A.A.V.V. The Dark Side Of The Cult - A Tribute To Blue Oyster Cult
A.A.V.V.
– The Dark Side Of The Cult
Black
Widow Records
Genere:
Hard Rock/Rock
Supporto: 2cd – 2022
Vorrei
fare un dovuto e opportuno preambolo prima di parlare di questo doppio cd tributo
a una delle band più importanti della scena Rock mondiale, vorrei brevemente
parlare di Giancarlo Bolther. I suoi articoli e critiche le avrete lette molte
volte, sia su Flash, che su Rockerilla giusto per fare due nomi. Ho avuto la
fortuna di poterlo conoscere grazie a Gianni Della Cioppa, ci siamo frequentati
e diventati ottimi amici. Ho avuto il piacere e onore di scrivere con lui su
Rock Impressions, sito di musica Rock in significato totale. Il modo garbato di
criticare che lo contraddistingue mi ha sempre colpito e affascinato,
soprattutto il fiuto che ha per i dischi eccellenti. Non lo dico perché è un
amico, ma semplicemente per verità di cronaca. Bene ha fatto l’italiana Black
Widow Records a fargli produrre questo mega-lavoro dedicato ai Blue Oyster
Cult.
Bolther
è un grandissimo intenditore della band americana attiva sin dal lontano 1970 e
ancora in attività, questo a rilevare che quando un prodotto è valido, non
esiste il tempo. Anche l’artwork è per opera di Bolther così come alcune foto,
escluse quelle degli artisti e di Laura Medei, autrice della grafica e dei
layout. Il libretto che accompagna la doppia opera (28 pagine!) è curato e
ricco d’informazioni, un eccellente compagno di viaggio durante l’ascolto.
Ho
scritto nel titolo che i Blue Oyster Cult suonano Hard Rock e Rock, in realtà
nei decenni hanno toccato differenti stili come l’Heavy Metal, il Rock Psichedelico
e il Rock Progressivo, una band completa e tecnica con un gusto per la melodia
accentuato, come la maggior parte di quelle che provengono dall’America. Il
modo di operare dei BOC non è certo usuale, negli anni si sono saputi rinnovare
secondo i tempi, ma soprattutto hanno saputo circondarsi non soltanto di ottimi
esecutori ma anche di poeti (Michael Moorcock, Patti Smith etc.), scrittori
(Stephen King) e giornalisti. La creatività espressa non è accolta dal grande
pubblico istantaneamente, bensì necessitano nove anni per fargli raggiungere il
grande successo, considerando che si sono formati nel 1967. Gavetta e idee comunque
alla fine pagano.
Di
certo suonare un brano di questi autori non è semplice, per mille motivi,
tuttavia in questo colossale tributo ci sono numerose band che si sono
cimentate in una fedele ricostruzione, ma ci sono anche coloro che hanno
stravolto il pezzo rendendolo proprio. Davvero si contiene musica per tutti i
gusti, anche per chi non conosce la discografia dei BOC, anzi, questa è anche
una bella occasione per avvicinarsi al loro gigantesco mondo. Al progetto partecipa
anche il batterista Albert Bouchard, uno dei membri fondatori della band, un
valore aggiunto non da poco.
Nel
primo disco suonano: Transmaniacon, Salem Cross, Presence, L’Impero Delle
Ombre, Spectres Dead Dream, Humulus, Albert Bouchard, Epitaph, Belladonna,
Bretus, Bullfrog, Witchwood e Blue Dawn. Nella bonus track ci sono Simone Baldini & Cristiano Roversi della band Prog Moongarden. Speciale la versione che propongono di "Then Came The Last Days Of May". Nel secondo cd ci sono: The Forty Days, Il Segno Del
Comando, Jim Gustafson And Poobah, Lifestream, Gothic Stone, Doctors Of Space,
Freddy Delirio And The Phantoms, Ottone Pesante, Ape Shifter, The Mugshots,
Jack Meille And The Blue Machine, Smed, The Lancasters e Runaway Totem, come
ospiti speciali nella bonus track ci sono i Death SS.
Come
avrete avuto modo di verificare all’interno partecipano numerosi gruppi
importanti più o meno noti anche alla scena del Rock Progressivo quello maggiormente
impegnato, e poi oscuri storici metallari quali i Death SS, nome davvero di
spicco della scena italiana e non soltanto.
La
raccolta non può che iniziare con la band Transmaniacon, nome che guarda caso
riprende il primo brano dei BOC velato da un alone di ruvidità ed ecco subito
spalancarsi al nostro cospetto il mondo degli anni ’70.
I
riff taglienti proseguono in Salem Cross e il brano “Stairway To The Stars”
senza compromessi di sorta. Gli italiani Presence di Sophya Baccini non fanno
sconti in “Before The Kiss A Redcap”, mentre ci sono band che si formano
esclusivamente per questo progetto, come ad esempio gli Spectres Dead Dream
(bellissimo il solo di chitarra). Suggestiva la versione di “She’s As Beautiful
As Foot” dei bravissimi L’Impero Delle Ombre, fra le mie preferite, e non
soltanto per le atmosfere grevi. Altra versione personalmente gradita è la
strumentale “Monsters” degli originali Ottone Pesante, singolare e bene
eseguita. I progressivi The Forty Days si cimentano nella spassosa “(Don’t
Fear) The Reaper”.
Ricky
Del Pane ha una gran bella voce e si constata nei tre gruppi con cui offre il
tributo, ossia Witchwood, Epitaph e Salem Cross. Spicca il nome Belladonna, mentre
gli Humulus ci rovesciano addosso litri di Doom bollente in “The Red & The
Black”.
C’è
un brano eseguito in due versioni e si intitola “Godzilla” per opera di Jim
Gustafson and Poobah e nella spettacolare bonus track dei Death SS. Le tastiere di Scott Heller (Oresund Space Collective, Doctors Of Space) sono sempre un
piacere da ascoltare, qui nel brano “The Vigil”. Devo ammettere che il connubio
BOC – OSC è davvero potente, l’elettronica spaziale dona alla musica degli
americani un fascino quasi alla Hawkwind, un trip intrigante che lascia alla
fine dell’ascolto del tutto stesi!
Altre
due menzioni a parte per gli ottimi Il Segno Del Comando di Diego Banchero e
per gli storici e sperimentali Runaway Totem per la soggettiva e ricercata “The
Alchemist”.
In
conclusione, senza considerare i suddetti citati legami di amicizia, posso consigliare
l’acquisto di “The Dark Side Of The Cult” senza indugio. Musica non soltanto
per chi ama il Rock, tanta storia e curiosità, però…Su il volume! Giancarlo
Bolther colpisce ancora e assieme alla Black Widow Records sono un micidiale
connubio. Attenti a quei due. MS.
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