SHEEN
– Absence
RDM
Records
Genere: Rock & Blues/
Sperimentale
Supporto: cd – 2015
Sheen
è il progetto scaturito dall’unione di due artisti, la cantante Romina Daniele
ed il polistrumentista (basso e chitarra) Lorenzo Marranini. Marranini proviene
da un percorso Rock, e Folk/Blues, mentre Romina Daniele la conosciamo già come
cantante e sperimentatrice del suono umano, non a caso è vincitrice anche del
Premio Internazionale Demetrio Stratos, tanto per citarne uno. Assieme fondano
nel 2010 la RDM Records.
Il
connubio da alla luce questo album d’esordio dal titolo “Absence”, composto da
nove tracce, tutte dallo stesso titolo, solo differenziato da un numero
crescente. “Absence” è un prodotto che guarda lontano, cantato in inglese
(escluso il pezzo “Absence 8”) e che non si ferma avanti alla formula canzone,
qui lontana anni luce. “Absence” è il titolo della poesia di Romina pubblicata
nel 2011 con la raccolta “Poesie 1995 – 2005” da RDM. Essa è la mancanza di
autenticità nel mondo dinanzi alla quale la ricerca più propria è urgente e
necessaria (cosi’ narra la biografia).
L’elettronica
ricopre un ruolo importante nella riuscita dell’insieme, a volte oscura ombra che insegue il suono, a volte tappeto
sonoro che mette in evidenza la voce di Daniele. Acuti, parti recitate, versi,
interpretazioni recitate si alternano a vocalizzi a volte anche polifonici.
“Absence
2” è tratto dalla poesia “L’Occhio Che Ascolta” ed è strutturato su una
ritmica ossessiva, vicina anche a un
sound che potrebbe uscire dalla discografia di Paolo Catena.
Cadenzato
e ancora oscuro è il brano “Absence 3”, tratto proprio dalla poesia “Assenza (O
Soglia Del Mio Dolore)”, qui bene interpretato dal suono e dalla voce. La
sensazione che provo all’ascolto è come uno scivolare in una caduta libera nell’oscurità
e senza un appiglio, il tutto sembra non avere un fondo. Notevole. Il risveglio
mi giunge solamente quando intervengono le schitarrate Pinkfloydiane, degne
compagne di un percorso sia psichedelico che poetico.
“Absence
4” è greve e sprigiona dolore, lento agonizzare che porta immediatamente alla
successiva fase dal titolo “Absence 5”. Ancora dolore, ancora oscurità. Con “Absence 6” si arriva ad un anthem
spettrale e greve, al limite del Doom dove il lavoro della chitarra è ottimo.
“Absence 7” gioca sulla sovra incisione di voci, mentre “Absence 8” è
quantomeno spettrale, Antonius Rex se
stai leggendo, contattali! La conclusiva “Absence 9” è una suite di
quasi diciannove minuti, essa è un lungo viaggio spaventoso, a mezz’aria, sospesi
nel vuoto.
Questo
è un disco che esula da ogni parametro logico di struttura musicale, almeno per
come la si intende generalmente.
Da
ascoltare soprattutto al buio… se ne avete il coraggio! MS
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