Officina F.lli Seravalle
OFFICINA
F.LLI SERAVALLE - Ledros
ZeiT
Interference / Open Mind-Lizard
Genere:
Electronic, Rock, Prog Rock
Supporto:
cd – 2022
I
fratelli Alessandro e Gian Pietro Seravalle ritornano a colpire i nostri
padiglioni auricolari con “Ledros”, quarto lavoro in studio dopo il buon
“Blecs” del 2021. L’Officina non si ferma, anzi imposta nuovi turni lavorativi
impegnando le strumentazioni sempre più con maestria e idee. Ricerca interna,
viaggio pindarico senza freni e nessuna paura.
Non
lo faccio mai, ma questa volta vi allego cosa c’è scritto all’interno del disco,
un appetitoso prequel: “ In friulano
Ledros significa "rovescio”. L’idea che percorre l’opera (per fuggire in
differenti direzioni in barba al principio di non contraddizione visto qui come
simbolo del “dritto” che critichiamo) è duplice: da un lato lo sguardo che si
rovescia verso l’interno, rapidi raggi di tenue luce illuminano gli anfratti
interiori, occhi indagatori catturano luci oscure, secrezioni (non soltanto biochimiche)
e silenzi del corpo (G. Ceronetti), come pure manovre evasive, inchiostri di
seppia che nascondono alla vista e proteggono colui che ci abita (B. Gracián);
dall’altro il ribaltamento del pensiero comune.
E così la chiaroveggenza diventa
nefasta (E. Cioran) mentre la futilità diviene sublime (O. Spengler), Prometeo
mostra il suo volto atroce e chiama il suo negativo (di nuovo Cioran), i ricchi
completano la loro rivoluzione nascosta ai danni di coloro che niente
possiedono (W. Brown), Oblomov (I. Gončarov) si staglia a modello per
un’umanità che, a causa della sua brama di azione, prepara la propria
autodistruzione e avvelena la biosfera mentre il pianeta Terra, indifferente al
destino di ogni essere vivente, continua tranquillamente a orbitare…e poi digressioni
più o meno distanti…autostrade, bizzarri luoghi di stordimento, il vino e le
volute di fumo, la fabbrica, la più bella tra le città…”.
Con
loro si aggirano special guest come Mariano Bulligan (violoncello), Carlo
Franceschinis (basso), Lady X (sussurri), Nino Maglione e Filippo Marzolla
(narrato), Paolo Pascolo (flauto, basso), Brenda Quattrini (registrazioni sul
posto) e Zeno Tami (tromba). Detto questo è evidente che la musica elettronica
del duo si va arricchendo di soluzioni che potremmo anche definire
“progressive” nel puro senso della ricerca.
Dodici
brani che impegnano la mente, nulla di scontato fra le note, “Elogio Di
Oblomov” fra sussurri, sibili e loop sonori addentrano l’ascoltatore in un
turbinio mentale che poco ha di musicale. L’ingresso delle percussioni donano
uno spiraglio di luce, almeno per vedere dove stiamo camminando all’interno del
nostro essere. Con quasi nove minuti di durata “Di Refosco E Di Ghigno” è lo
strumentale più lungo del brano. L’elettronica qui dialoga con i suoni
sgocciolati di un pianoforte. Sembrano scambiarsi dei pareri, mentre l’effetto
stereo è l’evidenziatore che esalta il tutto. Durante l’ascolto mi ritorna in
mente il maestro John Cage.
Più
musicale “Il Silenzio Del Corpo”, grazie anche alla batteria e al flauto, così
tutto sembra improvvisato ma ordinato. “Nèfaste Clairvoyance” alza il ritmo con
l’uso del basso. Ancora una volta il piano ritorna a dialogare con le
strumentazioni e nell’andare le atmosfere s’incupiscono quasi a divenire
inquietanti. Sembra di ascoltare la colonna sonora di una scena thriller, voci
sussurrate mettono il carico da novanta. La recitata “Vignesia” ha suoni
elastici, vibranti, “A4 – Driving The Moon Home” invece è persino ballabile.
“Stealth Revolution (From The Top Down)” proviene dal Krautrock, i fratelli
Seravalle conoscono molta materia e si evince dalle loro complesse
composizioni. Si ritorna verso una parvenza melodica attraverso il Proto Jazz
di “L’Antiprometeo”, ma è un passaggio singolo, con “Sublime Futilità” riparte
la ricerca introspettiva qui supportata dalla tromba. “Retinal Fetish” invece
ha un ritmo Techno, dove la ripetitività è di casa, ovviamente si è al cospetto
di elettronica, il movimento mi rimanda ai primi Kraftwerk degli anni ’70. Le
atmosfere cupe di “Jibias De Interioridad” accompagnano verso la conclusiva
“Terzo Turno”, pacata rispetto quanto si è potuto ascoltare durante il percorso
sonoro.
Se
cercate un disco con melodie e qualcosa da fischiettare “Ledros” non fa per
voi, se invece dalla musica esigete sempre di più, L’Officina F.lli Seravalle
vi assume e vi fa lavorare… Con la mente, s’intende. MS
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