ARCADELT
– ARC8
Lizard
Records / GDC Rock promotion
Genere: Neo Prog
Supporto: cd – 2019
C’è
chi nel mondo del Rock Progressivo è cresciuto con band storiche come Genesis,
Gentle Giant, King Crimson, Yes etc, e chi invece grazie ad una età minore lo
ha fatto attraverso il Neo Prog.
Entrambi
i stili scaturiscono dalla terra di Albione ed è fatto noto che gruppi come
Marillion, IQ, Pendragon e Pallas su tutti, nei primi anni ‘80 costruiscono la
loro carriera sopra a quella di band storiche come Genesis e Pink Floyd.
Anche
noi in Italia abbiamo numerosi proseliti devoti al Neo Prog, una di queste band
si chiama Arcadelt e si forma nel 1992, quando il genere rialza la testa
nuovamente sotto la spinta di gruppi come Spock’s Beard, Landberk, The Flower
Kings, Anglagard, Anekdoten, Porcupine Tree ed altre ancora. Nascono come band
strumentale composta da quattro elementi, mentre oggi sono formati da Pierfrancesco Drago (voce), Fabio Cifani (basso),
Sandro Piras (batteria), Fabrizio Verzaschi (chitarra), e Giacomo Vitullo (tastiere).
Nel tempo hanno una buona attività live, partecipando anche a festival nazionali oltre che esibirsi
spesso a Roma.
Il
primo lavoro in studio si intitola “Enjoy” (Progland Records – 1995), ma nel
1997 c’è lo scioglimento del gruppo. Si ritrovano solo nel 2009 ed in quattro
elementi per pubblicare l’ep per il mercato giapponese (sempre attento
all’italico Prog) “EnjoyPan”. A dieci anni di distanza li ritroviamo con nuova
linfa e ispirazione con l’intento di mettere alla portata del pubblico tutta
l’esperienza accumulata in questi anni, il risultato è “ARC8”, composto da
sette nuove tracce.
“Behind
The Curtain” mostra subito una band coesa e una capacità di arrangiamento
importante, esaltato il tutto da una buona incisione, la quale dona profondità
alle strumentazioni. Le tastiere e la chitarra elettrica disegnano movimenti su
tele Neo Prog che fanno la gioia dei fans di Marillion, IQ e Pendragon.
Ovviamente non possono mancare i richiami ai Genesis, questi alla metà del
brano grazie all’uso sincopato delle tastiere.
Ma
la musica degli Arcadelt non è solo nostalgia, ci sono fughe solari, ariose e
ricercate un punto di contatto fra passato e presente come anche altre band
giovani nel settore oggi hanno imparato a fare.
Pianoforte
e voce introducono “The Heartbeat”, ancora una volta legata ai giri di tastiere
stile Clive Nolan e Mark Kelly, brano classico nel suo genere. Più ricercato “Dogs
In Chains” pure restando relegato al contesto. Le parti strumentali convincono
e riempiono la stanza di suoni in una sorta di muro. Ottimo il solo di chitarra.
Una
favola narrata apre “Caledonia”, una storia che dura quasi otto minuti fra
cambi umorali e di tempo come genere insegna.
“Assenze”
è una dolcissima ballata inizialmente voce e piano per poi lasciarsi travolgere
da sinfonie armoniose. Una piccola gemma sonora che coccola l’ascoltatore. Si
alzano i toni con il graffiare della chitarra distorta in “Blood On” ed un
canto (sempre ottimo Pierfrancesco Drago) che in alcuni momenti fa il verso a
Fish.
Il
disco si conclude con “The Blue Side”, altri otto minuti di tanto materiale
Prog. Musica cromatica come l’artwork che accompagna il disco.
Le
melodie sono accattivanti e spesso ci si ritrova ad ascoltare ad occhi chiusi e
questo a mio avviso è sinonimo di obbiettivo centrato. Sicuramente un disco che
girerà spesso nel mio lettore. MS
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