Fabrizio Tavernelli
FABRIZIO TAVERNELLI – Algoritmi
Lo Scafandro
Genere: Cantautore – Alternative
Supporto: cd – 2022
L’importanza
dei numeri.
Noi
siamo numeri, la vita è piena di numeri con i quali costruiamo, pensiamo,
agiamo, facciamo sport, suoniamo, insomma sono davvero il punto focale
dell’umanità. Possono aiutarci nei problemi, spiegarci l’universo oppure
possono comportarsi in maniera cadenzata e particolare come nella Sequenza di
Fibonacci. Gli elettrodomestici, i computer, i telefonini, sono tutti oggetti
entrati nella nostra vita quotidiana ed hanno sostituito l’umanità con una
sorta di automazione, “i numeri stessi hanno perso l’anima assieme a noi”,
questo è ciò che ispira Fabrizio Tavernelli in “Algoritmi”, sesto album da
solista in studio. Un argomento molto amato da artisti di mezzo mondo, non
dimentichiamo ad esempio il Krautrock dei tedeschi Kraftwerk nel bel disco
“Computer World” del 1981, dove il brano “Numbers” ha fatto impazzire lo stereo
di moltissimi amanti dell’elettronica. Ma qui siamo al cospetto di un
cantautore sagace, riflessivo e addirittura eclettico.
Suonano
con Tavernelli (chitarra, voce), Marco Santarello (chitarra, cori), Alessandro
De Nito (tastiere), Marco Tirelli (basso), e Lorenzo Lusvardi (batteria, cori).
Tra gli ospiti Giorgio Canali e l’orchestra Algoritmo Ensemble diretta da
Simone Copellini. Nell’edizione cartonata del disco all’interno si può godere
di un bel libretto ricco d’immagini, testi e spiegazioni.
Dodici
i brani contenuti e la copertina ai più appassionati di musica di voi avrà
ricordato sicuramente quel “Fear Of A Blank Planet” dei Porcupine Tree, anche
se la musica qui è altra cosa. Lo spirito comunque è lo stesso, quello della sperimentazione.
Detto questo è evidente che il cantautore non naviga in acque chete, ma si
propone come un ricercatore di suoni e di melodie, di ciò se n’è avuta prova
anche con i suoi precedenti lavori.
“Algoritmo
Stocastico” inizia l’album, una sequenza di numeri ci scorre avanti gli occhi e
la musica pacata si supporta di interventi elettronici. Con un richiamo ai
testi di Gianni Morandi e precisamente a “C'era Un Ragazzo Che Come Me Amava I
Beatles E I Rolling Stones”, giunge la più sperimentale “Impantanato Nel
Vietnam”. Qui l’uso della voce è ricercato e rivolto verso la recitazione,
proprio come avviene nella musica del cantautore Gianni Venturi dove la voce è
al servizio della poesia. Onde psichedeliche fungono da evidenziatore ai
ficcanti testi. Ancora elettronica per “Il Bagno E L’Antibagno”, canzone che
mette in evidenza gli opposti dei significati dei termini. Un motivo simpatico
che facilmente si stampa nella mente. Tavernelli, si diverte a cantare, le
canzoni hanno sempre questo sentore di svago, molto spesso grazie alle ritmiche
coinvolgenti, un caso di questi è “Algoritmo Alfanumerico”. Non mancano di
certo attimi più pacati e riflessivi come in “Fallibili” e la successiva “Il
Lupo E Lo Sciacallo”. Le parole sono il fulcro della proposta musicale ed hanno
una valenza considerevole. Ritorna l’elettronica in “Performance”, sonorità che
fanno capolino anche negli anni ’70, quando il cantautorato godeva di splendidi
artisti. Dunque fra le note di Tavernelli c’è molta ricerca, sia strutturale sia
metrica, ciò relega l’artista nel termine “impegnato”. Questo non deve
spaventare l’ascoltatore perché tutto scorre con piacere, anche nei momenti
strumentali come nel caso iniziale di “Al Khwarizmi”. Violini aprono la
scanzonata “Braghetta Digitale”, esempio perfetto di quanto ho descritto sino
ad ora, ossia divertimento, sarcasmo, impegno e ricerca. “Algoritmo Gig” fa
ballare con interventi funky, mentre il cantato è concentrato nella recitazione
salvo nel ritornello. Considerazioni importanti sono palesate in “Nel Libro Di
Storia”, e un pianoforte cadenzato conclude il disco con “L’Angelo Del Focolaio”,
altro movimento dal profumo anni ’70.
Diceva
il grande e indimenticato Lucio Dalla, “Il mondo ha bisogno di stupore” ed è
proprio per questo che dobbiamo liberare, o per meglio dire, lasciare andare i
numeri che abbiamo in noi.
Ed
è proprio Tavernelli a dire “Libera i numeri, non fare calcoli, libera i numeri
infiniti”. Ha ragione anche perché inevitabilmente l’evoluzione passa
attraverso la trasgressione della regola, quindi lasciamoci andare in questa
vita, magari ascoltando buona musica come quella contenuta in “Algoritmi”. MS
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