Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 20 settembre 2020

Bridgend

 

BRIDGEND – Rajas
Autoproduzione
Genere: Psychedelic, Post Rock, Progressive
Supporto: cd- 2020




I Bridgend si formano nel 2015 da un idea del chitarrista Andrea Zacchia. Provengono dal centro Italia, una spola fra Bologna e Roma e si completano con Leonardo Rivola (tastiere), Massimo Bambi (batteria) e Matteo Esposito (basso).
Propongono Prog Rock prettamente strumentale e con esso tuttavia raccontano concept fra di loro concatenati. Questo ultimo “Rajas” non è altro che il prequel del precedente album “Rebis”. Importanti nell’economia del sound gli innesti psichedelici che danno quel tocco di modernità al sound altrimenti rivolto verso il Prog anni ’70 e precisamente verso quello di band storiche come Genesis.
“Rajas” è composto da sei brani di medio-lunga durata e l’artwork che accompagna il disco è ad opera di Paolo Di Orazio.
Il disco si apre con un pianoforte ed una melodia atavica e toccante che lascia spazio all’ingresso della strumentazione elettrica. La chitarra sin da subito è protagonista, dotata di buona tecnica mentre le tastiere sono fondamentali sia per ciò che concerne il tappeto sonoro che per gli arrangiamenti ed i solo sono il loro forte. Le atmosfere diventano grevi per passare a rilassate con “Appena Un Respiro”, di base il tutto si regge su di una musicalità orecchiabile e facile da memorizzare. Non si corre a mille all’ora, bensì si pondera, si ragiona e si dipinge con le note un quadro che sembra fatto con la tecnica acquerello.
“La Quiete Generale” rincorre stilemi tracciati da Steven Wilson ma anche dalla storia del genere che sicuramente rilascia una coda vintage davvero lunga. Non ci sono cambi repentini di tempo o di umore, bensì si percorre il cammino in maniera costante senza grandi sobbalzi. Una parola in più per il solo di piano davvero meritevole per leggiadria. “La Fatica Del Singolo” sembra uscire da un album delle prime Orme fra ricerca sonora e note sgocciolate. A metà di esso lo scenario cambia, lasciando spazio ad un godibilissimo solo di basso e ad un armonia indovinata. “Nocturnale” è uno dei brani più complessi dell’album con ritmiche spezzate e molte avventure nel pentagramma, una sorta di vetrina per le capacità balistiche della band.
La chiusura è nelle mani di “La Luce Ci Divide”, il lato più psichedelico del gruppo il quale con questo “Rajas” ci ha fatto dono di uno spaccato musicale davvero piacevole e il ringraziamento da parte mia non è affatto scontato. Di questi tempi…. MS
 
Per i collezionisti dico che esiste anche la versione in vinile acquistabile qui: https://wall.cdclick-europe.com/projects/rajas




2 commenti:

  1. La prima impressione è positiva,certo si dovrebbe ascoltare l'intero album per un giudizio complessivo.Credo che il panorama musicale italiano stia offrendo ottime prove.Ciao Max

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  2. Ciao Salvatore, si è un buon periodo per il Prog nostrano, fra rispetto del passato e innesti moderni.

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