MARIO COTTARELLI – Prodigiosa Macchina
Crotalo Edizioni Musicali
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2007
Chi suona Progressive Rock in tempi non sospetti, cioè oggi dove il genere non è di moda, è sicuramente un grande appassionato di musica! La vita ci mette continuamente alla prova e molto spesso impedisce di realizzare ciò che desideriamo o che pensiamo. Ma le passioni non si sopiscono mai, Mario Cottarelli ne sa qualcosa.
Cremonese e polistrumentista, si dedica alla musica sin dagli anni ’70. Proprio qui compone dei brani che non vedranno mai luce a causa di una sfortunata coincidenza, quella della chiusura della casa discografica a cui aveva proposto il progetto. E qui mi riallaccio alla passione ed alla caparbietà iniziale, quella che il tempo non riesce a scalfire, perché vera. Si può realizzare nel 2007 un cd composto da tre suite di musica che cavalca le onde dei Genesis, Goblin, della musica più sinfonica e quant’altro è retrò? Certamente dico io, perché la musica in realtà non ha tempo. C’è da dire che l’artista è comunque all’interno del music business, ossia ha collaborato con Ivana Spagna e Claudio Simonetti , per cui ferrato ed indirizzato, ma questa “Prodigiosa Macchina” sembra voler gridare al mondo intero chi è Mario Cottarelli.
Trattandosi di Progressive Rock, il disco è composto come dicevo da tre suite, la prima dal titolo “Prodigiosa Macchina” è della durata di quasi 22 minuti. In essa convivono numerose soluzioni e varianti, conquistando l’attenzione dell’ascoltatore travolto da liriche importanti e musica coinvolgente.
Le parti vocali non sono il piatto forte del disco, tuttavia Cottarelli riesce a sopperire il tutto con un songwriting quantomeno intelligente ed emotivo. Il centro del concetto è la mente dell’uomo ed il suo sviluppo, con l’auspicio che l’evoluzione elimini “Ogni forma d’approssimazione”.
Una suite piena, rotonda dove i cambi di tempo si alternano a passaggi ipnotici dal profumo anni ’70. La strumentazione esalta questo concetto, portando il suono in giochi strutturali, spesso cari anche alle Orme. Mario gioca, si diverte ed espone una cultura musicale eccellente. Il secondo pezzo si intitola “Il Pensiero Dominante” ed estrae dal cilindro delle idee stile Gentle Giant, accennate anche nella suite precedente.
Come potrete capire è un lavoro ricco di buoni passaggi, specialmente nella conclusiva “I Cori Della Via Lattea”, strumentale dove classicismo e Goblin vanno a nozze. Non conoscevo questo artista per mia ignoranza, per me è una felice scoperta e mi auguro con tutto il cuore di poterlo riascoltare in un progetto più completo, magari riuscendo a limare il canto, unica pecca di un disco assolutamente da godere. Consigliatissimo agli amanti del Prog Italiano! (MS)
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