Arturo Stàlteri
ARTURO STALTERI – Visione Dai
Tarocchi
M.P. Records – G.T.Music
Distribution
Genere: Progressive Rock /
Sperimentale
Supporto: cd – 2022
Chi
ama il Rock Progressivo Italiano di sicuro conosce il nome del tastierista e
compositore Arturo Stàlteri. Una lunga carriera artistica che passa dal 1974
attraverso il gruppo Pierrot Lunaire rilasciando quel “Gudrun” (IT – 1977) che
ancora oggi è un piacere da ascoltare, per poi nominare Radio Vaticano, presentazioni
RAI, collaborazioni con Rino Gaetano, Franco Battiato, Grazia Di Michele, Sonja
Kristina (Curved Air), David Sylvian, Fabio Liberatori, canzoni per il film di
Carlo Verdone “L'amore E’ Eterno Finché Dura”, e molto altro ancora. La
discografia è molto lunga (19 realizzazioni), ad iniziare da “Andrè Sulla Luna” (IT – 1979), “… E Il Pavone Parlò
Alla Luna” (Lynx Records – 1987), oggi quest’ultimo “Visione Dai Tarocchi”.
Anche
qui se andiamo ad analizzare non si tratta poi di nuovo materiale, bensì di colonna
sonora per un balletto della coreografa americana Barbara Schaefer messo in
scena nel maggio del 1985 al Teatro In Trastevere a Roma.
Le
composizioni sono inusuali, e aleggiano fra suoni acustici ed elettronici. Otto carte tarocchi per altrettanti movimenti sonori registrati allo Studio
Citadel sempre per opera di Stàlteri, mentre per il mixaggio l’autore si
coadiuva della presenza di Maurizio Campagnano.
Certo
che mischiare, alzare le carte e vedere subito come prima “La Morte” non è che
faccia piacere, invece l’opera si apre proprio con essa, fra sibili inquietanti
e campane a morto, il suono la racconta e immaginate di conseguenza anche il
balletto. Le tastiere intervengono e suonano un riff in stile Goblin. Sembra
una colonna sonora e l’inquietudine sale attraverso il ripetersi della nenia
ficcante e l’ingresso roboante del basso. La signora con la falce è bene rappresentata
da queste sonorità. La seconda carta è quella de “L’Imperatrice”, autorevole ma
anche regale nell’incedere, Stàlteri usa le note al posto delle parole mentre
le arie sono quasi musica da camera. Altre atmosfere si assaporano in “Il
Bagatto”, pur essendo sempre insistenti, consentono un ascolto più variegato
grazie a soluzioni maggiormente musicali. La musica di Stàlteri sta disegnando
armonie su cui muovere il corpo, le visioni sono altamente presenti.
Nel
“L’appeso” si percepiscono difficoltosi e introspettivi malesseri, un incubo
che si staglia nella realtà dove tutto sembra attendere una dolorosa fine. Ci
pensano “Gli Amanti” a donare un raggio di sole, una carta benevola, armoniosa
dove l’amore si sospinge nel cuore dell’essere umano. Qui a tessere i passaggi sono
i tasti d’avorio d’Arturo. Il pezzo più breve grazie ai poco più di tre minuti s’intitola
“La Ruota”, fra suoni elettronici e psichedelia che lasciano immaginare un giro
sonoro circolare proprio come quello di una ruota in azione senza freni. Seguono
altri otto minuti abbondanti d’inquietudine, dove la carta della “Forza” ci
introduce in un ascolto da effettuare a occhi chiusi. L’ultima carta pescata
dal mazzo è quella de “Il Mondo”, una descrizione della natura e di tutto ciò
che contiene il nostro pianeta.
“Visione
Dai Tarocchi” sembra un lavoro scritto non soltanto per una coreografia, ma
anche per un viaggio mentale. Serve uno stato d’animo adatto per l’approccio,
non è musica da cantare e neppure da fischiettare, piuttosto è una condizione e
quando si hanno queste prerogative di certo non serve la superficialità ma una
condizione attenta e preparata all’ascolto. Questo soltanto per chi osa
addentrarsi nei meandri della mente, senza paura, la musica può stupire ulteriormente
al di là di ogni banalità. MS
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