NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica
mercoledì 22 luglio 2020
Barbara Rubin
BARBARA
RUBIN – The Shadows Playground (Piano Works) Autoproduzione – Neraluce Studio Genere: Progressive Rock Supporto: cd – 2020
Il
mondo del Progressive Rock Italiano dalla sua nascita risalente circa al 1970 ha
avuto prettamente un pubblico maschile.
Questo non per sessismo o quant’altro, il dato si può semplicemente estrapolare
dalla media mondiale di persone che ascoltano o suonano il Rock in senso
generale, sono molti di più gli uomini. Il perché è difficile da interpretare,
molto probabilmente (ma è solo un mio modesto parere) è dato dal fatto che il
Prog con i suoi cambi repentini di tempo e di stile, destabilizza molto l’ascoltatore,
mentre la donna non ama sentirsi destabilizzata. Probabilmente non è neppure
così, ma una verità di fondo esiste, ossia il dato della percentuale
uomini-donne. Il PRI dunque viaggia su percentuali analoghe a quelle di chi
ascolta il Rock, e le protagoniste più note si contano veramente sulla punta
delle dita, a partire da Silvana Aliotta dei Circus 2000 a Jenny Sorrenti
(sorella di Alan Sorrenti) dei Saint Just, oppure Donella Del Monaco (Opus
Avantra) o la bravissima Sophya Baccini. Tuttavia
le nuove leve oggi ci sono, internet negli anni ha aperto un mondo anche a chi
non ha avuto la possibilità di documentarsi su tutto, molta nuova gente si è
accostata a questa musica e in alcuni casi anche con risultati soddisfacenti
(quasi mai di vendite, ma questo è un discorso a parte). Ho
avuto la fortuna di ascoltare la pavese Barbara Rubin nel suo disco d’esordio
“Under The Ice”, nel 2009 apprezzandola anche nei ProgAwards, li ho conosciuto
un artista sensibile e dotata. Posso anche definire Barbara Rubin una “one
woman band” in quanto autrice di tutte le liriche, musiche e strumentazioni.
Lei suona dalla viola al violino, pianoforte, synth, chitarra, basso e
batteria. Un artista totale che si getta anima e corpo nella propria musica. Nel
2017 realizza assieme a Simona Sottocornola l’ep “Luna Nuova”, un progetto di
tre canzoni riguardante la violenza sulle donne, argomento sempre poco trattato
e che più spesso andrebbe approfondito, soprattutto nei nostri tempi. L’ep
contiene il brano strumentale “Gradalis”, “Luna Nuova” e “Libera”. Il primo si
concentra in un movimento piano/violino toccante e d’effetto, tanto che le
parole non servono per estrarre dalla mente le sensazioni che si provano
sull’argomento. Il secondo mette in evidenza la voce limpida di Barbara, arie
scure come certi Anathema sono riusciti ad esporre attraverso voce e piano.
“Libera” è più canzone rispetto le precedenti, con un ritornello davvero
d’effetto, un ep che mostra Rubin con le idee ben chiare. Ma
veniamo a “The Shadows Playground”, nove nuove canzoni che mettono alla luce
storie, viaggi e riflessioni raccolte dall’artista nel corso della vita. Giochi
di chiaro scuro si palesano nelle foto ad opera di Simona Sottocornola contenute
nell’artwork, così come la musica che riesce a rappresentare. Anche in questo
nuovo lavoro come in “Under The Ice”, Rubin si coadiuva dell’aiuto di Andrea
Giolo alla voce. Il cantato è in lingua inglese e dona all’ascolto quel tocco
di internazionalità che non guasta mai. “Endless
Hope” non può che aprirsi con voce e piano, un giro armonico lento e
malinconico che ha l’onere di entrare nel cuore di chi ascolta. Una fase intima
di solitudine che l’artista non esita a manifestare, l’enfasi successivamente
cresce con l’ingresso del violino e la voce di Andrea Giolo. Più struggente
“Seven” una goccia scura nel mare del sentimento. Effetti vocali rendono il
brano “progressivo”. “La
Maddalena” racconta la storia del viaggio di Maria verso il sud della Francia, la
storia con Gesù e le sensazioni provate. “Clouds” è un breve interludio voce e
piano che rivolge uno sguardo verso il cielo (come direbbero le Orme) quando le
nuvole disegnano figure che la nostra mente riesce con fantasia ad
interpretare, in questo caso il volto della mamma di Barbara. La title track è
profonda, quasi una ballata in stile Branduardi, quello più toccante. Giungono
ora i tre brani conclusivi ispirati dal romanzo “Heresy” di Hais Timur, il
primo si intitola “Sleeping Violin” ed ovviamente lo strumento a corda è il
protagonista non soltanto del brano ma anche della passione musicale di Rubin
in generale, sin dai suoi albori artistici. E’ musica immaginifica, quasi
cinematografica, una colonna sonora melodiosa e classica. Lo strumentale di
quasi sette minuti risulta essere uno dei punti più alti dell’intero album. Le
belle sensazioni proseguono in “La Ballata Degli Angeli”, dove l’artista vibra
assieme al proprio violino e rilascia fantastici momenti di quiete. “Helen’s
Word” chiude il viaggio sonoro con classicismo e sentimento, grazie anche all’intervento
soprano di Veronica Fasanelli. “The
Shadows Playground (Piano Works)” è un disco ben realizzato, inciso bene e
soprattutto sincero. Di esso ne esiste anche la versione vinilica. Nella
cover l’artista ci porge il Graal, un gesto che richiama Maria Maddalena e le
donne in generale, un messaggio che
fuoriesce da uno sfondo scuro, un richiamo, un tentativo di augurarsi il meglio
per una nuova alba, così lo interpreto, malgrado oggi le cose non vadano sempre
per il verso giusto (così interpreto lo scuro). Prosit Barbara e grazie per la
tua arte progressiva, sicuramente questa ti aggiunge fra le donne più influenti
del nostro Progressive Rock, considerando poi le annesse difficoltà nel
barcamenarsi autonomamente. Fortemente consigliato. MS
Barbara è un artista che da voce e musica alla sua anima.
RispondiEliminaSi. Lo fa in maniera sincera, il risultato arriva e si sente a pelle.
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