Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 2 luglio 2022

Fabrizio Tavernelli

FABRIZIO TAVERNELLI – Algoritmi
Lo Scafandro
Genere: Cantautore – Alternative
Supporto: cd – 2022




L’importanza dei numeri.
Noi siamo numeri, la vita è piena di numeri con i quali costruiamo, pensiamo, agiamo, facciamo sport, suoniamo, insomma sono davvero il punto focale dell’umanità. Possono aiutarci nei problemi, spiegarci l’universo oppure possono comportarsi in maniera cadenzata e particolare come nella Sequenza di Fibonacci. Gli elettrodomestici, i computer, i telefonini, sono tutti oggetti entrati nella nostra vita quotidiana ed hanno sostituito l’umanità con una sorta di automazione, “i numeri stessi hanno perso l’anima assieme a noi”, questo è ciò che ispira Fabrizio Tavernelli in “Algoritmi”, sesto album da solista in studio. Un argomento molto amato da artisti di mezzo mondo, non dimentichiamo ad esempio il Krautrock dei tedeschi Kraftwerk nel bel disco “Computer World” del 1981, dove il brano “Numbers” ha fatto impazzire lo stereo di moltissimi amanti dell’elettronica. Ma qui siamo al cospetto di un cantautore sagace, riflessivo e addirittura eclettico.
Suonano con Tavernelli (chitarra, voce), Marco Santarello (chitarra, cori), Alessandro De Nito (tastiere), Marco Tirelli (basso), e Lorenzo Lusvardi (batteria, cori). Tra gli ospiti Giorgio Canali e l’orchestra Algoritmo Ensemble diretta da Simone Copellini. Nell’edizione cartonata del disco all’interno si può godere di un bel libretto ricco d’immagini, testi e spiegazioni.
Dodici i brani contenuti e la copertina ai più appassionati di musica di voi avrà ricordato sicuramente quel “Fear Of A Blank Planet” dei Porcupine Tree, anche se la musica qui è altra cosa. Lo spirito comunque è lo stesso, quello della sperimentazione. Detto questo è evidente che il cantautore non naviga in acque chete, ma si propone come un ricercatore di suoni e di melodie, di ciò se n’è avuta prova anche con i suoi precedenti lavori.
“Algoritmo Stocastico” inizia l’album, una sequenza di numeri ci scorre avanti gli occhi e la musica pacata si supporta di interventi elettronici. Con un richiamo ai testi di Gianni Morandi e precisamente a “C'era Un Ragazzo Che Come Me Amava I Beatles E I Rolling Stones”, giunge la più sperimentale “Impantanato Nel Vietnam”. Qui l’uso della voce è ricercato e rivolto verso la recitazione, proprio come avviene nella musica del cantautore Gianni Venturi dove la voce è al servizio della poesia. Onde psichedeliche fungono da evidenziatore ai ficcanti testi. Ancora elettronica per “Il Bagno E L’Antibagno”, canzone che mette in evidenza gli opposti dei significati dei termini. Un motivo simpatico che facilmente si stampa nella mente. Tavernelli, si diverte a cantare, le canzoni hanno sempre questo sentore di svago, molto spesso grazie alle ritmiche coinvolgenti, un caso di questi è “Algoritmo Alfanumerico”. Non mancano di certo attimi più pacati e riflessivi come in “Fallibili” e la successiva “Il Lupo E Lo Sciacallo”. Le parole sono il fulcro della proposta musicale ed hanno una valenza considerevole. Ritorna l’elettronica in “Performance”, sonorità che fanno capolino anche negli anni ’70, quando il cantautorato godeva di splendidi artisti. Dunque fra le note di Tavernelli c’è molta ricerca, sia strutturale sia metrica, ciò relega l’artista nel termine “impegnato”. Questo non deve spaventare l’ascoltatore perché tutto scorre con piacere, anche nei momenti strumentali come nel caso iniziale di “Al Khwarizmi”. Violini aprono la scanzonata “Braghetta Digitale”, esempio perfetto di quanto ho descritto sino ad ora, ossia divertimento, sarcasmo, impegno e ricerca. “Algoritmo Gig” fa ballare con interventi funky, mentre il cantato è concentrato nella recitazione salvo nel ritornello. Considerazioni importanti sono palesate in “Nel Libro Di Storia”, e un pianoforte cadenzato conclude il disco con “L’Angelo Del Focolaio”, altro movimento dal profumo anni ’70.
Diceva il grande e indimenticato Lucio Dalla, “Il mondo ha bisogno di stupore” ed è proprio per questo che dobbiamo liberare, o per meglio dire, lasciare andare i numeri che abbiamo in noi.
Ed è proprio Tavernelli a dire “Libera i numeri, non fare calcoli, libera i numeri infiniti”. Ha ragione anche perché inevitabilmente l’evoluzione passa attraverso la trasgressione della regola, quindi lasciamoci andare in questa vita, magari ascoltando buona musica come quella contenuta in “Algoritmi”. MS 






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