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giovedì 28 luglio 2022

Umphrey's McGee

UMPHREY'S MCGEE - Asking For A Friend
Autoproduzione
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd - 2022




Ma porca miseria, ci vuole poi tanto? Basta essere se stessi, con il bagaglio d’esperienza formato da ascolti alle spalle, un poco di personalità e il gioco è fatto. Ma perché copiare e basta? Un andamento che oggi è davvero ripetitivo e nauseante. Nascono fenomeni con il tempo di vita di una mosca, si riempiono di soldi in un attimo per poi sparire nel nulla. La tecnologia aiuterà pure a creare a basto costo ma mannaggia a tutto, la musica è un’arte non un hamburgher!
Eppure con il copia/incolla e un minimo sforzo si guadagna, mentre chi crea con dovizia e intelletto arranca.
La domanda che vi pongo a questo punto è: Che cosa volete dalla musica? Se la risposta è divertimento, svago senza impegno allora potete abbandonare immediatamente la recensione, se invece vi serve per ascoltare, immaginare, godere, scoprire e molto altro ancora, allora fermatevi un attimo qui sugli Umphrey's McGee.
Che cosa spinge un artista a creare musica complessa, consapevole del poco guadagno se non la passione per questa musa dalle mille sfaccettature? Amore, senza dubbio è questa la parola chiave. Il tempo per fortuna è sempre galantuomo e dona a Cesare quel che è di Cesare.
Umphrey's McGee per chi ascolta Progressive Rock (o meglio Crossover prog) è un nome conosciuto e sinonimo di competenza. La band americana ha alle spalle una ventina di lavori in studio, eppure malgrado siano molto prolifici, la qualità delle composizioni resta mediamente elevata. Si formano nel 1997 nell’Indiana e precisamente a South Bend e ad oggi sono composti da Brendan Bayliss (chitarra, voce), Jake Cinninger (chitarra, tastiere, voce), Joel Cummins (tastiere, voce), Ryan Stasik (basso), Kris Myers (batteria, voce), e Andy Farag (percussioni). Metal, Funk, Folk, Jazz-Fusion il tutto condito da melodie orecchiabili, come lo zucchero per il caffè. Davvero uno slalom fra il passato ed il presente, la storia della musica è assimilata e riveduta con la suddetta personalità, a tratti mi sembra di ascoltare i The Pineapple Thief più complessi e completi. Non è musica dalla facile collocazione stilistica, ma poco importa, ciò che conta è che nelle quattordici canzoni ci sia di che godere. Come avrete avuto modo di leggere non ho elogiato o trattato nessun brano, questo perché deve essere la vostra curiosità a fare il resto, sempre che siate aperti di mente a soluzioni differenti. Il disco è registrato in tre sessioni differenti dall’inizio della pandemia.
“Asking For A Friend” non è un capolavoro, lungi da me accostare l’aggettivo così in maniera superficiale, ma credetemi se vi dico che qui il Prog fans ha di che godere.
Una opportunità per avvicinarsi a certi modi di concepire la musica, una scommessa con se stessi, un piacere inatteso e scoprire magari che questi americani hanno persino adottato moltissime soluzioni moderne. Umphrey's McGee, una certezza. MS





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