Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 9 maggio 2020

Enten Hitti


ENTEN HITTI – A Tutti Gli Uragani Che Ci Passarono Accanto
Lizard Records
Genere: Sperimentale
Supporto: cd – 2003 (ristampa Lizard 2020)


La sperimentazione e la voglia di unire differenti arti come la poesia, la letteratura e la musica spesso non sono esigenze, bensì piaceri veri e propri che scaturiscono spontaneamente dalla curiosità dell’uomo che sfocia nel volere comunicare nuove sensazioni.
Il tutto viene offerto ad un pubblico attento, riservato e dal palato fine. Non necessariamente bisogna catalogare sempre la musica in stili o generi, chi vi scrive però deve dare dei punti di riferimento a chi non sta ascoltando ma semplicemente leggendo, quindi mi sento di incorporare questo disco dei milanesi Enten Hitti nel contenitore della musica sperimentale.
Gli Enten Hitti si formano agli inizi degli anni ‘90 da un idea di Pierangelo Pandiscia e Gino Ape inizialmente come laboratorio sonoro dedito a sonorità elettroniche, frangenti etnici e musica cantautoriale.
Si intersecano anche con il mondo del teatro e la musicoterapia, un senso da dare ai suoni legato anche alla recitazione, ad un elucubrante  senso della ricerca di ciò che non è stato ancora provato. Elettronica e suoni del mondo, un innesto quantomeno rischioso per due generi che sembrano essere quasi agli antipodi, eppure il gioco gode di un fascino speciale. Anche l’oggettistica viene introdotta nella musica degli Enten Hitti, dalle pietre ad un nocciolo di pesca che può diventare un flauto, oppure una conchiglia che si presta ad essere uno strumento a fiato, ossa e semi essiccati. La musica intesa come linguaggio ma anche come memoria dell’uomo, un viaggio introspettivo che ritroviamo in questa ristampa di “A Tutti Gli Uragani Che Ci Passarono Accanto” , originariamente uscito nel 2003. Il disco è il quinto in studio, mentre ad oggi sono giunti alla registrazione di otto album. Le performance sonore entrano in sintonia con l’ambiente, con gli oggetti ed il contesto che circonda chi partecipa alla prestazione sonora.
Il disco è suddiviso in nove tracce per una durata complessiva di cinquanta minuti e si coadiuva della presenza di special guest come Giampaolo Verga (violino), Stefano Nosari (contrabbasso), Adriana Pulejo (voce) e Simona Barbera (voce).
La musica scaturisce da improvvisazioni per poi essere elaborata con sensazioni del momento, ispirate da tutto ciò che circonda i musicisti stessi.
Si inizia con “Casa Dei Pensieri”, arabeggiante, folk, cantilenante con la voce di Simona Barbera. “Luna Di Pietra” narra con le percussioni e la voce un immagine eterea della nostra esistenza, sensazioni fisiche associate alla musica. “C’è Il Sole Nella Strada”  fotografa  malinconia, un rapporto difficile con l’arco della giornata ed il sole stesso che porta il narratore protagonista ad uscire di casa solo al tramonto. La notte che concilia ed avvolge i pensieri.
“Le Mani D’Africa” è più cantautorale, dedito alla formula canzone rispetto all’andamento degli altri brani contenuti nell’album, ed è l’ultimo brano cantato da Simona Barbera.
”Vento Lento” è interpretato da Adriana Pulejo, un lento intimo e profondo. Qui la sperimentazione è presente, lucida e ponderata, il caso non è contemplato. Se posso permettermi un paragone estero, lo attribuisco a certe sonorità dei No Man, duo composto da Steven Wilson e Tim Bowness. Più intensa e solare “Necramor”, un crescendo di suoni intrigante come la voce di Pulejo. Un pianoforte sembra far sgocciolare le note proprio come fa l’acqua quando ricade su se stessa e non a caso il brano si chiama “Figlia Dell’Acqua E Del Sole Del Mattino”. Leggiadria e gioia si propagano durante l’ascolto. “Non Vorrei Crepare” è uno dei movimenti più ricercati del disco, per chi vi scrive anche il più bello e sentito, la musica si interseca con la mente e tutto ciò che la circonda. La voce sussurrata completa l’opera. Chiude “Dea Mangiamele”, davvero distante dal contesto sino ad ora ascoltato. La scuola Battiato traccia un solco netto nel brano.
Questo è “A Tutti Gli Uragani Che Ci Passarono Accanto”, un viaggio mentale per persone che non hanno paura di essere accompagnate in lidi mai esplorati. Per chi dalla musica esige qualcosa di più. MS

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