PSICOSUONO – Metropoli
Autoproduzione
Genere: Rock/Progressive Rock
Supporto: cd – 2017
Terzo
lavoro in studio per la band padernese
nata nel 2004, a cinque anni dall’ottimo “Eta Carinae”. Stefano De Marchi,
chitarrista e leader della formazione, negli anni ha strutturato il dna del
gruppo rafforzandolo con l’esperienza di chi si getta anima e corpo nel proprio
lavoro. Non soltanto passione dunque ma subentra anche la professionalità, e questo
lo si evince nell’ escalation dei tre dischi in studio. Con lui sempre
Elisabetta Giglioli alla voce in più Elisa Costanzo (voce), Betty Accorsi
(sax), Claudio Bellamacina (chitarra), Dario Merati (basso) e Matteo Severini
(batteria e percussioni). Il disco si presenta accompagnato dai colorati
dipinti di Gianfranco Caruso che ben si sposano alla musica di “Metropoli”.
Nove
canzoni di media e lunga durata, movimenti strutturali spesso ricercati con
interventi Jazz, grazie soprattutto al lavoro del sax. Questo già lo si può
captare sin dall’iniziale “Clochard”. Bellissimo il solo di chitarra elettrica
imponente e granitico, un grido che sembra tirare fuori l’anima rabbiosa del
clochard in questione, ma ancora di più apprezzo l’arpeggio in stile Genesis
primo periodo. La voce di Giglioli è malleabile, di personalità, espressiva e controllata,
buono strumento per il testo. Un brano Prog a tutti gli effetti, che dimostra
sin da subito una crescita dei Psicosuono notevole. Gioco a due voci per
“Walzer”, canzone dal refrain giocoso e da cantare assieme a loro, facile da
stampare nella mente, tuttavia non esulano importanti assolo strumentali che
rendono l’ascolto ancora una volta fresco e variegato. Questa è una carta
vincente che non vale solo per i Psicosuono, ma è nelle mani di chi ha capito
come far godere di musica l’ascoltatore.
La
title track è spinta dal sax e dai solo di chitarra per giungere poi all’ascolto
del brano più lungo dell’album dal titolo “Alter-Azione”. Qui staziona il sound
Psicosuono, anche quello degli anni passati, un break iniziale dal sapore Folk,
girotondo iniziale che sfocia nel buon Rock ricercato. In questo termine va
compreso davvero molto materiale, diciamo ci si può trovare all’interno tutta
la cultura dei musicisti in esame, facendo propendere per un prodotto di forte
personalità. Parla da se l’assolo finale in crescendo.
Si
ritorna verso le sfumature Jazz con “Passo Dopo Passo”, quasi da big band.
Qualcuno potrebbe trovare in esso frammenti di Matt Bianco. Il Jazz ed il Blues
sono alla base della musica moderna ed i giovani Psicosuono conoscono la
storia. Provate durante l’ascolto a tenere fermi i piedi o le mani, vi
troverete inesorabilmente a sostenere il ritmo in maniera inconsapevole ed
incontrollata.
“La
Notte Del Vostro Domani” vira nuovamente, la musica dei Psicosuono non sta
ferma un attimo, si sposta, ritorna, ammalia e colpisce. Il basso apre l’ultimo brano dal titolo “Blues Ubriaco” e
l’andamento in effetti è proprio così caracollante. Ma il disco non finisce
effettivamente qui, perché al suo
interno si può godere anche di due bonus track, “Clochard” nella versione
inglese e appunto “Drunk Blues”.
Quello
che non capisco è perché i Psicosuono ancora non hanno l’attenzione di una
label importante alle spalle, perché sono davvero fuori della media dei
prodotti di oggi. Se poi ci aggiungo che sono giovani ed italiani, lo stupore
in me è ancora maggiore. Probabilmente la musica non è davvero per tutti,
specie oggi, ma credetemi se vi dico che “Metropoli” è una piccola gemma. Musica a 360 gradi. MS
Bella recensione!
RispondiEliminaGrazie mille. Sono davvero bravi, a mio avviso meritano attenzione.
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