RETROSPECTIVE
– Latent Avidity
Progressive
Promotion Records / G.T. Music
Genere: Metal Progressive
Support: cd – 2019
Tornano
i polacchi Retrospective con Latent Avidity”, ultimo sforzo creativo da studio,
il quinto. La band oramai si è consolidata su certe atmosfere Metal Prog a
tratti malinconiche e sempre colme di ottime melodie.
Bene
rappresenta il contenuto sonoro la splendida cover di Dimitra Papadimitriou che mi fa tornare alla
mente quella dei thrasher svizzeri Coroner di “No More Color”, anche se
ovviamente i stili musicali sono completamente differenti. Qui il lavoro
“progressivo” del gruppo prosegue imperterrito, sino a raggiungere un risultato
che sicuramente farà l’interesse dei fans di Anathema (quelli di “Alternative
4”), dei Riverside, Tool e Pain Of Salvation su tutti. Otto brani contenuti
nell’album, anche se il primo è un brevissimo intro intitolato “Time”. Il
gruppo ancora oggi è composto da Jakub Roszak (voce), Beata Lagoda (tastiere,
voce), Maciej Klimek (chitarra), Luzask Marszalek (basso) e Robert Kusik
(batteria).
Subito
positivo l’impatto con “Still There”, vero e proprio singolo che ti fa
innamorare del genere al primo ascolto. Etereo nelle chitarre, bene
interpretato dalla voce pulita ed impostata di Jakub che in questo caso mi fa
tornare alla mente quella di Geoff Tate dei Queensryche, ma quelli più pacati.
Tutti
i brani sono di media o lunga durata, comunque sempre superiori ai cinque
minuti, così “Loneliness” non esula dalla media. Qui è Beata che canta, una
voce gradevole e mai dedita ad inutili grida che tanto sembrano andare di moda
oggi. Un velo gotico avvolge il brano mentre le tastiere ripetono una sorta di
loop che potrebbe benissimo uscire da canzoni New Wave. Più insistenze in
ambito Metal nell’incedere del riff risulta “The Seed Has Been Sown”, brano di
spiccata personalità malgrado alcuni piccolissimi deja vu dovuti probabilmente
ad ascolti Riverside.
Splendido
il finale della canzone con un gradevole assolo di chitarra.
I
toni diventano introspettivi in “Stop For A While”, apre piano e voce per poi
evolversi in una gotica semi-ballata. Toccante il cantato maschile e femminile,
formula rodata e sempre funzionale. Un momento solare nel disco giunge da “In
The Middle Of The Forest”, canzone che comunque
rispecchia tutti i canoni caratteriali della band polacca, così la
successiva “Programmed Fear” fra Paradise Lost più recenti e Lacuna Coil.
Il
disco si conclude con il brano più lungo, superati i dieci minuti in “What Will
Be Next?” e per i gusti musicali del sottoscritto è sicuramente il momento più
bello, anche per gli arrangiamenti oltre che per abbondanza di materiale.
Diciamo che si accosta di più al Progressive Rock.
La
musica dei Retrospective bada al sodo, diretta al cuore senza strafare giocando
su giri armonici gradevoli che faranno avvicinare molti di voi sia alla band
che al genere se sconosciuti. Gran bel disco, la band è in un momento di grazia
compositiva, approfittiamone. MS
molto bravi anche dal vivo!
RispondiEliminaNon mi è mai capitato di vederli dal vivo, solo nei video ma già rendono bene l'idea.
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