VIIMA - Väistyy Mielen Yö
Autoproduzione
Genere: Prog Folk
Supporto: cd – digital – 2024
Ho
sempre nutrito stima nei confronti del Rock Progressivo proveniente dai paesi
nordici, anche della Finlandia, questo perché lo stile è ben definito,
generalmente supportato da numerose tastiere e tanti anni ’70, il tutto
amalgamato dall’inconfondibile suono velato di malinconia prettamente relegato
alla loro cultura. Facile innamorarsi dei numerosissimi cambi di tempo e
d’umore che trapelano da ogni brano, L’ho apprezzato in band come Tasavallan
Presidentti, Kalevala, Pharaoh Overlord, Wigwam, Orne, Overhead, solo per fare
alcuni nomi importanti e fra loro ci metto anche i Viima.
La
band di Helsinki, poi trasferitasi a Turku nel 1997, ha nel proprio DNA il
Folk, e iniziano a suonare brani di band come Pentangle, Curved Air, ma
soprattutto Jethro Tull, tanto da prendere il nome iniziale di Lost Spectacles,
estrapolato dalla famosa canzone "The Hare Who Los His Spectacles"
dall'album “A Passion Play”. Come moltissimi artisti, iniziano a provare negli
scantinati e altresì vanno incontro a numerosi cambi di formazione. Rilasciano nel
tempo due album apprezzati dalla critica di settore, “Ajatuksia Maailman
Laidalta” (Viima Records – 2006) e “Kahden Kuun Sirpit” (Viima Records – 2009),
a seguire un gran numero di date live. Passano moltissimi anni prima di poterli
riascoltare in un lavoro da studio con nuovi elementi, finalmente questo accade
oggi grazie a “Väistyy Mielen Yö”. Ora la band è formata da Hannu Hiltula (flauto,
tastiere, voce), Mikko Uusi-Oukari (chitarre, Mellotron), Mikko Väärälä
(batteria, voce, tastiere, carillon), Aapo Honkanen (basso) e Risto Pahlama
(voce, tastiere Mellotron) e vede la collaborazione dell’ospite ex del gruppo
Kimmo Lähteenmäki (tastiere, fiati).
Chi
ama il Mellotron qui ha di che ascoltare, ma anche Hammond e molto altro
ancora. L’inizio affidato a “Tyttö Trapetsilla”, ha molto dello stile Landberk,
la differenza tuttavia deriva dal flauto. Il Folk è già presente ma anche
sonorità maggiormente Rock alternate a fasi stranamente allegre oltre ad un
vigoroso assolo di chitarra elettrica. Con quasi cinque minuti di musica questo
è il brano più breve dell’album, così a seguire giunge la mini suite di
diciannove minuti “Äiti Maan Lapset”, suntuoso esempio di Progressive Rock
totale, dove ogni ingrediente tocca sia la storia del tempo che fu, sia idee
più moderne. Una vera e propria gemma sonora da apprezzare come un buon
bicchiere di vino invecchiato. L’Hammond ruggisce, l’energia sprigionata è
coinvolgente, così ammalianti i passaggi più pacati, specialmente quelli
descritti con linee di basso calorose. Quello che vado a sottolineare è il
cantato in lingua madre, probabilmente non congeniale a molti dei nostri
ascoltatori, eppure tutto si sposa alla perfezione, per me così deve essere, il
fascino è dunque elevato all’ennesima potenza.
Basta
poco per restare conquistati dalle dolci arie di “Pitkät Jäähyväiset”, gli anni
’70 si palesano durante l’ascolto per una sensazione di appagamento totale,
anche durante l’intervento della chitarra elettrica che tenta di dare maggiore
mordente al brano grazie a un riff al limite dell’Hard Prog, le tastiere completano
il concetto. “Perhonen” a sua volta richiama altrettante vicissitudini, i Viima
cavalcano sopra arie ben definite e collaudate. La chiusura spetta a “Vuoren
Rauha”, sette minuti abbondanti di storia del genere aperte da un soffio di
vento che immerge l’ascoltatore in ambienti gelidi in cui solo il suono di un
pianoforte riesce a scaldare l’anima.
“Väistyy
Mielen Yö” a mio avviso è un ritorno maturo che riporta la band nel giusto
collocamento che gli spetta, quello delle band nordiche più importanti del
settore. MS
Versione Inglese:
VIIMA - Väistyy Mielen Yö
Self-production
Genre: Prog Folk
Support: cd - digital - 2024
I have always held Progressive Rock from the Nordic
countries, even Finland, in high esteem, this is because the style is
well-defined, generally supported by numerous keyboards and lots of 70s, all
amalgamated by the unmistakable sound veiled in melancholy purely relegated to
their culture. Easy to fall in love with the numerous tempo and mood shifts
that seep out of each song, I have appreciated it in bands like Tasavallan
Presidentti, Kalevala, Pharaoh Overlord, Wigwam, Orne, Overhead, just to name a
few important names, and among them I put Viima.
The band from Helsinki, which later moved to Turku in
1997, has Folk in its DNA, and they start playing songs from bands like
Pentangle, Curved Air, but especially Jethro Tull, so much so that they take
the initial name Lost Spectacles, extrapolated from the famous song "The
Hare Who Los His Spectacles" from the album "A Passion Play".
Like so many artists, they begin rehearsing in basements and likewise go
through numerous lineup changes. They release in time two critically acclaimed
albums, "Ajatuksia Maailman Laidalta" (Viima Records - 2006) and
"Kahden Kuun Sirpit" (Viima Records - 2009), followed by a large
number of live dates.
Many, many years pass before we get to hear them again
in a studio work with new elements, finally this happens today thanks to
"Väistyy Mielen Yö". Now the band is made up of Hannu Hiltula (flute,
keyboards, vocals), Mikko Uusi-Oukari (guitars, Mellotron), Mikko Väärälä
(drums, vocals, keyboards, music box), Aapo Honkanen (bass) and Risto Pahlama
(vocals, Mellotron keyboards) and features former band guest Kimmo Lähteenmäki
(keyboards, woodwinds).
Those who like Mellotron here have plenty to listen
to, but also Hammond and more. The beginning entrusted to "Tyttö
Trapetsilla", has much of the Landberk style, the difference however comes
from the flute. Folk is already present but also more Rock sounds alternating
with strangely upbeat phases as well as a vigorous electric guitar solo. With
almost five minutes of music this is the shortest track on the album, so next
comes the nineteen-minute mini-suite "Äiti Maan Lapset", a sumptuous
example of total Progressive Rock, where every ingredient touches on both the
history of the time that was and more modern ideas. A true sonic gem to be
enjoyed like a fine glass of aged wine.
The Hammond roars, the energy released is engaging, so
bewitching are the quieter passages, especially those described with warm bass
lines. What I am going to emphasize is the singing in the native language, probably
not congenial to many of our listeners, yet it all fits together perfectly, for
me this is how it should be, the charm is thus elevated to the nth degree.
It takes only a little to be won over by the sweet
tunes of "Pitkät Jäähyväiset", the 70s come through during the
listening for a feeling of total fulfillment, even during the intervention of
the electric guitar that tries to give more bite to the song thanks to a riff
bordering on Hard Prog, the keyboards complete the concept. "Perhonen"
in turn recalls as many vicissitudes, Viima riding over well-defined and proven
tunes. Closure falls to "Vuoren Rauha", seven full minutes of genre
history opened by a breeze that plunges the listener into icy environments
where only the sound of a piano can warm the soul.
"Väistyy Mielen Yö" in my opinion is a
mature comeback that brings the band back to its rightful place, that of the
top Nordic bands in the sector. MS
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