Umphrey's McGee
UMPHREY'S
MCGEE - Asking For A Friend
Autoproduzione
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd - 2022
Ma
porca miseria, ci vuole poi tanto? Basta essere se stessi, con il bagaglio
d’esperienza formato da ascolti alle spalle, un poco di personalità e il gioco
è fatto. Ma perché copiare e basta? Un andamento che oggi è davvero ripetitivo
e nauseante. Nascono fenomeni con il tempo di vita di una mosca, si riempiono
di soldi in un attimo per poi sparire nel nulla. La tecnologia aiuterà pure a
creare a basto costo ma mannaggia a tutto, la musica è un’arte non un
hamburgher!
Eppure
con il copia/incolla e un minimo sforzo si guadagna, mentre chi crea con
dovizia e intelletto arranca.
La
domanda che vi pongo a questo punto è: Che cosa volete dalla musica? Se la
risposta è divertimento, svago senza impegno allora potete abbandonare
immediatamente la recensione, se invece vi serve per ascoltare, immaginare,
godere, scoprire e molto altro ancora, allora fermatevi un attimo qui sugli Umphrey's
McGee.
Che
cosa spinge un artista a creare musica complessa, consapevole del poco guadagno
se non la passione per questa musa dalle mille sfaccettature? Amore, senza
dubbio è questa la parola chiave. Il tempo per fortuna è sempre galantuomo e dona
a Cesare quel che è di Cesare.
Umphrey's
McGee per chi ascolta Progressive Rock (o meglio Crossover prog) è un nome
conosciuto e sinonimo di competenza. La band americana ha alle spalle una
ventina di lavori in studio, eppure malgrado siano molto prolifici, la qualità
delle composizioni resta mediamente elevata. Si formano nel 1997 nell’Indiana e
precisamente a South Bend e ad oggi sono composti da Brendan Bayliss (chitarra,
voce), Jake Cinninger (chitarra, tastiere, voce), Joel Cummins (tastiere,
voce), Ryan Stasik (basso), Kris Myers (batteria, voce), e Andy Farag (percussioni).
Metal, Funk, Folk, Jazz-Fusion il tutto condito da melodie orecchiabili, come
lo zucchero per il caffè. Davvero uno slalom fra il passato ed il presente, la
storia della musica è assimilata e riveduta con la suddetta personalità, a
tratti mi sembra di ascoltare i The Pineapple Thief più complessi e completi.
Non è musica dalla facile collocazione stilistica, ma poco importa, ciò che
conta è che nelle quattordici canzoni ci sia di che godere. Come avrete avuto
modo di leggere non ho elogiato o trattato nessun brano, questo perché deve
essere la vostra curiosità a fare il resto, sempre che siate aperti di mente a
soluzioni differenti. Il disco è registrato in tre sessioni differenti
dall’inizio della pandemia.
“Asking
For A Friend” non è un capolavoro, lungi da me accostare l’aggettivo così in
maniera superficiale, ma credetemi se vi dico che qui il Prog fans ha di che
godere.
Una
opportunità per avvicinarsi a certi modi di concepire la musica, una scommessa
con se stessi, un piacere inatteso e scoprire magari che questi americani hanno
persino adottato moltissime soluzioni moderne. Umphrey's McGee, una certezza.
MS
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