Bridgend
BRIDGEND – Rajas
Autoproduzione
Genere:
Psychedelic, Post Rock, Progressive
Supporto: cd- 2020
I
Bridgend si formano nel 2015 da un idea del chitarrista Andrea Zacchia.
Provengono dal centro Italia, una spola fra Bologna e Roma e si completano con Leonardo
Rivola (tastiere), Massimo Bambi (batteria) e Matteo Esposito (basso).
Propongono
Prog Rock prettamente strumentale e con esso tuttavia raccontano concept fra di
loro concatenati. Questo ultimo “Rajas” non è altro che il prequel del
precedente album “Rebis”. Importanti nell’economia del sound gli innesti
psichedelici che danno quel tocco di modernità al sound altrimenti rivolto
verso il Prog anni ’70 e precisamente verso quello di band storiche come
Genesis.
“Rajas”
è composto da sei brani di medio-lunga durata e l’artwork che accompagna il
disco è ad opera di Paolo Di Orazio.
Il
disco si apre con un pianoforte ed una melodia atavica e toccante che lascia
spazio all’ingresso della strumentazione elettrica. La chitarra sin da subito è
protagonista, dotata di buona tecnica mentre le tastiere sono fondamentali sia
per ciò che concerne il tappeto sonoro che per gli arrangiamenti ed i solo sono
il loro forte. Le atmosfere diventano grevi per passare a rilassate con “Appena
Un Respiro”, di base il tutto si regge su di una musicalità orecchiabile e
facile da memorizzare. Non si corre a mille all’ora, bensì si pondera, si
ragiona e si dipinge con le note un quadro che sembra fatto con la tecnica acquerello.
“La
Quiete Generale” rincorre stilemi tracciati da Steven Wilson ma anche dalla
storia del genere che sicuramente rilascia una coda vintage davvero lunga. Non
ci sono cambi repentini di tempo o di umore, bensì si percorre il cammino in
maniera costante senza grandi sobbalzi. Una parola in più per il solo di piano
davvero meritevole per leggiadria. “La Fatica Del Singolo” sembra uscire da un
album delle prime Orme fra ricerca sonora e note sgocciolate. A metà di esso lo
scenario cambia, lasciando spazio ad un godibilissimo solo di basso e ad un
armonia indovinata. “Nocturnale” è uno dei brani più complessi dell’album con
ritmiche spezzate e molte avventure nel pentagramma, una sorta di vetrina per
le capacità balistiche della band.
La
chiusura è nelle mani di “La Luce Ci Divide”, il lato più psichedelico del
gruppo il quale con questo “Rajas” ci ha fatto dono di uno spaccato musicale
davvero piacevole e il ringraziamento da parte mia non è affatto scontato. Di
questi tempi…. MS
Per
i collezionisti dico che esiste anche la versione in vinile acquistabile qui: https://wall.cdclick-europe.com/projects/rajas
La prima impressione è positiva,certo si dovrebbe ascoltare l'intero album per un giudizio complessivo.Credo che il panorama musicale italiano stia offrendo ottime prove.Ciao Max
RispondiEliminaCiao Salvatore, si è un buon periodo per il Prog nostrano, fra rispetto del passato e innesti moderni.
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