GARDEN WALL – Assurdo
Lizard Records
Genere: Progressive / Metal Progressive
Supporto: cd – 2011
Alessandro Serravalle per chi scrive è uno dei maggiori esponenti del Progressive Rock italiano dagli anni ’90 ad oggi. Assieme ai suoi Garden Wall ha saputo sempre convincere. Ma non è giusta questa considerazione, diciamo che ha saputo sempre sorprendere. Ecco, sorpresa, questa è la parola che un Prog Fans vorrebbe dire più spesso in quanto nel citare il termine Prog Rock si intende spesso sinonimo di vecchio….antico.
I friulani Garden Wall nella loro lunga carriera hanno sempre saputo sperimentare con intelligenza, scalfendo il Metal Progressive. Eclettici, visionari, geniali, destabilizzanti, tutti questi aggettivi calcano loro a pennello, eppure la buona melodia è sempre in agguato, tanto da restare spesso imbrigliata nella mente. Difficile far quadrare queste situazioni, eppure loro ci riescono.
“Assurdo” è l’ottavo lavoro da studio e sancisce il matrimonio con la casa discografica Lizard. Catapultandoci in questa nuova esperienza, entriamo in uno stato d’animo mentale che estranea dalla realtà, facendoci rasentare il sapore della follia. Infatti nella musica i stati umorali si susseguono con ciclica cadenza , passando da grida sonore a fraseggi eterei e psichedelici. Un sogno o un incubo? Le credenziali sostengono entrambe le tesi, a partire da “Iperbole”.
L’album è suddiviso in dieci tracce, ma all’ascolto ne è una sola, in pratica una lunghissima suite.
“Butterfly Song” è introversa, il violino iniziale fornisce uno stato d’animo riflessivo, ma nel susseguirsi le sensazioni mutano, così come il brano. Oniricamente si procede fra sogno ed incubo, facendo un salto perfino nei gorgheggi glottici in stile Stratos – arabici, in “Trasfiguratofunky”. In generale, il filo conduttore è l’estrema voglia di lasciarsi andare, sia strutturalmente che strumentalmente. Il Metal si affaccia anche abbastanza spesso, ma non invade mai, tanto da non poter far considerare questo album un disco di Metal Prog. Spesso ci si lancia in fughe improvvisate, quasi in stile Musica Da Camera, come in “Just Cannot Forget”, per poi rotolare in una Psichedelìa ossessiva e penetrante. Il pezzo in assoluto più articolato nella complessità è “Clamores Horrendos Ad Siderea Tollit”, molto King Crimson.
“Assurdo” è un grande ritorno, un disco ricco di sorprese che vorrei essere voi a scoprirle. Quello che posso dire è che il lavoro è profondo, destabilizzante e in alcuni tratti geniale. Certo, chi non è pronto a questo stile troverà difficoltà nell’assorbire il tutto, però anche questi potranno cogliere alcuni passaggi gradevoli. Quando il termine Progressive Rock ancora oggi ha un senso di esistere… (MS)
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