UROSS – Ovunque E’ La Bellezza Che
Non Vedi
Audioglobe
Genere: Rock
Supporto: cd – 2015
Il
Rock in Italia tiene duro, le nuove leve continuano a portare la fiaccola del
genere crescendo fra mille difficoltà. Uross è il progetto RockAutorale di
Giuseppe Giannuzzi di Monopoli (BA). Ho
detto crescendo perché Uross giunge con “Ovunque E’ La Bellezza Che Non Vedi”
al secondo suggello discografico. Ho recensito nel 2011 quel debutto dal titolo
“29 Febbraio (Lo Squilibrista)” e ho concluso dicendo che sono una promessa e
che comunque l’ascolto andava spezzato magari anche con momenti più
strumentali. E allora andiamo ad ascoltare i nuovi 12 brani che compongono il
nuovo album cosa ci raccontano.
Apre
“Tutto Tranne L’Inutile”, gli strumenti sono suonati da Giannuzzi, mentre le
tastiere sono in mano ad Andrea Brunetti. La canzone è semplice e diretta, bene
gli arrangiamenti, il suono pieno di certo aiuta ad accrescere l’enfasi di
questo Rock popolare e radiofonico.
Il
lato cantautorale di Uross esce a nudo in “La Strage Di San Valentino”,
dimostrando anche una sicurezza nei propri mezzi più marcata rispetto l’album
precedente. Con lui e Brunetti suonano anche Carletto Petrosillo al basso e
Maurizio Indolfi alla batteria.
“Giallo”
mi fa tornare alla memoria i primi Litfiba, non per il cantato ovviamente, ma
per le melodie, i riff ed il ritornello. “Imparerò” con Vincenzo Perricci al
basso è uno dei momenti più alti del disco, sia per le liriche che per
intensità emotiva, un Uross impegnato e
referente del cantautorato che fu. Apprezzo molto anche l’acustica
“Soffio Leggero”, e qui i momenti strumentali che mancavano al primo album ci
sono, brevi ed intensi. “Papillon” con i suoi deja vu è semplice ed
accattivante, mentre “Madre” è una via
di mezzo fra Bennato e Litfiba tanto per rendere un poco l’idea. Chitarra slide
per “Komandante”, graziosa e fotografia di un soft Rock sempre funzionante per
melodie ed enfasi emotiva. Bella “Silenzio In Blues”, Rock al punto giusto,
mentre “Kanto Al DisinKanto” mi risulta più anonima. Non manca una cover, un
bel tributo ad un grandioso artista, Luigi Tenco, sempre poco ricordato, qui
“Ciao Amore Ciao” gli rende giustizia!
In
conclusione troviamo “L’Ultima” e ci auguriamo che comunque così non sia,
perché c’è bisogno anche della musica di Uross in un panorama sempre più banale
come questo attuale.
Uross
sta maturando, accresce la sua autostima e questo lo si evince dal paragone dei
due album editi. Una musica fra cantautore e Rock, semplice e senza troppi
orpelli, ma che fa della giusta melodia orecchiabile la propria forza. Ci sono
ancora angoli da smussare, il distaccarsi un poco da certi stilemi
probabilmente inflazionati, ma sono particolari che nell’insieme ne danno
fastidio e ne sminuiscono l’ascolto, per cui, da parte mia…avanti cosi. MS
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