Progressive Promotion Records
Distribuzione: G.T.Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2019
La
Germania in ambito Rock si è sempre saputa far valere, non solo per il Kraut
Rock, ma anche nel Progressive Rock, per non dire poi dell’elettronica e dell’Heavy
Metal. Non parlo dei tempi che furono, la storia si esprime da se, ma di quelli
odierni con realtà importanti quali Sylvan, RPWL, Martigan, Apogee e molte
altre ancora.
Con
"Next Stop Vertigo" debuttano nel 2010, palesando uno spiccato amore
per il Prog più sinfonico. Infatti all'ascolto non si possono non notare
richiami ad artisti quali Spock's Beard , Genesis, The Flower Kings oppure i
Marillion. Eppure il quintetto non si limita a scimmiottare le band nominate,
bensì le ha nel proprio DNA, così per questo il suono risulta fresco e di
personalità.
Sono
passati ben sette anni dall’ottimo secondo disco “Veritas” (Progressive
Promotion Records), ma il tempo non scalfisce l’ispirazione compositiva del
gruppo oggi formato da Sebastian Brennert (voce, piano), Carsten Dannert
(batteria), Michael Kuchenbecker (tastiere) e Kolja Maletzki (chitarra).
“InMotion”
è composto da sei brani di media e lunga durata, con una buona qualità sonora
masterizzata e mixata da Martin Schnella, vecchia conoscenza del Prog tedesco fra
progetti solisti, Flaming Row e Seven To The Green Door. Pratica e ben curata
la parte del packaging, cartonata e ben curata nei particolari, così
il libretto interno comprensivo di foto e testi.
Molte
le sensazioni che scaturiscono all’ascolto delle prime note di “Interrompu”,
questo magari capita a me che sono un vecchio ascoltatore navigato, ma mi
auspico che accada anche a tutti voi. C’è specialmente nel suono della chitarra
un concentrato di esperienza annosa, rivolta al passato ma allo stesso tempo
leggera e curata. Le melodie sono anche di carattere Neo Prog a dimostrazione
di una cultura aperta a 360 gradi.
Bella
la prova vocale che mai tenta di strafare ma che bada solo a mantenere il patos
con l’andamento suonato. La parte finale del brano è affidata alla chitarra
elettrica che si getta in un breve assolo Hard davvero bene eseguito ed
efficace.
“Listen
To The Smell Of The Pretty Picture” con i suoi dieci minuti e mezzo è il brano
più lungo dell’album. Si apre con un suono anni ’70 sia sul lato Rock che Hard
Rock, quasi al confine con l’AOR. Tanta materia all’interno, tutta espressa con
dinamicità e classe. I deja vu ce ne sono
ed anche parecchi, ma questo è lo scotto da pagare per avere assimilato
la lezione del passato. In molti passaggi mi ricordano i norvegesi Fruitcake,
lo dico per i più ferrati di voi, specialmente nell’uso di certe tastiere.
Ancora una volta gli assolo strumentali sono da brivido.
Ritmica
elettronica apre “Severn Speaking”, un altro brano a cavallo fra l’Hard Rock
melodico ed il Prog, con la voce narrante di una bambina, Severn
Cullis-Suzuk, attivista, conduttrice televisiva e scrittrice canadese, che
zittì il mondo per 6 minuti grazie al suo discorso al Vertice della Terra delle
Nazioni Unite nel 1992 a Rio De Janeiro. I testi in senso generale raccontano
storie dell’umanità nel tempo, anche di proclami famosi come “I Have A Dream”,
“Yes We Can”, “How Dare You!”, preoccupazione per il futuro dei nostri giovani,
bombardati da parole e da fatti avversi.
“Wasting
Time” procede il lavoro intrapreso con ottimi arrangiamenti di tastiere e
sintetizzatori, anche il cantato è più incisivo e coraggioso in un ambiente più
scuro.
“Life
Part I: Random” è un brano che mette in vetrina tutte le doti tecnico –
compositive del gruppo. Chiude “Life Part II: Metaphors”, quasi uno strumentale
completo ed alcuni richiami ai Spock’s Beard emergono fra le note.
“InMotion”
è un disco fatto bene sotto ogni aspetto, con cura delle melodie e questo fatto
tendo sempre a sottolinearlo, perché oggi è sempre più difficile trovare quelle che rimangono nella mente,
specialmente nel Progressive Rock. Ancora una volta gli InVertigo ce la
raccontano giusta. MS
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