GIANNI VENTURI / LUCIEN MOREAU – Il
Vangelo Di Moloch
Autoproduzione
Genere: Elettronica/Progressive
Supporto: cd – 2018
Secondo
passo per la ciclopica creatura Moloch, formata e concepita da Gianni Venturi (cantante,
poeta e pittore) e dallo scrittore musicista Lucien Moreau. Il debutto risale
al 2016 con “Moloch”, vero e proprio momento documentaristico fra scorci di
società ed avvenimenti, il tutto visionato dal caleidoscopico sguardo di Gianni
Venturi. La sua poesia e il modo di vedere il mondo ben si incastona fra le canzoni,
a volte stridenti ed in altri casi veri e propri pugni allo stomaco. Venturi
dimostra sempre di più di avere controllo e consapevolezza del suo strumento,
la voce, passaggio per un concetto da esprimere in questo viaggio composto da ben
quattordici tracce. Differenti culture s’intrecciano, molti di voi noteranno
richiami agli Area e ciò è inevitabile visto l’approccio vocale ma non
soffermatevi alla superfice, c’è di più.
Non
vado a nominare nessun brano per lasciare a voi il piacere di scoprire,
tuttavia tengo a sottolineare lo sforzo dei due artisti nel voler sfondare il
muro di gomma che è la globalizzazione sonora di oggi, l’ovvietà, la
spersonalizzazione. Qui c’è voglia di comunicare, di disturbare per raggiungere
lo scopo del messaggio, argomentazioni forti come le religioni, andare contro
il sistema, analizzare la nostra società ed il suo spesso becero comportamento.
Si parla dell’operaio che lavora in fabbrica, di politica (quella corrotta) di
futuro, e poi…Quale?
L’elettronica
di Moreau dona all’ascolto un loop insistente ed angoscioso, strumento
evidenziatore del messaggio Moloch, e suo perfetto viatico.
Interventi
di voci femminili (Debora Longini) fanno capolino di tanto in tanto, donando rotondità
all’ascolto, così alcuni fiati. Pianoforti malinconici stendono veli leggeri di
suono sulle parole che in fase più quieta trattano anche di amore, un amore sudato
e sofferto.
“Io
credo che gli occhi della terra piangano mare, al grido dei bambini si
sciolgono di mare”, il mare sa di sale come le lacrime, e questa è poesia pura,
per chi vi scrive un frammento devastante.
Molta
oscurità e pessimismo, ma se si va ad analizzare quanto detto nei testi nel
riscontro della realtà delle cose, allora non si può fare a meno di annuire e
successivamente chiederci anche il perché di questo nostro modo erroneo di
essere “umani”.
Un
lavoro concettualmente pesante, da prendere con il contagocce ed in uno stato
d’animo appropriato, è come leggere un libro, lo si fa quando se ne sente la
necessità.
Ora
chiedo a voi, cosa volete dalla musica? Se cercate “sole, cuore, amore” o
assolo di strumenti epocali, allora abbandonate Moloch, perché qui c’è ben
altro. A me invece la musica deve dare, deve colpire, deve restare, non mi
interessa se ciò mi giunge da un ritornello facile ma godibilissimo oppure da
un frangente di poesia che mi sventra dentro, in entrambi i casi il risultato è
raggiunto e ciò si chiama “emozione”.
Se
ritenete che questa musica sia “difficile”, non posso darvi torto, ma neppure
ragione perché bada al sodo, magari dategli un attento ascolto.
Il
mondo è bello perché vario, c’è il momento in cui ci si vuol divertire e il
momento per pensare, “Il Vangelo Di Moloch” non è musica da sottofondo, ma
musica per pensare. MS
Per contatti:
https://molochthealbum.bandcamp.com/
and on iTunes / Amazon / Spotify or on limited edition
CD.
http://www.facebook.com/moloch.thealbum
http://www.studioesma.com/moloch.html
Come sempre Max Salari coglie nel segno!
RispondiEliminaGrazie mille, ma il compito è semplice quando ciò che si ascolta parla chiaro. Grazie a chi crea.
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