DANIELE
MAMMARELLA – Past, Present And Let’s Hope
Music Force
Distribuzione: Egea Music
Genere: Virtuoso - Chitarra
Supporto: cd – 2019
I
tempi cambiano, l’evoluzione delle mode, gli stili, i supporti musicali, tutto
si evolve, questo piaccia o meno ai vecchi nostalgici. Non sempre i risultati
sono piacevoli, ma questo si sa, c’è sempre stato, fa parte del gioco. Ora
tutto a prescindere dai nostri gusti musicali, da ciò che ha influito sulla nostra
vita di ascoltatori, è inopinabile il fatto che di base ci devono sempre essere
gli ingredienti per fare un buon risultato. Quali sono questi ingredienti è
presto detto, lo studio e la conoscenza non soltanto dello strumento e delle
note, bensì anche della storia passata. Nel Rock la base è il Blues, questo per
farvi un esempio di cosa intendo.
Fa
un grandissimo piacere nel 2020 vedere che i giovani sono comunque ancora
coinvolti da questa musa che pur avendo subito negli ultimi anni gravi
incidenti evolutivi, prosegue imperterrita la propria esistenza. Grazie ad
artisti come Daniele Mammarella che ancora questo sapere è custodito in buone e
giovani mani.
Daniele
Mammarella è un chitarrista di Pescara nato nel 1997 che presto si affeziona
allo strumento, riuscendo già alla giovane età di tredici anni a comporre brani
propri con la sua chitarra Fingerstyle. A sedici apre un concerto al maestro
Franco Morone. Si diploma al Guitar College of London in Plectrum Guitar nel
2016, mentre in quello successivo in Guitar Pop&Rock. Queste sono le basi a
cui mi riferivo precedentemente.
“Past,
Present And Let’s Hope” è il debutto ufficiale su disco grazie all’attenzione
della Music Force, casa discografica sempre molto vicina ai nuovi talenti
italiani. Il prodotto è composto da dieci brani, e l’incisione risulta pulita
ed efficace per lo stile sonoro proposto. Mammarella nella copertina del disco
con una foto riesce a sintetizzare il sunto di questo genere, in essa tutti gli
ingredienti giusti, il Blues, la strada rigorosamente polverosa, scarpe da
tennis, la chitarra abbracciata e la sua custodia in primo piano decisamente
vissuta, a testimonianza di una vita fatta di sacrifici per tirare avanti la
giornata. Il sentiero da percorrere avanti a lui è lungo e desolato, sul fianco
della strada solo erba ingiallita. A me
tutto ciò fa venire in mente proprio la situazione musicale odierna, terra
bruciata tutto attorno e desolazione per chi tenta di portare avanti questo
tipo di discorso sonoro. I brani proposti sono tutti di breve durata, poco più
di due minuti l’uno, ma non serve essere necessariamente prolissi per poter
dire qualcosa di veramente forte e sensato.
“Danny’s
Blues” ha un andamento sia Blues che Country, le dita volano sulle corde, mentre
il ritmo dato dalla tecnica acustico percussiva (battere la mano sul legno
della chitarra) è irresistibile. Tanta storia in queste poche note, quasi una
scorpacciata.
Le
tecniche sfoderate durante le esecuzioni variano dallo Slide (collo di
bottiglia) al Fingerpicking, pennata alternata, Sweep Picking al tocco volante
e l’immancabile Tapping, questo per gli addetti ai lavori. Si resta colpiti da
"Donkey’s Life” ed ancor di più dalla leggiadria di “Brisk Up”, vera e
propria vetrina delle capacità tecnico-esecutive di Mammarella.
Il
ritmo si placa fra le dolci note di “Destiny”, il suono che fuoriesce è evidente
modello dell’anima del chitarrista. Non manca neppure la cover, qui rappresentata
dalla simpaticissima “Dune Buggy/Grau Grau” dei fratelli Guido e Maurizio De
Angelis, in questo caso non è Bud Spencer a “suonarle” ma le leste dita di
Mammarella. Si torna al materiale proprio con “Crazy Mind”, qui la tecnica
espressa è davvero elevata. Lisergica “Beyond”, ipnotica nel suo incedere
psichedelico, a mio gusto personale uno dei tasselli più belli dell’album, a
ricordarmi involontariamente (e forse vale anche per l’artista stesso) che i
Beatles sono stati fondamentali per la musica.
“Wild”
ha una giovialità Folk, l’autore sa davvero spaziare in ogni tipo di genere,
alcuni suoni mi portano con la fantasia in Scozia. Più americana la title track
“Past, Present And Let’s Hope”, vero fuoco d’artificio di tecniche varie. Il
disco si conclude con “Dry Road”, altra fuga nel pentagramma.
Daniele
Mammarella è questo, il sunto è rappresentato visivamente nella foto dell’album,
ma il vero godimento risiede nell’ascolto, breve ma intenso. MS
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