AIRPORTMAN – Il Paese Non Dorme Mai
Lizard
Records / Moving Records
Distribuzione:
BTF – Pick Up – G.T.Music – Ma.Ra.Cash
Genere:
Alternative Ambient
Supporto:
cd – 2019
C’è
della musica che non si focalizza in un definito filone sonoro, ma che aleggia
in un limbo tutto personale, quando è così l’ascoltare diventa ancora più
interessante. La personalità oggi come oggi è dote sempre più rara, in una
società dove tutti dobbiamo essere necessariamente uguali o catalogati, averla
è un privilegio per pochi. Coraggiosi? Forse, ma in verità la musica è un
linguaggio e travalica dove le parole non giungono più. Essa fuoriesce dunque
quando si ha qualcosa di forte da dire, questa è l’arte.
La
premessa per introdurre il progetto Airportman è dovuta, in quanto gli artisti
in questione ci hanno negli anni abituati a un connubio testo-canzone davvero
importante, le tematiche trattate non sono mai state banali, così la musica che
spazia dall’Ambient al Post Rock.
Si
formano nell’estate del 2003 grazie ad un idea di Giovanni Risso (chitarra) e
Marco Lamberti (chitarra, tastiere, basso). Nel tempo si vedono alternare
all’interno diversi artisti, sino a giungere oggi con Mansueta Cinzia Mureddu
(violoncello) e Fabio Angeli (voce) a completare la line up.
“Il
Paese Non Dorme Mai” è il sedicesimo lavoro in studio della band, a
testimonianza di una fervida vena compositiva.
La
tematica trattata è ben spiegata nel libretto che accompagna il disco
all’interno, il paese non dorme mai per mille motivi e Marco Lamberti ne fa
poesia. Il vivere con poco, il sapersi inventare, serve sacrificio e lavoro,
oggi i tempi sono cambiati per tecnologia e società, lo spaccato narrato è per
questo interessante e allo stesso tempo nostalgico. Sono i padri i protagonisti,
il papà di Loris Furlan (direttore della Lizard Records) fa parlare di se e del
suddetto paesello. Un tributo a Aurelio (per gli amici Lello) e soprattutto al
suo amico Carlo Vedovato detto Moinea, persona di spirito ma che nella vita ha
avuto situazioni avverse che lo hanno spento piano piano. Poi la foto di
copertina ritrae i genitori di Marco Lamberti nel giorno del loro matrimonio,
mentre nel cd stesso è raffigurato un uomo in biciletta, esso è il padre di
Giovanni Risso, Luigi. Il paese vive.
Il
disco è suddiviso in otto tracce e ha un inizio struggente in stile Anathema. La
traccia numero due è una toccata nel cuore da parte di una chitarra acustica
semplicemente accarezzata e sintetica, così la terza. L’atmosfera è rilassata e
malinconica, essa scende come un velo sull’ascolto lasciando spazio alla nostra
fantasia. L’ascolto ad occhi chiusi viene spontaneo, il suono pulito della
registrazione ne è complice.
La
quarta e la quinta traccia proseguono in arpeggi, ma questa volta subentra brevemente
anche la parte ritmica e uno spiraglio di sole sembra colpire il paese. Un
vociare di persone apre la sesta parte recitata da parte di Fabio Angeli. In
lontananza il violoncello di Mureddu. Synth fanno ambient nel brano successivo,
così un lento suono di piano medita sul testo per poi giungere al finale ancora
una volta strutturato su arpeggi di chitarra e giri armonici rilassanti. Questa
volta il cantato è in lingua inglese.
“Il
Paese Non Dorme Mai” è una fotografia di uno spaccato di vita passata e
vissuta. Dovremmo ascoltare di più la voce dei nostri vecchi, dei nostri
genitori, la saggezza nata in questi luoghi di lavoro e sacrifici, ma allo
stesso tempo di serenità, data da una vita non caotica e fatta di piccoli
piaceri. Questi si lasciano apprezzare, proprio come questo disco dei
Airtportman. MS
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