
of “Three Parsecs From Tucson” featuring Carl Weingarten, Walter Whitney and
David Udell is enjoyable to the point that four minutes seems to last half as
long. Funk-influenced Blues takes the stage thanks to “Maria's Lakeside Drive ”
and Barry Cleveland. This is followed by “Guitar City ‘ with Paul Richards, ’
Sons Of Sebastien” with Lucio Calegari, German Vergara and Juan Pablo, “Bueno
Sanga” with Alvarez Ortega Bianchi and Jim Crawford, and the concluding “1960
Ocean Front Walk” with Frederic L'Epee, all enjoyable as well as refined
listening tracks.
“Friends” is a glimpse of what our musical society was
like in the days of forced confinement due to the Coronavirus, also a moment to
reflect and understand that man can never do without music, but especially
human contact. Example. MS
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